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Lunedì 17 GIUGNO 2019
Repubblica Democratica del Congo. Epidemia di morbillo in rapida espansione. Msf: “Urge una mobilitazione di massa”

L'epidemia di morbillo in Repubblica Democratica del Congo (RDC) rischia di essere la più letale da quando la malattia ha avuto una forte ricomparsa nel paese tra il 2011 e il 2012. Nei primi cinque mesi del 2019, sono stati registrati ufficialmente oltre 1.500 decessi correlati al morbillo, che rappresentano circa il 75% del numero totale delle morti registrate nel corso del 2012, durante l'epidemia più letale dell'ultimo decennio.

A seguito della dichiarazione ufficiale di un'epidemia di morbillo da parte del Ministero della salute congolese, lo scorso 10 giugno, Medici Senza Frontiere (Msf) chiede un’imponente mobilitazione da parte di tutte le organizzazioni nazionali e internazionali competenti per vaccinare più bambini e trattare i pazienti affetti dalla malattia.
 
L'epidemia di morbillo in Repubblica Democratica del Congo (RDC) rischia di essere la più letale da quando la malattia ha avuto una forte ricomparsa nel paese tra il 2011 e il 2012. Nei primi cinque mesi del 2019, sono stati registrati ufficialmente oltre 1.500 decessi correlati al morbillo, che rappresentano circa il 75% del numero totale delle morti registrate nel corso del 2012, durante l'epidemia più letale dell'ultimo decennio.
 
“Le équipe di Msf, in collaborazione con quelle del Ministero della salute, stanno facendo tutto il possibile per ridurre la catena di trasmissione della malattia, vaccinando non appena vengono segnalati casi di morbillo e fornendo assistenza ai pazienti. Tuttavia, in aggiunta agli sforzi già compiuti negli ultimi mesi, servono più risorse e organizzazioni. Garantire la fornitura di vaccini e medicinali è essenziale, prima è meglio è” dichiara Rachel Séguin, coordinatrice medica di Msf in RDC.
 
Dall'inizio dell'anno, Msf è impegnata nella lotta all'epidemia di morbillo, insieme Ministero della salute, in dieci province del paese: Haut-Lomami, Haut-Uele, Ituri, Lualaba, Kasai, Kasai Central, Nord Kivu, Sud Kivu, Tanganyika e Tshopo. Data la portata dell'epidemia, Msf sta rafforzando il suo sistema di sorveglianza e dispiegando équipe in nuove zone sanitarie per combattere la diffusione di questa malattia altamente infettiva.
 
“Il morbillo ha causato così tanti danni nel mio villaggio, ci sono stati morti in quasi tutte le case, alcune famiglie hanno perso due, tre o addirittura quattro bambini” racconta Albertine, residente nella zona di salute di Kamwesha (provincia di Kasai) dove MSF ha lanciato una risposta di emergenza lo scorso maggio.
 
Il morbillo colpisce principalmente i bambini. In RDC, diversi fattori spiegano la sua recidiva, tra cui: bassa copertura immunitaria; fornitura irregolare - o addirittura esaurimento delle scorte - di vaccini; un sistema di sorveglianza debole; mezzi logistici limitati che minano la catena del freddo; conflitti armati e sfollamenti che paralizzano il sistema sanitario di alcune aree; barriere economiche o geografiche che limitano o addirittura impediscono l'accesso dei pazienti alle strutture sanitarie.
 
“I fattori che portano alla ricomparsa del morbillo sono numerosi, ma data la ricorrenza della malattia, è vitale che nel paese venga mantenuto un sistema stabile di approvvigionamento di vaccini. Diversi programmi sono stati pianificati per aumentare la copertura vaccinale più avanti nel corso dell'anno” afferma Ousmane Moussa, capomissione di Msf in RDC. “Nell'immediato futuro è urgente contenere l'impatto dell'epidemia per salvare il massimo delle vite assicurando l'immunizzazione dei bambini e la fornitura di cure gratuite ai pazienti colpiti. Strategie mirate e flessibili devono essere adattate in base all'evoluzione dell'epidemia in ogni zona di salute”.
 
Il morbillo è una malattia virale altamente contagiosa per la quale non esiste alcun trattamento. L'unico modo per combatterla è la vaccinazione. Nel corso del 2019 le équipe di Msf in RDC hanno vaccinato 361.079 bambini e fornito assistenza medica a 14.785 pazienti.

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