quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 12 OTTOBRE 2019
EADV/ Psoriasi: conosciuta ma decisamente sottotrattata. E i pazienti vivono in preda all’ansia

Sono i risultati scaturiti da due studi presentati a Madrid dove in questi giorni è in corso il 28° congresso dell’EADV. Oltre la metà dei soggetti con psoriasi non segue alcun trattamento, mentre tra quelli trattati, il 49% non riscontra benefici dal trattamento e il 29% lamenta un eccesso di effetti indesiderati. I tre quarti dei soggetti con manifestazioni psoriasiche in fase acuta infine affermano di soffrire di un disturbo d’ansia che in uno su tre è in forma grave.

Cinque anni in media per ricevere la diagnosi e una percentuale incredibile di pazienti sottotrattati. E’ il desolante panorama delle persone affette da psoriasi dipinto da uno studio tedesco su 650 pazienti appena presentato al congresso EADV (European Academy of Dermatology and Venereology) in corso a Madrid.
 
Il 56% dei pazienti con psoriasi, estesa per oltre il 20% della superficie corporea ha dichiarato di non essere al momento seguito da un medico e quindi di non seguire alcun trattamento. Ma c’è di più. Metà dei pazienti in trattamento afferma di assumere farmaci che non hanno alcun impatto sulla loro condizione (49%) o che sono gravati da troppi effetti indesiderati (29%).
 
Nove soggetti su 10 di quelli intervistati erano affetti da psoriasi a placche, localizzata soprattutto a livello dei gomiti e della testa. Questa patologia può però interessare anche aree molto più critiche quali la regione perianale e i genitali, fatto questo che rappresenta un ostacolo ancora più grande alla comunicazione col medico e alla prescrizione di una terapia realmente incentrata sui bisogni del paziente.
 
 “Nonostante la psoriasi sia una patologia molto conosciuta – commenta Maximilian Schielein, primo autore di questa ricerca, del dipartimento di Dermatologia e Allergologia, Technical University, Monaco di Baviera (Germania) – una percentuale importante di pazienti rimane sotto trattata. E’ importante che i medici dedichino più tempo ai pazienti e prescrivano un trattamento appropriato a quelli non soddisfatti dalla terapia in atto. E’ bene anche non dimenticarsi di quei pazienti che, delusi dalla terapia, hanno abbandonato il trattamento e smesso di vedere il medico. E’ essenziale riagganciarli e i medici hanno il dovere di assicurare a tutti i pazienti affetti da psoriasi un trattamento ottimale”.
 
Un altro studio, presentato a Madrid da Valeriia Matiushenko (Institute of Dermatology and Venereology of National cademy of Medical Sciences of Ukraine) durante il congresso dell’EADV, ha dimostrato che il 77% dei soggetti con psoriasi in fase acuta presenta un disturbo d’ansia, contro il 19% della popolazione generale. Andando a valutare in dettaglio il grado di questo disturbo d’ansia i ricercatori hanno riscontrato che nel 33% dei pazienti è presente in forma grave, nel 44% in forma intermedia e nel 23% in forma lieve.
Questi risultati sottolineano l’importanza del porre in essere programmi multidisciplinari per la diagnosi e il trattamento della psoriasi, che includano anche specifici interventi psico-sociali all’interno del programma di trattamento per migliorare il decorso della patologia e la sua prognosi a lungo termine.
 
La psoriasi, una patologia cutanea non trasmissibile, interessa almeno 100 milioni di persone nel mondo. le cause sono sconosciute anche se di certo sistema immunitario e genetica giovano un ruolo importante.
 
Maria Rita Montebelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA