quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 02 MAGGIO 2019
Salute orale nell’infanzia, cuore sano da adulti

Uno studio condotto in Cina ha seguito oltre 755 bambini dal 1980 al 2007, con lo scopo di valutare il rapporto tra salute orale e sviluppo di condizioni predisponenti alle malattie cardiovascolari. I bimbi che avevano anche solo un segno di infezione orale presentavanol’87% in più delle probabilità di sviluppare la cosiddetta aterosclerosi subclinica

(Reuters Health) – Carie e malattie gengivali nell’infanzia predispongono allo sviluppo di fattori di rischio per patologie cardiovascolari da adulti. Un’ulteriore conferma a questa tesi arriva da uno studio finlandese pubblicato da JAMA Network Open. I ricercatori hanno effettuato esami dentali su 755 bambini nel 1980, quando avevano in media otto anni, e successivamente li hanno seguiti fino al 2007 per vedere quanti di loro avessero sviluppato fattori di rischio cardiovascolare come ipertensione, ipercolesterolemia, iperglicemia e indurimento delle arterie.

Nel complesso, solo 33 bambini, il 4,5%, non presentavano segni di sanguinamento, carie o altri sintomi che potesserio far pensare a una malattia gengivale. Quasi il 6% dei soggetti aveva una manifestazione di infezioni orali, mentre il 17% ne presentava due, il 38% tre e il 34% quattro.

I bimbi che avevano anche solo un segno di infezione orale avevano l’87% in più delle probabilità di sviluppare la cosiddetta aterosclerosi subclinica: modifiche strutturali e ispessimento delle pareti delle arterie, non ancora abbastanza gravi da causare complicazioni. “Questi risultati sottolineano l’importanza per la salute generale di una buona igiene orale e di controlli frequenti dal dentista a partire da quando si è piccoli”, afferma l’autrice principale della ricerca, Pirkko Pussinen dell’Università di Helsinky.

Più di quattro bimbi su cinque avevano carie e otturazioni e il 68% ha mostrato sanguinamenti durante gli esami dentali. La presenza di piccole tasche attorno alle gengive è stata osservata nel 54% dei soggetti, in maggioranza di sesso maschile.

Fonte: JAMA Network Open
 
Lisa Rapaport
 
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

© RIPRODUZIONE RISERVATA