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Martedì 04 GIUGNO 2019
Un comma 22 anche per le ricette



Gentile direttore,
il comma 22, titolo tradotto di una serie televisiva ora in onda sulle niostre TV passa dal tappeto rosso dei festival cinematografici alla meno trendy ricetta rossa del sistema sanitario nazionale. Per chi non lo sapesse il comma 22 è una procedura utilizzata per evitare, utilizzando un paradosso, che i militari potessero chiedere l’esonero da azioni belliche utilizzando l’infermità mentale, in quanto solo i sani di mente potevano chiedere di essere esentati e pertanto chi lo chiedeva era sano di mente e non infermo.
 
Con la ricetta rossa, il comma 22 italico, succede che i medici sono obbligati a prescrivere su ricetta dematerializzata, bianca, ma dal 1° Giugno in nome della sacra battaglia contro le liste di attesa, devono mettere per la diagnostica  anche un codice di priorità, pena la non emissione della ricetta e sono costretti pertanto ad usare la ricetta rossa. Ma non era obbligatorio dematerializzare?
 
Certo, ma la catasta di normative in materia, che debbono essere tradotte in procedure informatiche necessarie per la ricetta non ha fatto i conti con il fatto che oggi nessun software possiede i codici per biffare, prioritarizzare, barrare e quindi non c’e’ nulla da fare obbligati a fare la ricetta dematerializzata ma per fare una ricetta bisogna farla rossa oppure taroccare le biffature.
 
I cup se non trovano il codice intendono che quell'esame va erogato dall'ospedale anche se non è così e il cittadino viene sbattuto da una parte all'altra. Siamo al caos ricette in tutta Italia con il paradosso che si   creano liste di attesa per abbattere le liste di attesa. Poi dicono che i medici vanno all’estero, a ben vedere quasi quasi mi informo subito anche io.
 
Pier Luigi Bartoletti
Vice presidente Omceo Roma

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