quotidianosanità.it

stampa | chiudi


23 GIUGNO 2019
Consiglio nazionale Anaao. “Bene approvazione Dl Calabria. Ora rinnovo del contratto e difesa del Ssn da attacchi delle autonomie regionali e politiche aziendalistiche”

Nella relazione del segretario Palermo, si torna a lanciare l'allarme sui circa 52.000 pensionamenti previsti dal 2018 al 2025. "Si prospetta una discrepanza tra uscite pensionistiche e capacità formativa di circa 16.000 specialisti nel Ssn". Analizzati poi i motivi per i quali i medici non aspirano più ad operare nel Ssn, tra questi: bassa remunarezaione, lavoro gravoso e rischioso e condizioni meno stressanto nel privato. Tra le proposte per invertire la rotta: portare i contratti di formazione specialistica a 10.000 l'anno, rimuovere ogni blocco alle assunzioni, stabilizzare i precari, chiudere il contratto ed incrementare l'indennità di esclusività. LA RELAZIONE, IL DOCUMENTO FINALE

Chiudere in tempi ravvicinati il Ccnl 2016-2018 per rispondere alle aspettative delle categorie professionali del Ssn, superare l'attuale frammentazione contrattuale nell’applicazione di regole omogenee e difendere dai continui attacchi la sanità pubblica e la sua sostenibilità. Queste, in sintesi, le principali richieste contenute nel documento finale approvato ieri dal Consiglio Nazionale Anaao Assomed, riunitosi a Catania il 21 e 22 giugno.
 
Duro il passaggio del documento sull'attuale situazione di un Ssn "sotto attacco", anche per le richieste di maggiori autonomie da parte di alcune Regioni che, per l'Anaao, somigliano ad un "golpe istituzionale". 
 
"La sanità pubblica - si legge - continua la sua fase recessiva, alle prese con il solito teatrino di incrementi economici promessi e negati, il mantra pervasivo del secondo pilastro, periodicamente portato alla ribalta da opportunistiche indagini di mercato, carenze di specialisti, spunto per l’ingegneria creativa delle Regioni alla ricerca spasmodica di una riduzione del costo del lavoro medico, riforme delle autonomie somiglianti ad un golpe istituzionale. I medici ed i dirigenti sanitari rappresentano categorie 'stanche e povere', il cui senso di responsabilità nel tenere in piedi quello che resta della sanità pubblica è messo a dura prova. Non basterà il senso etico a garantire da solo la sostenibilità del Ssn attaccato dalle autonomie differenziate e da politiche aziendalistiche, incapaci di valorizzare la risorsa più preziosa delle organizzazioni professionali, cioè il loro capitale umano".
 
Promosso (seppur con qualche riserva) il Decreto Calabria di recente convertito in legge dopo l'approvazione del Senato. "La conversione in legge del decreto Calabria segna un importante punto di svolta nella storia travagliata della formazione post laurea in Italia perché realizza a livello legislativo un obiettivo storico dell’Anaao, quale l’incontro tra lavoro e formazione. Ma esso rappresenta un’importante novità anche per l’avvio di politiche assunzionali con un nuovo tetto di spesa che, però, se garantisce il turn over dal 2018 non è in grado di consentire il recupero dei 10.000 posti di lavoro persi, specie nelle Regioni meridionali".
 
Quanto poi al contratto, nel documento si spiega come siano state condivise le linee di indirizzo del rinnovo del Ccnl 2016-2018 mirate in primis a ridurre il disagio lavorativo, garantire percorsi di carriere più articolate e meglio retribuite, assicurare relazioni sindacali più corrette a garanzia dell’esigibilità del disposto contrattuale. "La rapida chiusura del Ccnl 2016- 2018 è anche requisito inderogabile per discutere a seguire il Ccnl 2019-2021 che, grazie all’iniziativa politica dell’Anaao e delle OOSS, ha una dote economica che consentirà di continuare il percorso iniziato. A tale proposito il Consiglio Nazionale ritiene necessario continuare a perseguire con ogni mezzo l’acquisizione della Ria alle risorse contrattuali a garanzia del futuro contrattuale delle giovani generazioni".

Non è mancato poi un passaggio anche quei medici e dirigenti sanitari che operano nell'ospedalità privata accreditata. "Il Consiglio Nazionale guarda con grande attenzione ai medici e ai dirigenti sanitari che operano nell’ambito dell’ospedalità privata accreditata, settore in cui, come nel pubblico, vi sono problematiche legate ai disagi professionali e ai sovraccarichi lavorativi, con blocco ultradecennale dei contratti di lavoro, diversificati tra strutture e anche all’interno delle strutture stesse. Il Consiglio Nazionale auspica il superamento di una tale frammentazione contrattuale nell’applicazione di regole omogenee che permettano la valorizzazione dell’esercizio professionale ed il riconoscimento del merito all’impegno individuale, di fronte ad una controparte datoriale non sempre sensibile alle istanze del personale dipendente e dei professionisti dimenticando di operare in nome e per conto del Ssn".
 
Inoltre, nalla sua relazione, il segretario Palermo era tornato a porre l'attenzione sul tema dei pensionamenti e delle uscite del medici dal Ssn. "Dal 2018 al 2025 sono attesi circa 52.000 pensionamenti tra medici dipendenti del Ssn. Nello stesso periodo, acquisiranno il diploma di laurea in Medicina e Chirurgia almeno 79.000 degli attuali studenti. La possibilità di formazione specialistica post-lauream è limitata a circa 54.000 contratti nel periodo considerato che, al netto di rinunce, trasferimenti e perdite di borse si riducono a 51.000. Mediamente, solo il 70-75% degli specialisti formati accetta di lavorare per il Ssn: la reale disponibilità sarà quindi circa di 36.000. Si prospetta dunque una discrepanza tra uscite pensionistiche e capacità formative di circa 16.000 professionisti nel Ssn".
 
Le maggiori carenze si avranno in medicina d'emergenza-urgenza (4.180), Pediatria (3.323) e Medicina interna (1.828).
 

 
Nel suo intervento, Palermo ha inoltre analizzato le motivazioni per le quali i medici specialisti non aspirano più a lavorare nel Ssn. Tra queste, vengono annoverate le basse remunerazioni; un lavoro più rischioso e con carichi gravosi; un lavoro più stressante rispetto al privato; il fatto che i neo laureati ambiscano a specializzazioni più spendibili nel mercato privato; la maggiore possibilità di veder valorizzate le proprie capacità professionali e percepire saliri più alti all'estero.
 
Infine, sono state avanzate alcune proposte per provare ad invertire la rotta:
- Aumentare i contratti di formazione specialistica ad almeno 10.000 l'anno.
- Attivare immediatamente le assunzioni nel Ssn rimuovendo ogni anacronistico blocco (Dl Calabria).
- Stabilizzare tutto il precariato mediante concorsi riservati, prevedendo in ogni caso il possesso o l'acquisizione del titolo di specialista.
- In presenza di ulteriori carenze, assumere gli specializzandi del quarto e quinto anno con contratti a tempo determinato (Dl Calabria).
- Chiudere rapidamente il Ccnl, utilizzando la Ria per ristorare il disagio e premiare il merito.
- Incrementare con risorse aggiuntive l'indennità di esclusività.
 
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA