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Venerdì 05 LUGLIO 2019
Patto per la salute: tempi lunghi per risolvere la crisi



Gentile Direttore,
la bozza del Patto per la salute 2019-2021 evidenzia con precisione le situazioni di crisi che sono sorte in questi ultimi anni nel Servizio Sanitario Nazionale in seguito alla serie di provvedimenti finanziari adottati per far fronte alla crisi economica. Sottolinea che esiste una diversità fra le varie Regioni nell’erogazione dei LEA; che nelle strutture pubbliche lo scarso efficientamento dei servizi ostacola ogni possibile incremento di prestazioni erogabili; che esiste, in seguito al blocco degli organici, la necessità, nel servizio pubblico, di incrementare le risorse umane; che persiste, in alcune Regioni, una consistente mobilità passiva per effettuare anche prestazioni a bassa complessità; che le liste d’attesa per effettuare prestazioni si stanno progressivamente ulteriormente allungando, con notevoli disagi per i pazienti; che in alcune Regioni in piano di rientro si sono ottenuti risultati economicamente positivi non accompagnati, però, da alcun miglioramento dei servizi erogati.

I provvedimenti ipotizzati nel Patto per la salute sono sicuramente ambiziosi e in gran parte condivisibili. Deve esser detto con chiarezza che l’attuazione pratica di questi provvedimenti con i conseguenti effetti positivi, che diano una chiara percezione del miglioramento dei servizi, ha tempi sicuramente non brevissimi. Va sottolineato pure come la non sicurezza sugli stanziamenti finanziari previsti, a causa della situazione economica dell’Italia, potrà essere un ulteriore ostacolo al raggiungimento degli obiettivi che questi provvedimenti si pongono.

Stando così le cose la domanda che ci dobbiamo porre è la seguente: le situazioni di crisi, che interessano alcuni settori del SSN, in questo lasso di tempo che intercorrerà fino all’attuazione pratica dei provvedimenti ipotizzati dal Patto per la salute, peggioreranno?
La risposta non può che essere positiva.

Mi riferisco in particolare alle liste d’attesa che, persistendo la differenza fra domanda di prestazioni e prestazioni erogabili, si allungheranno ulteriormente e una parte dei cittadini si vedranno costretti ancora a pagare di tasca propria le prestazioni e una parte a rinunciarvi.
La necessità di mobilità passiva di pazienti di alcune Regioni rimarrà con le attuali difficoltà determinate soprattutto dalle limitazioni create dagli ultimi provvedimenti adottati dalla Conferenza Stato-Regioni.

Rimarranno tutte le difficoltà attuali nelle strutture pubbliche dovute alla mancata copertura degli organici e alle difficoltà esistenti nell’attuazione dei nuovi contratti di lavoro. Va detto anche, però, che alcune Regioni hanno già, o stanno adottando, alcuni provvedimenti che limiteranno la tendenza al peggioramento di queste crisi. Mancano purtroppo dei provvedimenti straordinari a livello nazionale che abbiano un effetto immediato nel contrastare questo reale pericolo di peggioramento delle criticità.

Vorrei segnalare due aspetti che mi hanno lasciato perplesso:
1) nella bozza del Patto per la salute è previsto un provvedimento che riduce per i Fondi Integrativi il numero di prestazioni comprese nei LEA a favore dei propri iscritti. Se entrerà in vigore, la conseguenza sarà che un numero non trascurabile di pazienti, che attualmente eseguono queste prestazioni tramite l’assistenza assicurata dai fondi, dovranno farle attraverso il SSN il che, portando inevitabilmente ad un aumento della domanda, si ripercuoterà con un ulteriore allungamento delle liste d’attesa

2) le Associazioni delle Strutture Sanitarie Private Accreditate hanno da sempre fatto presente la loro disponibilità ad erogare un numero maggiore di prestazioni, in tempi rapidi, per il SSN per attenuare l’allungamento delle liste d’attesa. Questo non è stato finora possibile in quanto il DL 95 del 2012 emanato dal Governo Monti bloccava, dalla entrata in vigore e senza limiti temporali, incrementi complessivi al finanziamento per le strutture private accreditate. Si era chiesto che nel Patto della salute fosse abrogato questo provvedimento: questa nostra richiesta, penso in seguito ad una visione solo ideologica, non è stata accettata.

Il ministero della Salute ha programmato una serie di incontri con tutte le Associazioni per discutere e valutare eventuali proposte da inserire nel Patto. Mi auguro che questi incontri possano essere costruttivi e possano portare ad individuare soluzioni che da subito possano arginare i previsti peggioramenti delle crisi in atto e, con il tempo strettamente necessario e con l’impegno di tutti, al superamento definitivo delle stesse.

Dr. Mauro Potestio
Presidente FederAnisap

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