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Martedì 28 MAGGIO 2019
Il DM 70/2015: tempi certi e maggiore trasparenza aiuterebbero



Gentile direttore,
il DM 70/2015 costituisce senza alcun dubbio il principale riferimento programmatorio al ridisegno dell’offerta complessiva di servizi da parte delle Regioni. L’applicazione delle sue indicazioni dovrebbe portare sia alla razionalizzazione dell’offerta ospedaliera e della rete dei servizi dell’emergenza territoriale che, diciamo così, per caduta al potenziamento della rete dei servizi territoriali.
 
Nell’applicazione sul campo del DM 70/2015 ci sono però due importanti limiti a mio parere che ne limitano l’impatto, almeno questo è quello che si nota guardando da vicino a quello che avviene in una Regione come le Marche. Prima di entrare sinteticamente nel merito di questi due limiti ricordo che con un DM del 29 luglio 2015 è stata istituito un tavolo per il monitoraggio dell’attuazione del regolamento di cui al DM 70. Il primo limite è che di tutto il confronto tra il livello regionale e questo tavolo si trova traccia solo nei riferimenti che fanno al riguardo gli atti deliberativi della Regione. Ma per quale motivo non dare tracciabilità a questo confronto in modo da consentire una adeguata informazione a chi voglia esprimere una propria valutazione autonoma delle politiche regionali in tema di riorganizzazione, ad esempio, della rete ospedaliera?
 
Non c’è Regione in cui non ci sia almeno un Comitato per la difesa di un ospedale la cui trasformazione è stata fatta proprio a seguito delle indicazioni del DM 70. Molto spesso questi comitati nascono per la difesa di ospedali di cui è prevista la riconversione a seguito della loro confluenza per le attività per acuti in ospedali unici previsti proprio per dare seguito alle indicazioni del DM in questione. Perché non consentire allora ai cittadini di accedere alla fonte di questa decisione e quindi ai dati che la motivano ed al confronto che in sede di tavolo di monitoraggio dovrebbe avvenire su questi temi?
 
E qui viene fuori il secondo e ancor più grande problema. Quali sono i tempi di applicazione previsti per il DM/70? Entro quando la rete ospedaliera regionale non negli atti, ma nella concreta organizzazione dei servizi deve rispettare le indicazioni del DM/70 e quelle, conseguenti, del tavolo di monitoraggio? L’assenza di tempi certi consente di fatto tattiche dilatorie che – questo è il caso della Regione Marche - passano ad esempio nella identificazione in una determina delle criticità (facciamo conto quella delle troppe discipline presenti oggi in un numero di ospedali incompatibile con i bacini di utenza del DM/70), rimandandone la soluzione a “dopo l’approvazione del nuovo Piano Socio-sanitario”.
 
Ma siccome il nuovo Piano non affronta ”concretamente” il problema della riorganizzazione della rete ospedaliera, ma si limita a rienunciarne la necessità in applicazione del DM 70, passerà un numero imprecisato di anni in attesa della effettiva riorganizzazione. Nel frattempo si dibatte sulla costruzione di nuovi ospedali unici che non hanno riferimenti programmatori cogenti. E, sempre nel frattempo, la ridondanza dell’offerta ospedaliera sottrae risorse al territorio e si confronta con la carenza di personale disperso in una rete ospedaliera a maglie troppo strette.
 
Tempi certi per l’applicazione del DM 70 e trasparenza del confronto col livello centrale aiuterebbero la maturazione delle politiche regionali e le renderebbero se non altro più comprensibili ai tanti portatori di interesse che pagano una grave asimmetria informativa rispetto al governo regionale. 
 
Claudio Maffei
Medico in pensione già Direttore Sanitario dell’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona, della ASL 3 di Fano e dell'IRCCS INRCA di Ancona

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