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Lunedì 01 APRILE 2019
Diabete. In Molise con il Pdta la rete sociale diventa strategica

Per la gestione della malattia l’amministrazione regionale utilizza le tradizionali “agenzie” disseminate sul territorio attivandole come altrettanti centri sentinella per l’individuazione e la presa in carico dei pazienti cronici. Tra queste medico di famiglia e farmacie del territorio in primis. L’obiettivo è non abbassare la guardia implementando il percorso di deospedalizzazione iniziato nel 2015

Trecentocinquantamila abitanti, il 40% dei quali affetto da almeno una patologia cronica, un indice di vecchiaia altissimo (211) rispetto al resto d’Italia (168), servizio sanitario in Piano di rientro, un territorio morfologicamente complesso disseminato di piccoli Comuni che spesso non superano i 200 abitanti.
 
Questa la fotografia di massima della regione Molise alle prese, come molte altre, da un lato con l’attenzione alle risorse economiche da investire e dall’altro con il crescente innalzamento dell’età della popolazione e la conseguente impennata progressiva delle patologie croniche. Diabete in primis, paradigma importante e “madre”, oltre che banco di prova, di tutti gli approcci di governance delle cronicità sul territorio. Dinamiche organizzative che in Molise non possono contare su grandi centri urbani disseminati entro i suoi confini e che hanno quindi suggerito all’amministrazione regionale di utilizzare le tradizionali “agenzie” disseminate sul territorio attivandole come altrettanti centri sentinella per l’individuazione e la presa in carico dei pazienti cronici. Tra queste medico di famiglia e farmacie del territorio in primis.
 
È questo il quadro delineato nell’incontro di Quotidiano Sanità con alcuni protagonisti regionali nell’ambito del più ampio progetto Dialogo (Diabetes Local governance) in corso in tutta Italia con il sostegno di Msd.
Attraverso questi presidi, ben radicati sul territorio e presenti anche nei piccoli centri di montagna, la Regione Molise, l’Asrem (l’Azienda sanitaria regionale) e Federfarma, anche per dare gambe e prospettive al Pdta sul Diabete mellito di Tipo 2 varato nel 2016, hanno attivato percorsi di screening di prossimità che, solo nell’ultimo anno, a fronte di circa 2mila utenti ingaggiati secondo precisi parametri diagnostici, hanno permesso di inserire nel percorso assistenziale e di presa in carico quasi 170 pazienti che, senza saperlo, avevano valori soglia tali da essere inseriti nel percorso diagnostico e terapeutico.
 
Una rete di relazioni tradizionali e consolidata si è quindi trasformata, stringendo in qualche modo le proprie maglie affinché il livello di precocità diagnostica aumentasse sensibilmente. In una regione in Piano di rientro, la lotta contro inefficienze e sprechi, derivanti in questo caso anche da complicanze evitabili che vanno ad incidere sull’assistenza ospedaliera, è vitale. E l’incidenza della patologia diabetica (in aumento) nonché la disponibilità di nuovi farmaci (purtroppo non ancora disponibili nell’armamentario terapeutico del Mmg) ha suggerito pertanto di strutturare l’approccio delineato nel Pdta anche utilizzando le risorse preesistenti in una corale collaborazione tra professionisti che sta vedendo coinvolti medici di medicina generale, specialisti, farmacie del territorio e laboratori affinché, con l’ausilio di una rete informatica in implementazione nella quale concentrare tutte le informazioni essenziali (dal Piano terapeutico alle prescrizioni agli esami diagnostici) del cittadino preso in carico.
 
“Sul diabete in particolare – ha sottolineato Lolita Gallo, Dg Sanità del Molise – siamo intervenuti con il Pdta per implementare una reale integrazione ospedale-territorio con il coinvolgimento di tutti gli attori protagonisti: Mmg, specialisti, infermieri, associazioni di pazienti, affinché si potesse dare gambe alla volontà di creare una vera e propria rete per la presa in carico del paziente. Il Molise è caratterizzato dalla presenza di comuni con pochissimi abitanti – ha ricordato la Gallo – dove i reali punti di riferimento sono il farmacista e il medico di famiglia, oltre al indaco e al parroco. Attraverso le farmacie abbiamo quindi operato uno screening volontario portando alla luce, da quando è iniziato il progetto nel 2016, almeno 500 casi che sarebbero andati incontro a complicanze. L’obiettivo di questa regione rimane quello di non abbassare la guardia sulla governance delle cronicità, implementando quel percorso di deospedalizzazione che abbiamo iniziato nel 2015”.
 
Un percorso che troverebbe, come nel resto d’Italia, enorme giovamento dalla possibilità per i medici di medicina generale di essere protagonisti anche dal punto di vista terapeutico se potessero avere accesso alla prescrivibilità dei nuovi farmaci antidiabetici orali, peraltro previsti nelle ultime linee guida Sid-Amd.
 
“Questi farmaci”, ha sottolineato dal canto suo Adriano Lalli, endocrinologo dell’Asrem e Componente della Commissione regionale diabete “hanno la stessa funzione di abbassare l’iperglicemia dei precedenti ma con il grande vantaggio di non avere gli effetti collaterali, anche molto gravi delle sulfaniluree. il cui primo effetto collaterale, l’ipoglicemia, ha spesso causato infarti e ictus. Ed anche se questi farmaci costano un po’ di più, considerando l’assenza di effetti collaterali, facendo una semplice e banale analisi costi/benefici, sono meritevoli di prima scelta”.
 
“Dal punto di vista professionale e scientifico le possibilità terapeutiche sono radicalmente cambiate negli ultimi anni” ha fatto eco Giuseppe De Gregorio di Snamid Molise: “Dobbiamo pertanto fare quadrato nell’interesse dei pazienti che hanno bisogno e diritto di essere curati multidisciplinariamente con efficacia. Sono convinto che la Regione riuscirà a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per arrivare ad una vera e compiuta gestione integrata del paziente diabetico”.
 
Impegno necessario e condiviso anche livello istituzionale e aziendale, come ha ricordato Antonio Lucchetti, Direttore Sanitario di Asrem, secondo cui “collegare rete diabetologica e Mmg è una priorità. Il percorso di rientro del Molise” ha spiegato “non è solo economico ma anche sanitario, di appropriatezza. Per questo motivo la prima cosa, in campo diabetologico, è stata quella di creare la rete strutturando un centro regionale a Campobasso, in una location ospedaliera, collegato con i centri territoriali di Termoli, Isernia e del Distretto di Campobasso. E oggi l’aspetto più importante è il collegamento di questa rete fisica territoriale con i medici di medicina generale, che sono circa 220, e che rappresentano una componente fondamentale per realizzare ed integrare la rete diabetologica che è tenuta insieme da un Pdta articolato”.
 
La cui ulteriore evoluzione, ha quindi sottolineato Antonio Melillo, Governance del farmaco di Asrem “sarà rappresentata da una cartella informatizzata disponibile per tutti i professionisti che devono condividere il percorso clinico del paziente, dalla definizione del Piano terapeutico agli esami e prescrizioni che costellano la sua storia di patologia”.

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