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Giovedì 28 MARZO 2019
Tumore al seno. “Il supporto psicologico è un bisogno prioritario ma troppo spesso non c’è”. L’indagine di Europa Donna Italia

Per il 98% delle pazienti con tumore al seno metastatico il supporto psicologico non è un accessorio ma una necessità, eppure ne beneficia solo una su quattro. Lo rivela un’indagine voluta da Europa Donna che lancia un appello a Regioni e Ministero affinché sia assicurato a tutte. "Con il nostro progetto ForteMente, mirato a ottenere la presa in carico del servizio di psico-oncologia per le pazienti con tumore al seno metastatico, abbiamo formulato una richiesta basata sulle evidenze".

Il servizio di psico-oncologia dovrebbe essere garantito a tutte le donne con tumore al seno metastatico, ma solo un ospedale su quattro lo fornisce. Eppure il bisogno di supporto psicologico è avvertito come prioritario dal 98% non solo delle pazienti ma anche dei loro cargivers. È quanto emerge da un’indagine nazionale che Europa Donna Italia, il movimento per la cura e la prevenzione del tumore al seno, ha presentato oggi alle Regioni e al Ministero della Salute convocati nella sede di Agenas, insieme alla richiesta di provvedimenti che rispondano a questo bisogno.
 
“Con il nostro progetto ForteMente, mirato a ottenere la presa in carico del servizio di psico-oncologia per le pazienti con tumore al seno metastatico, abbiamo voluto formulare una richiesta basata sulle evidenze – ha dichiarato Rosanna D’Antona, Presidente di Europa Donna Italia. – Per questo abbiamo commissionato a SWG un’indagine che ha raccolto quasi 1500 contributi tra pazienti, caregivers e semplici cittadini. Tutti concordi nel sostenere che per le donne con tumore al seno metastatico il supporto psicologico non è un accessorio, come ancora purtroppo molti pensano, ma una vera e propria necessità per poter convivere con una malattia logorante”.
 
Una malattia che, oltre a limitare la vita sociale e pubblica (il 50% delle pazienti intervistate ha dovuto limitare il proprio lavoro e il 29% ha dovuto abbandonarlo), mina anche le certezze psicologiche dell’individuo: fa cambiare le priorità della vita (86% delle intervistate), fa perdere la fiducia e la sicurezza (69%), fino a far smarrire il piacere della vita (51%).
 
“L’indagine fotografa con fedeltà alcuni aspetti salienti dei percorsi diagnostici e dei trattamenti a partire dalle opinioni e aspettative delle pazienti” ha commentato Paolo Gritti, Presidente della Società Italiana di Psiconcologia, partner del progetto: “è rilevante considerare il valore decisivo che le pazienti assegnano alla utilità di un supporto psicologico per sé e per il partner e la soddisfazione espressa allorché possono giovarsi dell’intervento dello psico-oncologo. Questo studio conforta, con dati rappresentativi, la posizione della Sipo, condivisa con Europa Donna, sulla necessità di assicurare sempre un supporto psicologico a queste pazienti e implementare l’attenzione degli oncologi al riguardo.”
 
Un supporto che può essere fornito solo da una figura altamente specializzata. Nelle interviste di approfondimento realizzate da SWG le donne hanno sottolineato che, a differenza dello psicologo generico, lo psico-oncologo sa gestire emotivamente il concetto di morte, che pervade la quotidianità delle pazienti metastatiche, conosce la malattia e le problematiche che ne derivano, sa mediare tra paziente e medico e ed è anche un valido supporto per i familiari della paziente.
 
Le 140 Associazioni che nelle 21 Regioni fanno parte di Europa Donna Italia hanno chiesto ed ottenuto il sostegno di buona parte degli Assessori regionali alla Salute, che con la loro adesione hanno voluto assumersi la responsabilità di rispondere a questo bisogno concreto impegnandosi con un’adeguata organizzazione e allocazione di risorse specifiche. Pazienti e Associazioni insieme a Europa Donna auspicano ora anche l’impegno del Ministero della Salute per assicurare alle 37.000 cittadine italiane, che convivono il tumore al seno metastatico, parità di accesso al supporto psico-oncologico in tutti i centri di cura.
 
Il progetto ForteMente è stato realizzato con il supporto non condizionato di Celgene e Novartis. Le 12 Regioni che supportano la richiesta al Ministero della Salute sono: Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia, Valle D'Aosta e Veneto (vedi mappa delle adesioni).

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