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Giovedì 17 OTTOBRE 2019
Congresso Mondiale di Ingegneria Clinica. L’impatto delle tecnologie sulla salute globale. Intervista al Presidente Tom Judd

“Vogliamo condurre una discussione aperta per condividere esperienze e migliori pratiche sull’impatto globale che le tecnologie sanitarie hanno sulla qualità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria in contesti diversi” ha spiegato il Chairman del Congresso che si apre il prossimo 21 ottobre a Roma

Quali sono le differenze di esperienza sull’Hta tra gli ospedali e le università di Cina, Canada e Brasile? E quali le più avanzate soluzioni di robotica e di intelligenza artificiale quotidianamente utilizzate tra Stati Uniti, Sud Africa e Italia?
 
Sono alcuni dei temi al centro del 3° Congresso Internazionale di Ingegneria Clinica (Icehtmc) che sta per aprirsi a Roma (21-22 ottobre, Centro Congressi Policlinico Gemelli, Roma), dove oltre 1500 specialisti provenienti da tutto il mondo si confronteranno sulle innovazioni tecnologiche per la sanità in un ambiente multidisciplinare e iper-tecnologico.
 
Alla vigilia dell’evento abbiamo incontrato lo statunitense Tom Judd Chairman del congresso, tra i leader dell’American College of Clinical Engineering, e presidente della Clinical Engineering Division internazionale (Ced-Ifmbe), ente promotore dell’incontro.
 
Presidente Judd, questa è la terza riunione per Icehtmc. Quali sono stati gli aspetti più importanti dei due congressi precedenti in Cina e Brasile?
Sicuramente il risultato più importante che abbiamo raggiunto e continuiamo ad esprimere come comunità internazionale di ingegneria clinica è indirizzare un messaggio chiaro sul valore e sull’impatto della nostra professione sull’erogazione dell’assistenza sanitaria e sui risultati conseguenti. Come indicato nel messaggio inaugurale al convegno di Roma, questi Congressi promossi dalla Ced sono una grande opportunità per interagire e fare rete con esperti globali - ingegneri biomedici e clinici, responsabili delle tecnologie sanitarie, accademici, politici e decisori, rappresentanti del settore medico - e con tutti coloro che sono coinvolti nella vasta gamma di tecnologie sanitarie, che stanno plasmando il modo in cui l’assistenza sanitaria viene erogata oggi e sarà erogata in futuro.
 
A Roma si incontreranno esperti e delegazioni di associazioni professionali da tutti i continenti...
Questo è il nostro terzo vertice globale di Clinical Engineering: questi nostri incontri identificano le priorità chiave della nostra professione. I risultati dei vertici precedenti - in Cina e Brasile - hanno guidato la nostra azione in materia di riconoscimento, credenziali, collaborazioni e sviluppo delle capacità professionali. In questi anni abbiamo coinvolto nelle nostre attività circa 800mila professionisti, tra ingegneri clinici, altri operatori, decisori sanitari ed anche un vasto pubblico di cittadini. Un numero che fa capire la vastità della nostra azione.
 
Peraltro il 21 ottobre è anche il “Global engineering day”, giornata lanciata proprio da voi nel 2015...
L’abbiamo lanciata a partire dall’Icehtmc del 2015 in Cina, per richiamare l’attenzione sulla professione e sulle priorità di un corretto governo dell’innovazione tecnologica. Nel 2018 sono stati coinvolti 50 Paesi nella giornata e abbiamo misurato oltre 700mila connessioni digitali su web e sui social media ai nostri messaggi. A partire da questa azione abbiamo avviato il nostro Global CE Journal ed abbiamo pubblicato 400 storie di successo di ingegneria clinica provenienti da 125 paesi.
 
Quali potrebbero essere le parole chiave e i temi più importanti di Roma-Icehtmc?
Il Congresso tratterà un ampio spettro di argomenti, dalla gestione del rischio clinico alla valutazione delle tecnologie sanitarie, dall’Ict e dall’informatica medica agli standard e alle normative internazionali, dall’Htm e dalle operazioni sanitarie allo sviluppo di dispositivi (e sistemi) innovativi e molti altri. L’obiettivo generale dell’evento è condurre una discussione aperta per condividere esperienze e migliori pratiche sull’impatto globale che le tecnologie sanitarie hanno sulla qualità e l’efficacia dell’assistenza sanitaria in contesti diversi. Aggiungo qui "impatto sulle politiche sanitarie nazionali", argomento di una delle nostre sessioni plenarie.
 
Potrebbe anticipare i prossimi obiettivi e gli obiettivi della clinical engineering division internazionale?
Siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi ambiziosi che ci siamo prefissati negli anni. Il nostro tema per il triennio 2018-2021 è “Connettiti con gli altri”, tema scelto per creare un effettivo network professionale che superi le distanze e colleghi i Paesi in cui siamo quotidianamente presenti.

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