quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 02 AGOSTO 2019
Arru difende l’indifendibile, la sua riforma è stata un disastro



Gentile Direttore,
la recente presa di posizione del Dr. Luigi Arru non può esimere da una replica da parte chi gli effetti della cosiddetta riforma li ha vissuti sulla propria pelle e su quella dei propri iscritti. Bene avrebbe fatto il Dr. Arru a perseverare in quanto afferma di essersi ripromesso, ovvero il silenzio, quel silenzio portatore di pace e serenità che poteva lenire le ferite da lui inferte in modo più o meno consapevole al cuore pulsante della sanità isolana.

Non possiamo certo dimenticare che la sua fine come Assessore è stata preannunciata in fase preelettorale non solo dal leader espresso dal centrodestra ma anche dal leader respresso dal centrosinistra e in particolare dal suo stesso partito. Cosa è questo se non la prova della autentica debacle cui sono andati incontro lui e la sua cosiddetta riforma?

Persistere contro tutto e contro tutti a difendere l’indifendibile, negare l’esistenza del disastro è diabolico! Significa negare l’evidenza, ovvero il profondo disagio in cui si trovano ad operare tutti gli operatori sanitari e il dolore e l’impotenza che provano le persone ammalate che trovano ostacoli sempre maggiori per il loro accesso alle cure.

Ma qual è la causa del disastro? La assenza totale di progettualità, o meglio, confondere le intenzioni, le finalità con la progettualità. Ci si è fermati alla definizione degli obiettivi. Obiettivi fissati arbitrariamente, non basati su dati reali misurabili.

Più volte in sede di confronto sindacale abbiamo chiesto di visionare i dati da cui si partiva per stabilire obiettivi e modalità attuative della riforma. Non ci sono mai stati forniti! Allora delle due una: o non erano conosciuti o ci sono stati nascosti.
Bella alternativa: incapacità o attività antisindacale!
Su questa base possiamo, allora, dire che la riforma è partita su base indiziaria! Una riforma sbandierata come “epocale” campata in aria!

Sono finiti qui i guai? Neanche un po’!

Cosa si chiede ad un ingegnere che deve progettare il rifacimento di una importante arteria stradale? Come minimo di prevedere degli sbocchi alternativi per il traffico, per evitare di creare ingorghi e garantire la viabilità.

Cosa si può chiedere ad un Assessore che vuole razionalizzare un sistema sanitario regionale per renderlo più virtuoso ed efficiente? Come minimo di rispondere in modo esaustivo alle istanze di salute della popolazione nelle singole fasi della riforma.
Tutto ciò è stato fatto? No!

E’ mancato completamente un cronoprogramma attuativo. Sono stati messi in atto tagli di posti letto ospedalieri, fusioni di reparti, di laboratori, blocco del turnover, praticamente dall’oggi al domani, ponendo gli operatori sanitari di fronte al fatto compiuto. Tutto questo è stato fatto senza porre mano minimamente alla riforma e al potenziamento della rete territoriale. Risultato? Contrazione drammatica dell’offerta di salute ospedaliera senza vie alternative territoriali!

Questo quadro già da solo descrive bene la drammaticità dei fatti. Ma il dramma prevede anche altri fattori: la contrazione della spesa su manutenzioni delle strutture e dei macchinari.
In pratica cosa ci troviamo ora sotto gli occhi: Ospedali depotenziati in organico e mezzi; Sanità territoriale all’anno zero.

Si millantano risparmi importanti nella spesa sanitaria. Seppur veri, sono risparmi ottenuti sulla pelle dei pazienti e grazie alla abnegazione dei medici e degli altri operatori sanitari che hanno sacrificato ore della loro vita per amore del loro lavoro. Ore che vengono regolarmente disconosciute e cancellate dal cartellino con trucchetti da saltimbanchi.

Cosa rimarrà di questi cosiddetti risparmi costati salute e vite umane? Niente! Una volta che si colmeranno i buchi d’organico e i buchi nei muri l’indebitamento potrebbe essere anche superiore al passato.

Abbiamo parlato di buchi d’organico, con organici ridotti più di quanto sia possibile tollerare. Buchi nei muri, ovvero strutture in molti casi fatiscenti dotate di apparecchiature per lo più obsolete e frequentemente guaste.

Porre rimedio alla situazione descritta non sarà semplice. I muri si possono riparare e le apparecchiature si possono sostituire ma per i problemi di organico la strada è lunga e accidentata, è mancata infatti una qualsiasi forma di programmazione della formazione specialistica.

Abbiamo centinaia di medici “a spasso” perché senza specializzazione e gli ospedali vuoti. Analogo discorso vale per il 118. Abbiamo l’elisoccorso ma gli organici del 118 sono insufficienti.

Il costrutto teorico della riforma del Dr. Arru è stato assolutamente inadeguato e inconsistente.
Questa situazione non può più essere sopportata in silenzio, per il bene degli operatori e dei pazienti.

Tutti i lavoratori della Sanità che hanno affrontato con estrema abnegazione l’impatto di questo tsunami che si è abbattuto sulle residue risorse fisiche e mentali, non possono accontentarsi di semplici istanze di principio volte a tenere aperto con organici e mezzi sempre più risicati questo o quel Servizio/Presidio Ospedaliero/Unità Operativa.

I servizi, le Unità Operative e gli Ospedali si tengono aperti con le assunzioni delle figure professionali sufficienti a farli funzionare correttamente e la fornitura delle apparecchiature e attrezzature adeguate, non con gli ordini di servizio o i turni massacranti.

La macchina amministrativa ATS non è stata in grado di gestire in modo adeguato il rimodellamento organizzativo, peraltro lacunoso e velleitario, e tutto ciò si è di fatto tradotto nella incapacità di dare risposte adeguate e tempestive.

L’efficienza amministrativa del sistema è drammaticamente peggiorata.

Non esiste certezza di responsabilità. Figure apparentemente nevralgiche nella organizzazione annaspano nella incertezza delle loro funzioni.
Praticamente tutte le procedure si impantanano in un mare magnum di burocrazia confusa.
Ormai il tempo degli alchimisti e saltimbanchi è finito!
Gli operatori sanitari e la gente vogliono rispetto, fatti concreti e risposte serie.

Chiediamo alle forze politiche che attualmente governano la nostra Regione che si facciano carico di portare soluzioni ai problemi qui solo parzialmente descritti. Attendiamo non solo segnali ma una svolta decisa per il reale soddisfacimento dei bisogni di salute della gente ed il rispetto e la valorizzazione della professionalità degli operatori sanitari e, perché no, anche la tutela della loro serenità, della loro salute ed integrità fisica.

Al Dr. Arru, medico ed ex Assessore alla Sanità chiediamo un pudico silenzio.

Luigi Curreli
Coordinatore dei Dirigenti Medici Anaao Ats Sardegna

© RIPRODUZIONE RISERVATA