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Venerdì 22 FEBBRAIO 2019
Neuropsichiatri infantili: “Forze in campo ampiamenti insufficienti, occorre un coraggioso investimento”

Gli operatori della Rete Regionale dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile si sono confrontati oggi sulla cura e la tutela dei minori e sull’organizzazione dei servizi. In Piemonte sono seguiti 50.320 minori (il 7,49% di quelli residenti). “La risposta di cura ha raggiunto in Piemonte una particolare complessità clinica, normativa, e tecnica, con un’efficace offerta di percorsi clinico-assistenziali multiprofessionali che devono però essere continuamente riqualificati, monitorati e modulati”.

Oggi, a Torino, gli operatori della Rete Regionale dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile (in collaborazione con la Regione Piemonte, Settore Programmazione Sanitaria e Socio-Sanitaria e con Sinpia - Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Sezione Piemonte Valle d’Aosta) si sono confrontati sulla cura e la tutela dei minori e sull’organizzazione complessiva dei servizi.

La giornata ha risposto ad una duplice necessità: da un lato rendere pubbliche le informazioni sulle condizioni di salute neuropsichica dei minori in Piemonte e sullo stato di attuazione degli interventi per la loro cura (convalidati e regolati ognuno da una specifica normativa), dall’altro identificare, anche attraverso il confronto con gli stakeholders, cosa manchi ai servizi per la loro piena applicazione, sia in termini di organizzazione che di risorse. Infatti, “per poter proseguire nel miglioramento della sicurezza dei pazienti e nella gestione del rischio clinico, la Rete di NPI necessita di un confronto sistematico tra operatori, istituzioni associazioni e famiglie, ma necessita altresì di adeguati investimenti e di politiche di sostegno”, spiega Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Sezione Piemonte Valle d’Aosta in una nota che fa il punto sulla giornata di lavori.

La Rete Regionale dei Servizi di NPI è una rete di Servizi dedicata alla cura, assistenza e tutela dei minori con disturbi neuropsichici. Interviene nelle condizioni di salute che influenzano le acquisizioni e le competenze neurobiologiche, relazionali, cognitive, emozionali e sensoriali del minore, il cui sviluppo è condizionato dalle interazioni con l’ambiente famigliare, educativo, sociale ed istituzionale, in costante mutamento. Vi lavorano più di 500 operatori della salute con differenti professionalità.
La multiprofessionalità “transmurale”, l’abilità ospedaliera, la presenza diffusa sul territorio, la competenza clinica e l’ approccio “olistico (ogni minore seguito ha una sua specifica storia), sono i veri punti di forza della Rete, che presenta un’offerta di servizi unica nel suo genere, un’autentica eccellenza, con una particolare attenzione all’integrazione salute-ambiente, ai percorsi di inclusione e di equo accesso ai diritti, ed al coinvolgimento delle famiglie, in senso non solo partecipativo ma di autodeterminazione e crescita. “Capire e promuovere lo sviluppo di un bambino nel suo ambiente, - spiega la Sinpia - è una questione di enorme complessità che ha una quota quasi infinita di fattori di variabilità e che, nella dimensione sanitaria, include un vasto numero di patologie (che a loro volta appartengono alle problematiche neurologiche, psichiatriche, del neurosviluppo, comportamentali, relazionali, emotive, famigliari, sociali… ) intrecciate tra loro”.

La Regione Piemonte si è dotata, sin dal 2002, all’interno di un importante programma di indirizzo, sviluppo e sostegno dei Servizi, di sistemi informativi di rilevazione statistica, dedicati specificamente alla Rete di NPI. In particolare, dal 2015, il nuovo sistema informativo “SMAIL”(utilizzato da più di 500 operatori della salute), permette il monitoraggio della salute neuropsichica dei bambini e degli adolescenti, con una lettura attendibile del livello di realizzazione dei percorsi diagnostici ed assistenziali. Si è così evidenziato che nei Servizi piemontesi (un osservatorio privilegiato del mondo dell’infanzia, ed unico nel suo genere), vengono seguiti 50.320 minori (pari al 7,49% di quelli residenti) di cui: 15.831 i nuovi pazienti nell'anno 2016 (2,35% dei minori residenti). I minori in Piemonte sono 678.494, di cui 93.729 sono stranieri(13,81%).

I maggiori invianti ai servizi sono stati (in ordine decrescente) famiglie (spontaneamente), scuola, pediatri di libera scelta e medici di medicina generale. I 2/3 dei minori seguiti sono di sesso maschile. I minori stranieri usano i servizi in percentuale, maggiore (+13%) di quelli italiani. 526 sono gli operatori accreditati attivi e le loro prestazioni (nell’anno 2016) sono state 403.576 ( di cui il 75% “dirette”).

Le prese in carico normalmente non sono intensive ma mirate: 13.610 i minori con meno di tre prestazioni l'anno, 31.061 i minori con almeno 3 prestazioni, 5.650 quelli con più di 18 prestazioni. Sono stati 146 nel 2016 e 228 nel 2017 gli accessi in DEA – OIRM per "Agitazione psicomotoria" e sono in costante aumento i ricoveri, sempre in Ospedale o in Day Hospital, per tentati sucidi, disturbi del comportamento alimentare, gravi disturbi della condotta, ritiro sociale, con un aumento di ideazione suicidaria nell’80% dei casi ricoverati. I minori ospiti delle comunità terapeutiche e riabilitative per minori sono stati (sempre nell’anno 2016), 201, di cui 71 residenti fuori regione.

La recente categoria "disturbi del Neurosviluppo"  è quella in assoluto maggiormente seguita ( Dati SMAIL 2016:Disturbi specifici di apprendimento: 9539 minori in Piemonte, Disturbi cognitivi: 7562, Disturbi del linguaggio: 5387, Disturbi Aspecifici di Apprendimento: 3725, Autismo: 2307, Deficit di attenzione con iperattività – ADHD:1247). Molto rappresentate però le patologie neurologiche: (Disturbi neurologici: 7900, Disturbi neuromotori: 2429, Ritardi dello sviluppo: 2245, Encefalopatie complesse: 550, Disabilità uditiva: 296, Disabilità visiva: 165).

Pesante anche il dato delle patologie che con maggior provabilità potrebbero complicarsi nella vita adulta come patologia psichiatrica: (Disturbi esternalizzanti: 4034, Disturbi internalizzanti: 3671, Disturbi psichiatrici: 997, Disturbi del comportamento alimentare: 467, Rischio psico evolutivo: 2314). Sono 3.511 i minori vittime di maltrattamento ed abuso seguiti con una Tutela multiprofessionale con o senza autorità giudiziaria. I dati evidenziano che uno stesso bambino può essere curato per due o più disturbi, in comorbilità.

“Grazie alle nuove scoperte delle neuroscienze ed all’esperienza accumulata a livello internazionale dagli operatori della salute – spiega la Sinpia in trent’anni è totalmente cambiato il tessuto teorico di comprensione dello sviluppo dei bimbi e dell’evoluzione delle loro malattie. Inoltre, le attività della Rete e gli invii ai Servizi, vengono regolate oggi da Leggi nazionali, Delibere e indicazioni regionali, oltre che dalle Linee Guida, aggiornate e basate sulle Evidenze, che hanno costruttivamente indirizzato ai servizi molte più famiglie che sino a qualche anno fa non avrebbero richiesto alcun contatto”.

“La risposta di cura – proseguono i Neuropsichiatri piemontesi - ha così raggiunto oggi in Piemonte una particolare complessità clinica, normativa, e tecnica (che risponde ai bisogni di salute complessi), con un’ efficace offerta di percorsi clinico-assistenziali multiprofessionali che devono però essere continuamente riqualificati, monitorati e modulati, tenendo conto delle effettive risorse in campo. Infatti, l’ incremento quantitativo, legato ad una domanda ben giustificata ed all’incremento dei bisogni, richiede ora un’ allocazione prioritaria di risorse ed un coraggioso investimento verso il futuro, mentre le effettive forze in campo sono oramai ampiamente insufficienti”.

“Ogni bambino – conclude la Sinpia Piemonte - è speciale ed è dotato di grandi capacità e risorse. Le capacità organizzative e tecniche dei servizi ci sono e possono essere migliorate, ma per poter essere all’altezza del compito di aiutare ogni singolo bambino, quando e dove ne ha bisogno, occorre incrementare le risorse di personale e questo, gli operatori della rete, non possono farlo da soli”.

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