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Mercoledì 24 LUGLIO 2019
Programma 2019 autosufficienza del sangue: Regioni verso l'ok al decreto della Salute e agli indirizzi complessivi

Il programma, su cui si è espressa favorevolmente la Commissione salute delle Regioni e che domani sarà in Conferenza Stato Regioni, individua i consumi storici, i fabbisogni e i livelli di produzione necessari, definisce le linee di indirizzo per il monitoraggio dell’autosufficienza, per la compensazione interregionale e per il miglioramento della qualità, dell'appropriatezza e della sostenibilità del sistema e gli indicatori per il monitoraggio e le raccomandazioni per gli obiettivi strategici del Programma nazionale sangue 2018. IL DOCUMENTO.

Parere favorevole della Commissione salute delle Regioni alla bozza di decreto del ministero della Salute sul "Programma annuale per l'autosufficienza nazionale del sangue e dei suoi prodotti per l'anno 2019".

Il programma individua i consumi storici, i fabbisogni e i livelli di produzione necessari, definisce le linee di indirizzo per il monitoraggio dell’autosufficienza, per la compensazione interregionale e per il miglioramento della qualità, dell'appropriatezza e della sostenibilità del sistema e gli indicatori per il monitoraggio e le raccomandazioni per gli obiettivi strategici del Programma nazionale sangue 2018.

La condizione delle Regioni al parere favorevole è stata che entro il 2019 si ridefiniscano  i criteri e le modalità per la programmazione dell’autosufficienza nazionale di emocomponenti e per la produzione di medicinali plasmaderivati (MPD), soprattutto per l’impatto sull’organizzazione e la sostenibilità dei sistemi trasfusionali regionali.

Nel periodo 2009-2018, la produzione nazionale di globuli rossi rispetto alla popolazione residente, dopo un incremento progressivo fino al 2012 (da 42,4 unità per mille nel 2009 a 44,5 unità per mille nel 2012), mostra una tendenza al decremento ( 42,2 unità per mille nel 2018), ma garantisce la completa copertura dei fabbisogni reali espressi dalla popolazione.

Nel 2018, rispetto al 2017, si registra una ulteriore riduzione complessiva (-5,4%) delle unità di globuli rossi eliminate per scadenza: 24.051 (0,94% delle unità prodotte) rispetto a 25.423 (0,99% delle unità prodotte), specialmente a Trento (- 60%), in Molise (-57%) e in Calabria (-32%).

Le due Regioni con una carenza rilevante strutturata di globuli rossi (Lazio e Sardegna), si differenziano, tuttavia, per l'indice di produzione standardizzato per la popolazione residente che, anche nel 2018, si conferma inferiore alla media nazionale nel Lazio (30,6 per mille rispetto a 42,2 unità per mille) e superiore in Sardegna (50,1 rispetto a 42,2 unità per mille). Gli indici regionali di produzione e consumo di globuli rossi (unità per mille) nel 2018 confermano una rilevante variabilità interregionale, con range nella produzione da 27,9 unità (Campania) a 52,2 unità (Marche) e range nel consumo da 29 unità  (Campania) a 67,1 unità (Sardegna).

Il contributo all'autosufficienza nazionale di globuli rossi, grazie alla cessione (programmata e non programmata) di unità di emocomponenti alle Regioni carenti, è stato fornito soprattutto da: Piemonte (27%), Lombardia (17%), Veneto (12%), Emilia-Romagna (11%), Trento, Ospedale Bambino Gesù e Friuli-Venezia Giulia (8%), Bolzano (3%), Valle d'Aosta e Marche (circa 2% ognuna).

Rispetto al 2017, la Campania, la Basilicata, la Sardegna, il Lazio e la Sicilia presentano una dipendenza maggiore dalla compensazione interregionale di globuli rossi che, invece, nel 2018 si è ridotta per l'Abruzzo e la Toscana.

Nel 2018, le cessioni interregionali di unità di globuli rossi sono state di circa 70.000 unità, acquisite soprattutto da Sardegna e Lazio. Il debito in mobilità sanitaria interregionale di queste Regioni nel 2018 (Sardegna: 5.029.585 euro; Lazio: 5.673.417 euro) è pari a circa il 76% del valore totale della mobilità interregionale (13.848.452 euro] ed è sostanzialmente allineato ai dati consolidati del 2017.

I dati quantitativi preliminari del 2018, relativi alla terapia trasfusionale con globuli rossi, confermano il trend in riduzione registrato per la prima volta a partire dal 2013. L'utilizzo dei globuli rossi nel 2018 si conferma in calo in 10 Regioni.

Le previsioni globali di produzione dei globuli rossi contenute nel programma di autosufficienza nazionale del 2018 (42,8 unità per mille) sono risultate allineate rispetto ai consumi effettivi rilevati mediante i dati relativi al 2018 (42,2 unità per mille).

La programmazione annuale per l'autosufficienza nazionale e regionale del sangue e dei suoi prodotti, come mostrano i risultati del quinquennio 2014-2018 e le previsioni per il 2019, è secondo il programma allegato al decreto della Salute complessivamente in grado di garantire l’equilibrio quanti-qualitativo, sostanzialmente adeguato, fra produzione e fabbisogni di emocomponenti labili a uso trasfusionale.

Le cessioni/acquisizioni interregionali di unità di globuli rossi a scopo compensativo mantengono un ruolo chiave per la garanzia dell'autosufficienza e si fondano soprattutto su rapporti convenzionali stabili tra Regioni. Tuttavia, il monitoraggio continuo delle dinamiche dei fabbisogni assistenziali trasfusionali, sia in relazione alle azioni promosse e intraprese dall’interno del Sistema sia a fronte dei complessi mutamenti evolutivi negli ambiti assistenziali in cui il Sistema stesso è coinvolto, continua a giocare un ruolo strategico nella capacità di identificare e adottare i necessari interventi correttivi nell'ambito della sopra citata programmazione.

Per quanto riguarda il personale dei servizi trasfusionali, il programma sottolinea che i medici in servizio sono in calo (- 4%); inoltre, dal 2017 al 2018, il loro numero si è ridotto complessivamente in 10 Regioni (Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Puglia, Sardegna, Valle d'Aosta e Veneto) di 64 unità. A questo si aggiunge la riduzione del numero degli altri laureati (biologi e altri laureati con laurea quinquennale) che operano presso i Servizi e che, nell'ultimo anno, si è ridotto, in 9 Regioni (Calabria, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Sardegna, Sicilia, Toscana) di 40 unità.

Per questo il programma conclude che è “necessario e strategico individuare, di concerto con le istituzioni interessate, anche a livello accademico, percorsi formativi efficaci nella predetta disciplina”.

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