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Venerdì 27 SETTEMBRE 2019
Carenza medici. Simg controcorrente: “Ok alle proposte regionali”

Il presidente della Società italiana di Medicina geneale, Claudio Cricelli: “E’ una situazione d’emergenza che va affrontata non solo con provvedimenti eccezionali. Chiediamo l’istituzione di una Commissione Nazionale per la Medicina Generale”.

“Prendiamo atto della proposta delle Regioni di assumere specializzandi per contrastare la carenza di medici all’interno del servizio sanitario nazionale. Ci troviamo di fronte ad una situazione d’emergenza che però non può essere tamponata solo attraverso provvedimenti eccezionali. E’ quindi necessario risolvere, quanto prima, il problema alla radice attraverso una profonda riorganizzazione del percorso formativo degli specialisti e medici di medicina generale”. E’ questo il commento del dott. Claudio Cricelli, Presidente Nazionale della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), al documento in 16 punti presentato ieri dalla Conferenza Regioni (Proposte riguardanti la carenza di medici specialisti e la valorizzazione delle professioni sanitarie non dirigenziali).
 
“Da oltre un ventennio assistiamo ad una mancata programmazione del numero dei nuovi professionisti in formazione nelle università italiane - aggiunge Cricelli -. Tuttavia solo negli ultimi tempi le autorità sanitarie hanno realmente preso coscienza di un deficit che può seriamente compromettere l’assistenza medica a milioni di cittadini italiani. Non c’è più tempo da perdere, bisogna trovare una soluzione stabile a questo grave problema”.
 
Nel documento, stilato dalle Regioni, si propone anche una riorganizzazione del corso di formazione specifica in medicina generale. “Come Società Scientifica chiediamo al Ministro Speranza l’istituzione di una Commissione Nazionale per la Medicina Generale - aggiunge il Presidente SIMG -. Alla quale partecipino tutti i rappresentanti della MG italiana allo scopo di definire un’ampia riforma dei contenuti, modalità e forme del tirocinio in medicina generale. La nostra professione ha bisogno di un rinnovato e più moderno percorso di formazione per poter così rispondere alle nuove esigenze del servizio sanitario nazionale”.

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