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Lunedì 29 LUGLIO 2019
A 13 anni dalle lenzuolate di Bersani la parafarmacia non sfonda. Calcolando solo il settore Consumer Health una farmacia tradizionale fattura mediamente 2 volte e mezzo di più. Intervista con Sergio Liberatore di Iqvia Italia

Il numero uno per l’Italia del provider globale di informazioni, tecnologie innovative e servizi di ricerca clinica del settore Life Sciences traccia un primo bilancio del 2019 del comparto Consumer Health (farmaci senza prescrizione, integratori, creme e cosmetici, siringhe, latti in polvere e prodotti veterinari). “Mercato nel complesso sostanzialmente stabile ma trainato soprattutto dalla farmacia”.

Con le famose “lenzuolate” di Bersani nella seconda metà degli anni 2000 alle tradizionali farmacie convenzionate si sono affiancati altri esercizi commerciali (parafarmacie e GDO) autorizzati a vendere medicinali senza ricetta oltre naturalmente all’insieme di quei prodotti destinati al benessere e alla cura della persona rientranti nel settore del cosiddetto “Consumer Health”.
 
Ma come vanno le cose ad oltre dieci anni dall’avvio di questi nuovi esercizi? E’ possibile fare un raffronto con le farmacie tradizionali, limitandosi ovviamente ai prodotti vendibili sia in farmacia che in parafarmacia?
 
La farmacia resta senza dubbio il presidio di riferimento sia per numero (circa 19.300) che per fatturato. A confronto con la parafarmacia (in totale 4.200 esercizi) e limitandosi al solo “Consumer Health” il fatturato della farmacia è di circa 10miliardi contro gli 880 milioni delle parafarmacie, vale a dire due volte e mezzo in più se rapportato al singolo esercizio: circa 517mila euro medi per farmacia contro i 209mila euro medi per parafarmacia.
 
E il trend, almeno considerando gli ultimi dodici mesi (luglio 2018-giugno 2019), non lascia ben sperare per queste ultime che complessivamente perdono lo 0,4% del fatturato nel complesso del settore Consumer a fronte di un + 1,3%, sempre del solo settore Consumer, registrato dalle farmacie.
 
Un andamento che potrebbe spiegare anche il saldo negativo di 30 esercizi tra aperture e chiusure per le parafarmacie nei primi sei mesi di quest’anno, mentre di farmacie se ne sono aperte una nuova al giorno da gennaio a oggi, per un totale di 180 nuove farmacie in attività.
 
A illustrarci questi dati è l’amministratore delegato di Iqvia Italia (il provider globale di informazioni, tecnologie innovative e servizi di ricerca clinica del settore Life Sciences), Sergio Liberatore.
 
Dottor Liberatore, come sta andando quest’anno il settore Consumer Health?
Il mercato italiano dei prodotti consumer health (per esempio farmaci senza prescrizione, integratori, creme e cosmetici, siringhe, latti in polvere e prodotti veterinari) è sostanzialmente stabile nei primi sei mesi del 2019 (-0,3%), rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, a 6,7 miliardi di euro.  Questa analisi prende in esame i quattro canali di vendita di questi prodotti (farmacia, parafarmacia, super/ipermercato con corner e super/ipermercato senza corner). Se, invece, consideriamo soltanto i canali con la presenza di un farmacista (farmacia, parafarmacia e super/ipermercato con corner) si registra una piccola crescita dello 0,4%.
 
E sull’anno mobile invece?
Il mercato, come abbiamo detto, è complessivamente stabile. Infatti registra un piccolo aumento dello 0,2%.  In totale il mercato ha registrato vendite per 13,3 miliardi di euro nel periodo dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2019.
 
Come vanno i singoli canali (farmacie, parafarmacie, Gdo con corner e Gdo senza corner)?
La farmacia, nei dodici mesi presi in esame, traina - senza ombra di dubbio - la crescita a valori del comparto consumer health (+1,3%), arrivando a toccare 10,05 miliardi di euro. Per la farmacia, comunque, questo aumento non basta a contrastare la decrescita nelle vendite dei farmaci da prescrizione. Si confermano, invece, in decisa diminuzione le vendite dei prodotti consumer health della grande distribuzione organizzata (GDO), corner e no corner, segnando un calo a valori rispettivamente del 5,1% e del 3,6%. Nel comparto, la parafarmacia scende dello 0,4% a valori.
 
Come vanno le parafarmacie?
Le parafarmacie in Italia sono circa 4.200 per un fatturato totale, pressappoco, di 880 milioni di euro. E’ un mercato che nell’ultimo anno ha registrato una sostanziale stabilità, ma i numeri sono piuttosto piccoli rispetto alla farmacia.  Infatti, le farmacie vendono circa 10 miliardi di euro di prodotti consumer, cioè circa undici volte il fatturato delle parafarmacie, e con un tasso di crescita del 1,3% (ultimi dodici mesi mobili a giugno).
 
E’ possibile sapere qual è il saldo delle aperture/chiusure di parafarmacie? 
Il ciclo di aperture e chiusure delle parafarmacie nei primi sei mesi del 2019 vede un saldo negativo di trenta punti vendita da gennaio a giugno. Mentre, nel caso delle farmacie, nel primo semestre 2019 è continuato il trend di una nuova apertura al giorno, cioè sono stati aperti 180 nuovi punti vendita.
 
