quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 16 LUGLIO 2019
Patto per la Salute. Grillo vuole più poteri per intervenire nelle situazioni regionali di criticità

“Oggi io non posso intervenire quando c’è un’inerzia delle amministrazioni regionali perché ci sono le autonomie. Questa cosa è inaccettabile ed è in discussione nel Patto per la Salute”. Lo ha detto ieri il ministro rispondendo ad alcuni ascoltatori sulla situazione del Ps del San Camillo di Roma su Radio 1 Rai dove ha anche ribadito il suo no ai tagli: “Scriverò una lettera a tutti i ministri raccontando cosa mi hanno detto i pazienti, perché quando si taglia in sanità bisogna sapere che si taglia sui diritti fondamentali e su persone che hanno problemi enormi”

“Non si può più tagliare sulla sanità e l’ho già detto se dovessero tagliare lo faranno senza di me. Scriverò una lettera a tutti i ministri raccontando cosa mi hanno detto i pazienti, perché quando si taglia in sanità bisogna sapere che si taglia sui diritti fondamentali e su persone che hanno problemi enormi”. Parole del ministro della Salute, Giulia Grillo, pronunciate ieri durante il programma di Rai Radio1 `In viva voce´.
 
“Negli ultimi 10 anni - ha sottolineato - sono state tagliate risorse alla sanità per almeno 10 miliardi. Più volte ho detto che se saranno previsti nuovi tagli mi sarei dimessa”.
 
Il ministro ha poi affermato che “i servizi sanitari che abbiamo sono ottimi rispetto ai finanziamenti che hanno avuto” e questo lo dobbiamo “all'impegno dei nostri medici, degli infermieri e di tutto il personale che opera nel servizio sanitario”. I finanziamenti, ha precisato Grillo, sono stati “la metà di quelli erogati in Francia e un terzo di quelli su cui può contare la sanità in Germania”.
 
Grillo ha ricordato le misure messe in campo dal Governo: “Abbiamo varato riforma per far entrare specializzandi nel Ssn, sbloccato le assunzioni, riformato la medicina generale e adesso le Regioni si devono dare una mossa perché i soldi e gli strumenti li hanno per fare assunzioni”.
 
Rispetto alle specializzazioni mediche il Ministro ha rimarcato come “il numero dei posti per le specializzazioni a Medicina è stabilito in base al fabbisogno determinato dalle Regioni e dal Miur insieme. Non si possono formare più persone di quante ne servono”.
 
“Il problema – ha poi precisato - è che va riformato il meccanismo. Dobbiamo eliminare il meccanismo del numero chiuso delle borse nelle scuole di specializzazione e legarlo direttamente al fabbisogno sanitario. Se una struttura è vacante per un certo numero di cardiologi e di anestesisti, ad esempio, chi si laurea in medicina, con una laurea abilitante peraltro, concorre per quel posto che poi diventerà il suo posto di specializzazione lavoro”.
 
Infine il Ministro ha parlato dei rapporti tra Stato e Regioni in riferimento a degli interventi degli ascoltatori sull'Ospedale San Camillio di Roma: “Oggi io non posso intervenire quando c’è un’inerzia delle amministrazioni regionali perché ci sono le autonomie. Se le cose non funzionano ci sono precise responsabilità del presidente della Regione che nel Lazio è anche commissario e del direttore generale. Questa cosa è inaccettabile ed è in discussione nel Patto per la Salute”.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA