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Giovedì 21 MARZO 2019
Vivere senza stomaco. Fermenti lattici e integratori servono per curare, ma sono erogati solo in poco più della metà delle Regioni

I malati sono costretti a sborsare di tasca propria fino a oltre 8mila euro l’anno. L’Associazione Vivere senza stomaco si può Onlus, chiede che le differenze regionali vengano superate e che siano garantite a tutti i malati libertà di scelta, omogeneità ed equità di accesso alle cure. Gli esperti: sottovalutare l’importanza dei probiotici e degli integratori comporta gravi rischi per i pazienti senza stomaco

Migliorare la qualità di vita e la sopravvivenza dei circa 80 mila pazienti che non hanno più lo stomaco per colpa di un tumore gastrico è possibile e la soluzione passa anche da fermenti lattici e integratori proteici, vitaminici e minerali che, in associazione alla dieta personalizzata, sono indispensabili per mantenere la salute intestinale e garantire un corretto apporto di nutrienti.
 
Così oltre due pazienti su tre assumono probiotici e supplementi di varia natura, arrivando a sborsare di tasca propria fino a oltre 8mila euro l’anno: i probiotici, per cui si spendono in media 155 euro l’anno con punte di 600, sono totalmente a carico dei pazienti e gli integratori, responsabili del resto dell’esborso con una spesa media di 22 euro al giorno per paziente, vengono erogati in poco più della metà delle Regioni, e solo per i prodotti in gara.
 
In occasione del Seminario Nutrizione e microbiota nei pazienti con tumore gastrico, l’Associazione Vivere senza stomaco si può Onlus, ha lanciato un appello per chiedere che le differenze regionali vengano superate e garantire a tutti i malati libertà di scelta, omogeneità ed equità di accesso alle cure.
 
“Dopo la chirurgia i pazienti sono lasciati a loro stessi e, nonostante ci siano accordi fra Stato e Regioni che prevedono la presenza di nutrizionisti nei centri oncologici, spesso non è così e la gestione dell’alimentazione è tutta sulle spalle dei malati – spiega Claudia Santangelo, presidente dell’Associazione Vivere senza stomaco si può – Chi non ha più lo stomaco deve affrontare problemi considerevoli per la propria nutrizione: contaminazioni batteriche, alterazioni della flora intestinale e disturbi dell’assorbimento sono inevitabili, così i pazienti devono ricorrere a fermenti lattici e integratori: una nostra recente indagine ha dimostrato che il 72% dei pazienti utilizza probiotici, il 41% per fronteggiare i disturbi legati alle cure chemioterapiche e per i problemi intestinali dovuti alla gastrectomia, il 38% per gestire le alterazioni della flora batterica, il 28% occasionalmente in concomitanza con una terapia antibiotica. In metà dei casi è il gastroenterologo a prescriverli, in un quarto dei pazienti il medico di famiglia e solo il 24% li sceglie da sé o con l’aiuto del farmacista; solo nel 57% dei casi viene consigliato un prodotto specifico, agli altri viene dato il consiglio generico di assumerne. L’acquisto però è a totale carico dei malati, con una spesa media di 155 euro l’anno e punte che arrivano a 600 euro”. Non va meglio con gli integratori, importanti per fornire nutrienti che in pazienti con una gastrectomia parziale o totale non possono essere adeguatamente assorbiti e disponibili: li usa il 74%, la maggior parte tutti i giorni proprio per compensare il malassorbimento o per l’impossibilità di alimentarsi in maniera corretta. “La spesa è considerevole – fa notare Santangelo –  pari a una media di 22 euro al giorno: chi non può permettersela resta senza, rischiando la malnutrizione”.
 
“Probiotici e integratori, in associazione alla dieta personalizzata, sono indispensabili in questi pazienti che non hanno più lo stomaco per mantenere sana la flora intestinale e compensare problemi di assorbimento: una disbiosi, con l’incremento relativo di batteri patologici, può provocare gravi disturbi e rischi di malnutrizione – aggiunge Davide Festi, Ordinario di Gastroenterologia dell’Università di Bologna e Coordinatore del Comitato scientifico Associazione Vivere senza stomaco si può – l’alimentazione è fondamentale in questi malati e proprio durante il convegno sarà discusso il ruolo della dieta sul rischio di ammalarsi di tumore allo stomaco e sulla possibile prevenzione delle recidive: è un dato di fatto che l’incidenza della malattia sia maggiore in aree come l’Appennino tosco-emiliano e marchigiano rispetto al Sud. L’elevato consumo di carne e grassi, primo fattore di rischio, potrebbe aumentare infatti la malattia al Centro e al Nord e ridurla al Sud dove si mangia più frutta e verdura fresche. Altrettanto essenziale è l’influenza di probiotici e integratori sulla composizione della flora batterica intestinale, perché a causa dell’assenza dello stomaco è inevitabile che sia più difficile mantenere un corretto apporto di nutrienti e una buona salute intestinale. Per questo fermenti lattici e supplementi nutrizionali sono assolutamente necessari”.
 
L’Associazione dei pazienti chiede perciò che sia data sufficiente attenzione alle esigenze di salute dei malati, purtroppo spesso dimenticate a causa del loro numero relativamente basso: i nuovi casi di tumore allo stomaco sono 13mila ogni anno, al sesto posto per incidenza fra le donne e all’ottavo fra gli uomini, ma la sopravvivenza a 5 anni arriva appena al 32%, soprattutto a causa delle molte diagnosi tardive.
 
“La nostra speranza è che probiotici e integratori vengano erogati gratuitamente in modo omogeneo e appropriato su tutto il territorio nazionale – continua Santangelo – Il nostro obiettivo, inoltre, è anche favorire diagnosi più tempestive: i numeri italiani, molto inferiori a quelli di Paesi come il Giappone, non giustificano uno screening ma è necessario fare accertamenti e una gastroscopia in caso di sintomi gastrici che non passano. Diagnosi più precoci, possibili soprattutto grazie a un maggior coinvolgimento e alla formazione dei medici di famiglia, potrebbero migliorare le possibilità di intervento e aumentare la sopravvivenza, riducendo anche il ricorso a chirurgie demolitive”.
 
“Programmi di aggiornamento per i medici di famiglia in ambito oncologico sono necessari in un mondo in cui cambiano velocemente gli scenari diagnostico-terapeutici, migliorano le sopravvivenze, cambiano le richieste dei pazienti” afferma Fabrizio Nicolis, Presidente di Fondazione Aiom. “Lavoriamo da anni in collaborazione con altre società scientifiche nell’elaborazione di Linee Guida per la diagnosi e terapia dei tumori, con l’obiettivo di permettere interventi diagnostico-terapeutici basati sulle evidenze della letteratura scientifica” ha aggiuto Stefania Gori, Presidente Nazionale Aiom e Direttore Oncologia Medica dell’Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. “Questo progetto potrà permettere di migliorare in tutto il territorio nazionale la gestione dei pazienti oncologici e quindi anche delle persone con tumore gastrico, aumentando nel contempo la sensibilità nei confronti di questa patologia”.

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