E i corner?
Il numero di corner della grande distribuzione a giugno è stabile a circa 390.
 
Il mercato dell’OTC come sta andando in generale e nei singoli canali? Chi aumenta? Chi diminuisce?
Nei quattro canali di vendita presi in esame, le vendite delle medicine da banco e da autoprescrizione sono aumentate nei dodici mesi, dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2019, del 2,4% arrivando a toccare 6,9 miliardi di euro. In particolare, aumentano le vendite della farmacia da 5,77 miliardi a 6,03 miliardi di euro. Mentre cala leggermente la parafarmacia passando da 494 a 493 milioni di euro. La GDO cresce dello 0,7% passando da 376 a 378 milioni di euro.
 
Qual è la ripartizione di fatturato OTC/SOP/parafarmaco tra farmacie e extracanale (parafarmacie e corner) e, nell’ambito dell’extracanale, tra parafarmacie e corner?
Per quanto riguarda la ripartizione del fatturato la parte del leone è sempre della farmacia (vedi tabella). Per esempio, nel caso dei prodotti da banco e senza obbligo di prescrizione, la farmacia vende quasi il 92%, la parafarmacia il 5,9%, mentre la GDO è ferma al 2,3%.
 



Peso per canale


Farmacie


Paraf


Super/Iper Corner


Super/Iper No Corner


Farmaci di autocura (SOP/OTC)


91,9%


5,8%


2,3%


0,0%


Notificati (integratori)


84,9%


7,9%


3,0%


4,2%


Igiene e Bellezza


62,5%


7,6%


8,2%


21,7%


Parafarmaceutico


83,3%


4,3%


3,1%


9,3%


Nutrizionale


31,9%


3,0%


12,8%


52,3%


Grand Total


75,7%


6,4%


5,0%


12,8%


 
Nello specifico, il mercato del personal care come sta andando in generale e nei singoli canali? 
Nell’anno mobile preso in esame, le vendite di prodotti di cura personale (creme, cosmetici, igiene) sono diminuite dello 0,8% da 3,17 a 3,15 miliardi di euro. Solamente la farmacia registra un buon risultato passando da 1.950 a 1969 milioni di euro nel periodo. La parafarmacia resta sostanzialmente stabile a 239 milioni di euro, mentre cala il fatturato della GDO. Nel caso della grande distribuzione organizzata, incide il fatto che solo il 20% dei  consumatori acquista prodotti di prima qualità nei segmenti igiene personale e cura della persona. Infatti, la GDO è forte soprattutto nei prodotti a basso prezzo, mentre la farmacia vende prevalentemente i prodotti esclusivi. Anche in questo caso, quasi il 63%  dei prodotti a valori è venduto in farmacia.
 
E il mercato del patient care?
Cala il comparto dei parafarmaceutici (termometri, siringhe, dispositivi medici) segnando una diminuzione a valori del 3,1%, da 2.053 a 1.990 milioni di euro. Questa diminuzione è registrata in tutti i canali, incluso la farmacia, che passa da 1.696 a 1.657 milioni di euro. La parafarmacia resta sostanzialmente stabile, mentre cala la GDO da 270 a 245 milioni di euro.
 
Per quanto riguarda invece il mercato nutritional?
Le vendite dei prodotti nutrizionali (per esempio latti in polvere) sono in calo in tutti i canali, registrando una diminuzione complessiva del 3,6%. In questo segmento è forte la grande distribuzione, ma nell’anno mobile le vendite diminuiscono passando, nel caso dei super/ipermercati senza corner, da 664 milioni di euro a 642. Mentre i super/ipermercati con corner diminuiscono da 168 a 157 milioni. Anche la farmacia ne risente, passando da 402 a 391 milioni di euro e la parafarmacia da 38 a 37 milioni di euro. 
 
E il mercato veterinario?
Per quanto riguarda il mercato veterinario, si registrano trend decisamente positivi nei dodici mesi presi in esame con vendite in farmacia aumentate del 2,9% passando da 323 a 333 milioni di euro, mentre in parafarmacia sono diminuite dello 0,6% per un totale di 22,9  milioni di euro.
 
Dal vostro punto di osservazione che analisi fate del comparto Consumer Health e dei rispettivi canali?
Nel complesso si confermano le tendenze degli ultimi anni. Per esempio, anche nel periodo preso in esame, si conferma il successo del mercato degli integratori (complessi vitaminici, minerali, probiotici). Nel periodo dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2019, il mercato degli integratori venduti in farmacia è aumentato del 3,8% passando a 3,77 miliardi di euro. E questo trend va avanti da almeno cinque anni.
Anche in questo caso la parte del leone è della farmacia con l’84,9% delle vendite, mentre la parafarmacia ne vende il 7,9% e la GDO il 7,3%.  Inoltre, in questo momento notiamo un aumento dell’acquisto on-line di integratori e farmaci senza ricetta, un trend con una crescita a doppia cifra che beneficia i farmacisti che hanno investito in una piattaforma di e-commerce.
 
 
Luciano Fassari

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