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Mercoledì 24 LUGLIO 2019
Equo compenso. Mandelli (FI): “Da Forza Italia battaglia per correggere criticità su professioni”

Il testo, presentato oggi dal responsabile di Forza Italia per i rapporti con il Parlamento, è composto da 5 articoli. L'obiettivo è quello di "correggere le criticità emerse dalla nuova normativa e legate ai contraenti forti, ai comportamenti di alcune Pubbliche amministrazioni o alle limitazioni del campo soggettivo di applicazione". 

Il responsabile di Forza Italia per i rapporti con le professioni, Andrea Mandelli, nel corso di una conferenza stampa alla Camera, ha assicurato che, "dopo la battaglia per l'equo compenso nella manovra, Forza Italia continua il suo impegno con una proposta che vuole correggere le criticità emerse dalla nuova normativa e legate ai contraenti forti, ai comportamenti di alcune Pubbliche amministrazioni o alle limitazioni del campo soggettivo di applicazione".
 
"Il testo a mia prima firma - ha proseguito il parlamentare - è un punto di partenza per far sì che il Parlamento affronti questo tema importante. Nei cinque articoli del testo si definisce l'equo compenso, chiarendo che esso si applica a qualsiasi rapporto professionale e ampliando la platea dei soggetti tenuti al rispetto della normativa, esclusi i consumatori. Vengono inoltre legittimati i Consigli nazionali delle professioni a promuovere azioni collettive contro violazioni dell'equo compenso e delle clausole vessatorie ed è previsto che il ministero della Giustizia adotti appositi decreti per ciascuna professione al fine di calibrarli sulle diverse necessità. Ci auguriamo che su questo si apra un confronto utile e proficuo".
 
Il disegno di legge è composto da 5 articoli.
 
All'articolo 1 si stabilisce cos'è l'equo compenso.
 
All'articolo 2 viene stabilito che l'equo compenso si riferisce a qualsiasi rapporto professionale e sottolinea che tutti devono sottostare ad esso. "Rimangono esentati i consumatori finali, quindi non è una norma che va a penalizzare il cittadino", ha sottolineato Mandelli.
 
L'articolo 3 fornisce la legittimazione ai consigli nazionali per intraprendere azioni collettive per inibire violazioni all'equo compenso.
 
L'articolo 4 introduce la novità che contempla che il ministero possa siglare un protocollo d'intesa con ogni singola professione, affinché il rapporto tra ordine professionale e ministero possa trovare quella giusta calibrazione per gestire singolarmente ogni rapporto con un decreto.
 
L'articolo 5 va acontemperare quanto è stato fatto in passato, senza abolire ma integrando.

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