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Venerdì 19 LUGLIO 2019
Medici di famiglia e farmaci. La Fimmg contro Bartolazzi: “Unica cosa da ottimizzare è la sua conoscenza della Medicina generale ”
Il sindacato dei medici di famiglia si scaglia contro il sottosegretario alla Salute che ieri alla presentazione del rapporto Osmed aveva parlato di ottimizzare le prescrizioni di farmaci da parte dei mmg. Scotti: “Tutti i medici di Medicina Generale fanno le loro prescrizioni nell’interesse di salute del proprio paziente”.
“Leggo e rileggo le dichiarazioni rese dal Sottosegretario alla Salute Armando Bartolazzi in occasione della presentazione del Rapporto OSMED 2018 e, per quanto mi sforzi, non riesco proprio a comprendere il senso di ciò che dice, soprattutto dopo l’incontro con il Ministro della Salute, Giulia Grillo, dove abbiamo chiaramente apprezzato l’azione del ministro che ha avviato un confronto per ottimizzare si la medicina generale, ma fornendole personale e supporto per investimenti in diagnostica non certo una azione rieducativa professionale”.
A parlare è oggi il segretario generale della Fimmg Silvestro Scotti che in una nota diramata a 24 ore dall'intervento del sottosegretario apre una polemica durissima sulla questione del monitoraggio delle rpescrizioni farmaceutiche da parte dei Mmg.
Ma cosa aveva detto Bartolazzi? “Il grosso delle prescrizioni vengono fatte da Mmg da quando ero studente questi professionisti sono bombardati dagli informatori farmaceutici che promuovono i loro prodotti. Non è mai stata prevista la figura di un informatore ‘statale’, di Aifa o del Ssn, che spieghi ai medici, ciclicamente, qual è la realtà dei fatti. Bisognerebbe magari introdurre dei fattori di incentivazioni per ottenere performance ottimali anche dal punto di vista finanziario e di corretta prescrizione. Non è mai stata prevista una figura di monitoraggio per ottimizzare sempre di più il loro modo di prescrivere. Questo per me è un punto critico”.
Affermazioni che per l'appunto non sono andate giù al leader della Fimmg che ribatte: “I Medici di Medicina Generale ricevono ormai da anni dalle loro Aziende Sanitarie report sulla attività prescrittiva individuale e di confronto con le medie aziendali, regionali e nazionali, a latere del fatto che i nostri gestionali hanno anche strumenti che possano creare attività di ricerca e studio in tal senso sempre più praticati dai medici nella loro attività e base del confronto formativo per una Società Scientifica della Medicina Generale per la valutazione dei bisogni di formazione. Vogliamo, pertanto, rassicurare il Sottosegretario sul fatto che non c’è alcun bisogno di prodigarsi nella produzione di ulteriori informazioni, semmai bisognerebbe utilizzare le informazioni da noi prodotte per pesare i dati di OSMED non solo su confronti macro ma piuttosto su dati che si avvicinino alla tanto declamata personalizzazione delle cure che pertanto tiene conto anche di fattori socioeconomici e culturali delle popolazioni, fattori che differenziano l’impatto di malattie e conseguentemente delle terapie in aree con indici di deprivazione materiale e sociale colpevolmente diversi. Questo, a meno che non sia cambiato qualcosa e che magari ora con la locuzione “prescrizione appropriata” non si debba intendere solo come ridurre la spesa prescindendo dal risultato”.
“Mi spiace – ironizza ancora Scotti – che il Sottosegretario sia rimasto traumatizzato dall’esperienza vissuta da studente e che ancora oggi sia tormentato dal ricordo di queste orde d’informatori sanitari che, come lui stesso ha raccontato, “bombardavano i Medici di Medicina Generale”, oltretutto da studente universitario io ricordo che lo stesso succedeva nei reparti dell’Ospedale Universitario, per promuovere i loro prodotti. Ciò nonostante, pur nel massimo rispetto di questo personale dramma, non ci sembra che ad oggi i colleghi della Medicina Generale si lascino influenzare finendo per fare scelte che possano andare contro gli interessi dei pazienti, e oltretutto non capirei perché questo riguarderebbe solo i medici di Medicina Generale e non tutti i medici. Forse l’unica cosa da “ottimizzare” sono questi ricordi di giovinezza e una migliore conoscenza di cosa sia oggi la Medicina Generale”.
Silvestro Scotti stigmatizza anche la proposta di introdurre dei “fattori di incentivazioni per ottenere performance ottimali dal punto di vista finanziario e di corretta prescrizione”: “I Medici di Medicina Generale non hanno bisogno di incentivi per migliorare le proprie performance come prescrittori. Questa visione - sottolinea il leader Fimmg - è non solo svilente della professionalità di ciascun medico, ma anche deontologicamente scorretta e ci aspettiamo un intervento della FNOMCeO che chiarisca al medico Bartolazzi che sta parlando di e ad altri medici. FIMMG tiene a sottolineare che tutti i medici di Medicina Generale fanno le loro prescrizioni nell’interesse di salute del proprio paziente e che queste prescrizioni di certo non cambierebbero a fronte di incentivi economici o mobbing di informatori statalisti probabilmente scelti tra economisti interessati all’appropriatezza finanziaria e non interessati all’appropriatezza assistenziale”.
“Farmaci e vaccini sono strumenti di salute? Sono o no un investimento per ridurre la spesa socio-sanitaria complessiva? O sono solo un semplice costo?”, si chiede poi Roberto Venesia presente, in qualità di Coordinatore Area Farmaco di FIMMG Nazionale, alla presentazione AIFA del rapporto OSMED.
“Dobbiamo pensare che l’uso appropriato dei famaci può determinare risparmi per il SSN. Ma dobbiamo, però, intenderci sul concetto di appropriatezza. Se una prescrizione - sottolinea - è generalmente considerata appropriata quando effettuata all’interno delle indicazioni cliniche, e, in generale, all’interno delle indicazioni d’uso (dose, durata, ecc) per le quali è dimostrata l’efficacia e per ciò autorizzata, la domanda delle domande è “che tipo di salute vogliamo ottenere per il nostro paziente con il bene farmaco?”.
Un medico non dovrebbe avere dubbi “La migliore possibile”: il farmaco giusto, al paziente giusto, per il tempo necessario. Qual è il farmaco giusto ce lo dice la scienza, il paziente giusto lo sceglie il medico e per il tempo necessario tutti devono fare squadra. Purtroppo il concetto di appropriatezza che vediamo nelle dichiarazioni a cui abbiamo assistito, sembrerebbe rendere giusto ciò che è economicamente sostenibile”, conclude Venesia.
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