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Martedì 29 OTTOBRE 2019
Allattamento al seno. Se pensa vi sia chi ci speculi a fini di lucro, Villani faccia i nomi



Gentile Direttore,
vorremmo rispondere all’articolo “Allattamento al seno. Sì alla promozione, no al giro d’affari” pubblicato su Quotidiano Sanità il 22 Ottobre 2019 a firma di Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria. La CIANB, una Coalizione di Associazioni che si occupano di alimentazione dei neonati e dei bambini, e quindi anche di allattamento, vuole precisare quanto segue in merito all’articolo di Alberto Villani, Presidente della Società Italiana di Pediatria (SIP)
 
Villani scrive che associazioni, coalizioni, gruppi e cooperative lucrano sull’allattamento con l’offerta di corsi, incontri e testi a pagamento, “avvalendosi molto spesso di figure difficilmente qualificabili, senza alcuna documentata e documentabile professionalità”. Asserisce anche che gli “accreditamenti per l’allattamento a pagamento degli ospedali” costituiscono “un bell’affare economico” (riferendosi, immaginiamo, alle iniziative “Insieme per l’Allattamento” del Comitato Italiano per l’UNICEF).
 
Ma quali sono le associazioni, le coalizioni, i gruppi e le cooperative che lucrano sull’allattamento? Le Associazioni che fanno parte di questa Coalizione hanno bilanci pubblici e consultabili. Invitiamo alla loro lettura, anche richiedendoli alle singole Associazioni. La comparazione trasparente dei bilanci, resi pubblici anche dalle Società Scientifiche, permetterebbe di verificare facilmente eventuali attività a scopo di lucro. Quanto ad associazioni, gruppi e cooperative che non fanno parte di questa Coalizione, indicarne i nomi permetterebbe di denunciare eventuali comportamenti scorretti.
 
Quanto all’avvalersi di “figure difficilmente qualificabili, senza alcuna documentata e documentabile professionalità”, vogliamo precisare che pediatri, ostetriche, infermiere, psicologhe e altre figure professionali, per non parlare delle mamme alla pari, che fanno parte delle nostre Associazioni, sono tutte rigorosamente formate su protezione, promozione e sostegno dell’allattamento con corsi ed esami certificati, anche a livello internazionale. Sarebbe utile anche per questo aspetto conoscere i nomi delle associazioni, gruppi o cooperative che si avvalgono di figure incompetenti.
 
Nell’articolo di Villani è scritto anche di associazioni che ricavano denaro da attività e con “personaggi, senza qualifica, nelle cariche dirigenziali, sempre le stesse da lustri, come fosse un mestiere”. Quali sono? Ancora una volta, ne vanno indicati i nomi. Vogliamo precisare che tutte le associazioni della nostra Coalizione sono dotate di Statuto che, come anche nel caso della SIP, prevede la rotazione delle cariche. I presidenti, eletti dai direttivi, restano in carica per uno o al massimo due mandati di 1-3 anni.
 
Infine, quanto ai rapporti con le aziende, intese come produttori e distributori di sostituti del latte materno e di altre merci coperte dal Codice Internazionale, non dubitiamo che tutti i rapporti che la SIP intrattiene con queste e altre aziende siano basati su correttezza e rispetto delle normative di legge.
 
Vogliamo però ricordare che l’articolo 30 del Codice di Deontologia Medica stabilisce che il medico deve evitare qualsiasi condizione di conflitto di interessi. Nella linea guida inerente l’applicazione del suddetto articolo, c’è scritto che i medici “non possono percepire direttamente finanziamenti allo scopo di favorire la loro partecipazione a eventi formativi; eventuali finanziamenti possono essere erogati alla società scientifica organizzatrice dell’evento o all’azienda sanitaria presso la quale opera il medico.” È noto che alcuni sponsor finanziano direttamente la partecipazione di pediatri ai congressi delle Società Scientifiche Pediatriche.
 
Ma il problema non è solo la deontologia. La Guida sul porre fine alla promozione inappropriata di alimenti per lattanti e bambini piccoli, emanata dall’Assemblea Mondiale della Sanità nel 2016, afferma che la sponsorizzazione di eventi associativi da parte di ditte produttrici di sostituti del latte materno si configura come una violazione del Codice Internazionale. Va rispettata la legge. E anche il Codice Internazionale. Vogliamo ancora una volta ricordare l’esempio del Royal College of Paediatrics and Child Health,equivalente britannico della SIP, che dal 31 Gennaio 2019 ha deciso di non accettare più finanziamenti da parte delle aziende. I colleghi britannici esprimono un argomento convincente: è ragionevole continuare a confrontarsi con i produttori di sostituti del latte materno, ma senza accettarne i soldi.
 
Per concludere, non vanno perse, ma valutate e condivise, le occasioni per collegare, rafforzare e valorizzare l’impegno di tante figure coinvolte nella protezione, promozione e sostegno dell’allattamento, riconoscendo le competenze e contrastando i conflitti di interessi. Pensiamo che gli argomenti di questa nostra lettera siano sufficienti perché i lettori di Quotidiano Sanità si facciano un’opinione documentata.
 
Le associazioni che fanno capo alla Coalizione Italiana Alimentazione Neonati e Bambini (CIANB)

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