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Mercoledì 09 OTTOBRE 2019
Molecular tumor Board. Verso un’oncologia 3.0
Il 4 ottobre gli esperti dei Molecular Tumor Board di diversi istituti d’Italia e della Regione Veneto si sono incontrati per confrontarsi sui modelli operativi da adottare e sugli obiettivi che queste strutture dovrebbero raggiungere. Questo approccio potrebbe offrire una chance terapeutica al 25% dei pazienti oncologici.
La Regione Veneto è la prima, in Italia, ad aver deliberato, a luglio di quest’anno, la costituzione di un Molecular Tumor Board (Mtb) regionale. Esso ha il compito di “definire il percorso dei pazienti oncologici che devono essere sottoposti ad una profilazione molecolare diversa da quella standard”, spiega Michele Milella, direttore del dipartimento di Oncologia dell’Università di Verona.
Un’organizzazione a livello regionale, precisa Milella, risponde all’esigenza pratica di una centralizzazione che consenta ai pazienti di tutto il territorio di accedere a questo tipo di servizio. Si tratta di un importante passo in avanti verso la medicina di precisione.
Il board è costituito da un gruppo interdisciplinare di esperti: oncologi, patologi, biologi molecolari, genetisti, bioeticisti, farmaco-economisti, bio-informatici, che hanno il compito di analizzare i dati del paziente, interpretarli, valutare potenziali ricadute e infine, eventualmente, “dare a questi pazienti accesso a terapie mirate e personalizzate attraverso trial clinici o attraverso altre modalità di accesso al farmaco che stiamo definendo con la Regione”.
Potenzialità e problemi dei Molecular Tumor Board
In Italia non esistono altre strutture regionali, ma sono molti gli istituti che hanno costituito il proprio Mtb, e ognuno ha messo a punto il proprio modello di lavoro. Le attività di queste organizzazioni sono molto recenti e l’approccio al paziente oncologico adottato è nuovo. Gli esperti di tutta Italia si sono quindi riuniti, il 4 ottobre, in occasione dell’incontro Molecular Tumor Boards: governare il presente per costruire il futuro per mettere a confronto le esperienze, i diversi modelli operativi e le metodologie di profilazione.
“Nell'incontro del 4 ottobre, che è stato un successo dal punto di vista della partecipazione e della qualità degli interventi, sono state discusse le grandi potenzialità ma anche i grandi problemi che una profilazione genomica dei tumori oggi comporta”, commenta PierFranco Conte, Direttore di Oncologia Medica 2 dell’Istituto Oncologico Veneto Irccs.
Gli esperti hanno iniziato a riflettere sui criteri di selezione dei pazienti e hanno fatto una stima del numero di pazienti per cui questo approccio potrebbe risultare vantaggioso: “Si darebbe una chance terapeutica al 25/30% dei pazienti oncologici”, osserva Milella.
Significativo l’intervento di Nello Martini, Presidente della Fondazione Ricerca e Salute (ReS) ed ex direttore generaledi Aifa “sulla possibilità di discutere con l’agenzia regolatoria delle modalità di accesso ai farmaci sia al livello regionale, sia al livello nazionale”.
Un altro grande obiettivo che i Molecular Tumor Board si sono posti durante l’incontro è di convogliare tutti i dati raccolti dalle varie strutture in Italia in un database nazionale comune. “In questo modo avremmo a disposizione una mole di informazioni dal valore inestimabile”, precisa Milella.
La sfida principale riguarda la sostenibilità: come far fronte ai costi dei test molecolari e delle eventuali terapie associate?
Si presenta anche la necessità pratica di creare dei percorsi di formazione, master, corsi o dottorati, per oncologi e patologi, per fare in modo che imparino a lavorare in questo modo.
Nasce infatti una modalità di lavoro completamente diversa a quella a cui si era abituati. “Entriamo in una pratica dell’Oncologia e più in generale della Medicina 2.0 o 3.0.”, commenta Milella. “È un modo di lavorare rivoluzionario rispetto a quello che abbiamo sempre avuto”.
Un passo importante verso l’oncologia personalizzata
Fino a oggi la Medicina era una medicina di popolazione. La diagnosi era effettuata in base alla sede del tumore e alle caratteristiche cliniche. Ora invece si analizza la malattia di un singolo paziente, si valutano le variazioni genetiche, per intervenire nel modo più specifico possibile. “È un passo importantissimo verso una Medicina e un’Oncologia veramente personalizzate.”
Il 7 ottobre si è svolta la seconda riunione del gruppo di lavoro regionale, composto da oncologi, patologi, patologi molecolari, farmacisti, rappresentanti della regione e rappresentanti dei comitati etici e dei pazienti. È stata fissata, come data di scadenza, il 30 ottobre “per produrre un documento definitivo sulle modalità operative del Molecolar tumor board, sulla scelta dei test molecolari e sulle possibili modalità di accesso ai farmaci da sottoporre poi alla regione per iniziare a lavorare”.
Camilla De Fazio
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