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Lunedì 28 GENNAIO 2019
Bagheria. Nuova aggressione ad una dottoressa di Guardia medica che si sfoga così: “Se a 31 anni mi togliete la passione e la dedizione per questo lavoro di trincea finirò per scappare via anche io”

Una donna si sarebbe presentata in Guardia medica in visibile stato di alterazione, accusando il medico di turno di non averle passato al telefono, come da sua richiesta, il pediatra della stanza attigua. Le minacce iniziali sarebbero velocemente evolute in un feroce attacco verbale, quindi in una aggressione fisica. Per la dottoressa una prognosi di 15 giorni e tanta amarezza per quanto accaduto, come ha scritto lei stessa su facebook in un lungo messaggio che pubblichiamo integralmente.

Nuova aggressione a una dottoressa in guardia medica. L'episodio è accaduto nei giorni scorsi a Bagheria, vicino Palermo. Secondo la ricostruzione fornitaci dalla Fimmg, “nel pomeriggio dello scorso 26 Gennaio una donna si sarebbe presentata in Guardia medica in visibile stato di alterazione, accusando il medico di turno (Alessandra Pizzo, 31anni) di non averle passato al telefono, come da sua richiesta, il pediatra della stanza attigua”.

“Le minacce iniziali sarebbero velocemente evolute in un feroce attacco verbale, quindi in una aggressione fisica.  La donna, ai primi riscontri delle Forze dell’Ordine, allertate prontamente dalla Collega, avrebbe negato le accuse. La dottoressa, avendo riportato in seguito all’accaduto un trauma distorsivo con 15 giorni di prognosi ha presentato formale denuncia nei confronti del suo aggressore e condiviso tutto il suo giustificabile sconforto su facebook”.

Ecco cosa ha scritto la dottoressa vittima dell'aggressione:

Spesso mi viene chiesto perché continuo a scegliere di lavorare in guardia medica a Bagheria...In fondo ci sono molti posti più tranquilli, con meno carico lavorativo, con gente più educata.
Ho provato a dare diverse risposte ma, in fondo, nessuna ha mai convinto me per prima.

Me lo richiedo OGGI, dopo aver conosciuto la cattiveria dell’essere umano; dopo essere stata aggredita fisicamente!

Forse sento di appartenere a questa città, sento di voler e dover fare qualcosa per lei. 

Forse SENTIVO.
Non mi sono mai sentita sicura dentro quella guardia, spesso sembra un ring piuttosto che un posto di lavoro.

Amaramente, OGGI, lo confermo e lo condivido.
Siamo soli. In pericolo. Indifesi.

Vi offriamo il nostro meglio con il nostro niente.
Ci portiamo a casa i nostri piccoli grandi successi, le spalle larghe, il bene fatto bene, i vostri grazie e i vostri sorrisi ed andiamo avanti.
Se ci aggredite non possiamo più farlo.

Se a 31 anni mi togliete la passione e la dedizione per questo “lavoro di trincea” finirò per scappare via anche io.

Bisognerebbe ricominciare da “ama il prossimo tuo come te stesso”, poi capire il rispetto per il medico.

Starò bene in un paio di settimane; l’amarezza, invece, non passerà MAI.

 

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