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Giovedì 04 APRILE 2019
A San Marino il meeting dei “piccoli” Paesi dell’Oms, con una lezione per i “grandi”



Gentile Direttore,
dal 31 marzo al 2 aprile è avvenuto nel cuore della nostra Penisola un avvenimento internazionale molto importante per lo sviluppo della cultura e delle pratiche per la salute in Europa e sul Pianeta.  La Repubblica di San Marino ha ospitato infatti, per la seconda volta nella sua storia, il Meeting ad alto livello dei piccoli Paesi della Regione Europea dell’OMS, gruppo di cui è il paese capofila.
 
L’obiettivo del meeting è stato confrontarsi su come implementare nei contesti locali, gli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU in materia sanitaria a partire da quello che stanno già facendo i piccoli Paesi dell’Europa che aderiscono molto attivamente all’iniziativa.
 
Questa è supportata dall’Ufficio Europeo dell’OMS di Copenhagen e dall’Ufficio di Venezia dell’OMS per gli Investimenti in Salute e lo Sviluppo e attivamente promossa dal Segretario di Stato alla Sicurezza Sociale, Franco Santi, dal Direttore dell’Istituto per la Sicurezza Sociale, Andrea Gualtieri e dal Direttore dell’Autority Sanitaria Gabriele Rinaldi.
 
Nel 2015 le Nazioni Unite hanno adottato gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) che mirano a intervenire a livello di politiche locali, nazionali e internazionali per migliorare ogni aspetto della nostra vita in modo più sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, affinché nessuno resti indietro “no one left behind” in questo cammino.
 
Si tratta di 17 obiettivi che comprendono nel complesso 169 sotto obiettivi. L'obiettivo numero 3 riguarda la salute e il benessere e comprende 10 sotto obiettivi.
Nel 2018 l’OMS ha pubblicato il World Health Statistics 2018 Report, assieme al Terzo Piano Globale di Azione per raggiungere gli obiettivi di salute per lo sviluppo sostenibile.
 
Il meeting di San Marino ha visto quest’anno la presenza di ministri e delegati da ben 11 Stati membri (Andorra, Cipro, Estonia, Islanda, Lettonia, Lussemburgo, Malta, Monaco, Montenegro, San Marino e Slovenia).
 
Ad aprire l’incontro, molto ricco di spunti, idee, progetti e dati,  il Dr. Tedros Adhanom Ghebreyesus direttore generale dell'OMS, che ha tenuto il discorso ufficiale in occasione della cerimonia di insediamento dei nuovi Capitani Reggenti della Repubblica. Ghebreyesus non solo ha speso parole elogiative sull’iniziativa, sottolineando la qualità dei numerosi documenti prodotti in questi anni e delle azioni conseguenti, anche rispetto all’Agenda 2030, ma ha concluso il suo intervento con l’impegno da parte dell’OMS di continuare a supportare la Small Countries Initiative, per fare in modo che da iniziativa unicamente europea diventi un progetto globale, coinvolgendo tutti i piccoli paesi del mondo. “Ognuno di voi è piccolo – ha concluso Tedros Adhanom Ghebreyesus – ma tutti insieme siete molti di più, e quindi molto più forti, della maggior parte dei grandi paesi del mondo”.
 
Di seguito alcuni fra i principali dati emersi ed i conseguenti obiettivi che gli 11 Paesi si sono impegnati a perseguire in un Memorandum d’intesa siglato alla fine dell’incontro:
- Obiettivo 3.2: entro il 2030, porre fine alle morti evitabili di neonati e bambini sotto i 5 anni di età
In tutto il mondo i tassi di mortalità sotto i cinque anni hanno continuato a migliorare nel 2016 scendendo a 41 su 1000 nati vivi dai 93 morti ogni 1000 nati vivi nel 1990. Ciononostante, ogni giorno nel 2016, 15.000 bambini sono morti prima di raggiungere il loro quinto compleanno. La mortalità neonatale è diminuita da 37 su 1000 nati vivi nel 1990 a 19 su 1000 nati vivi nel 2016. Circa 1 milione sono però ancora i bambini dai 5 ai 14 anni morti nel 2016, principalmente per cause prevenibili.
 
- Obiettivo 3.3: porre fine entro il 2030 alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali trascurate. Combattere l'epatite, le malattie trasmesse dall'acqua e altre malattie trasmissibili.
Nel 2016, circa 1 milione di persone sono morte per malattie correlate all'HIV. L'aumento globale della terapia antiretrovirale (ART) è stato il principale motore del declino del 48% dei decessi correlati all'HIV da un picco di 1,9 milioni nel 2005. Tuttavia, l’ART ha interessato solo il 53% delle persone che vivono con l'HIV alla fine del 2016.
 
- Obiettivo 3.4: Entro il 2030, ridurre di un terzo la mortalità prematura dovuta a malattie non trasmissibili
La probabilità di morire di diabete, cancro, malattie cardiovascolari e malattie polmonari croniche tra i 30 ei 70 anni è scesa al 18% nel 2016, in calo dal 22% registrato nel 2000.
 
- Obiettivo 3.5: Rafforzare la prevenzione e il trattamento dell'abuso di sostanze, compresi l'abuso di stupefacenti e di alcol
A livello globale del consumo di alcol nel 2016 è rimasto stabile dal 2010 a 6,4 litri di alcol puro per persona di età pari o superiore ai 15 anni.
 
- Obiettivo 3.7: Entro il 2030, garantire l'accesso universale ai servizi di assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva, compresa la pianificazione familiare
Si stima che circa 208 milioni di donne in età riproduttiva sposate o meno nel mondo non abbiano ancora soddisfatto i loro bisogni di pianificazione familiare con un moderno metodo contraccettivo. Questo rappresenta il 23% di tutte le donne in età riproduttiva che sono sposate o in unione e desiderano limitare o distanziare le gravidanze.
Si contano inoltre circa 12,8 milioni di nascite tra le adolescenti di età compresa tra 15 e 19 anni ogni anno.
 
- Obiettivo 3.8: Assicurare copertura sanitaria essenziale a tutti
Almeno metà della popolazione mondiale non ha una copertura completa dei servizi sanitari essenziali. Nel 2010, circa 808 milioni di persone - l'11,7% della popolazione mondiale - hanno speso almeno 10% del loro bilancio familiare pagando di tasca propria per i servizi sanitari. Si stima che 97 milioni di persone siano state impoverite per spese sanitarie nel 2010.
 
L’iniziativa dei Piccoli Paesi dell’OMS può ispirare anche le Regioni italiane a rivedere i propri piani ripensando, alla luce delle indicazioni dell’ONU e dell’OMS, ai propri obiettivi di sviluppo sostenibile e di salute, che negli ultimi anni sono stati eccessivamente oscurati da quelli di bilancio e di mercato delle prestazioni.
 
Bisogna ricondurre il Servizio Sanitario Nazionale agli obiettivi di prevenzione, equità d’accesso per tutte le persone (eliminando, non accentuando i privilegi delle regioni ricche),  sostenibilità ambientale ed economica e partecipazione che le principali autorità sanitarie mondiali indicano come insostituibili nel progettare un sistema socio-sanitario in grado di contribuire a migliorare la vita delle persone.  
 
Dovremmo tutti apprendere da San Marino e dai piccoli paesi d’Europa, orientando i nostri pensieri, i nostri progetti, alla domanda su quali siano i nostri obiettivi per lo sviluppo sostenibile del nostro Paese e, nello specifico, dei progetti di sistema per la salute ed il benessere delle persone e delle nostre comunità e su come fare per raggiungerli tutti insieme, con concordia, consenso, competenza e partecipazione.
 
Anche in Italia, come in gran parte del mondo, insomma, è ora di cambiare gioco. Se lo fanno i Piccoli Paesi Europei coordinati da San Marino quand’è che cominciamo anche noi?
 
Andrea Gardini
Medico
Membro del Comitato Sanmarinese di Bioetica
 

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