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Lunedì 18 NOVEMBRE 2019
Rischio clinico. Nomina vacante per la guida del team in Toscana



Gentile Direttore,
le scrivo in merito allo stallo della nomina del Direttore del Gruppo del Rischio Clinico Regionale (GRC) della Toscana, rimasta vacante dopo il pensionamento del Dottor  Riccardo Tartaglia, fondatore e Direttore del GRC  di fama  regionale,  nazionale ed internazionale. Proprio per l’importanza di questo Centro e nell’ottica di aiutare la Regione  a trovare la soluzione giusta al più presto ci si è posti la domanda: quale figura professionale può svolgere le funzioni di Clinical Risk Manager e di conseguenza  di Direttore del GRC regionale ?
 
La materia  trova le sue regole nel comma 540 della legge finanziaria del 2016 (legge 28 dicembre 2015, modificato con successivo provvedimento nel 2017) che così recita nel testo vigente: “L'attività di gestione del rischio sanitario è coordinata da personale medico dotato delle specializzazioni in igiene, epidemiologia e sanità pubblica o equipollenti, in medicina legale ovvero da personale dipendente con adeguata formazione e comprovata esperienza almeno triennale nel settore”.
 
E’ vero  che alcune buone pratiche sono a conduzione infermieristica, altre a conduzione medica ed infermieristica/tecnica  ed altre ancora a solo conduzione medica.
 
Ma prevalendo nel sistema sanitario la figura medica sul piano scientifico e di responsabilità per gli aspetti  diagnostici, terapeutici e prognostici  e la produzione di algoritmi conseguenti nei quali le altre figure professionali sanitarie agiscono e soprattutto per gli aspetti di diagnosi differenziale, la scelta della conduzione delle attività di risk-management nelle Aziende e nel Centro Regionale per la Gestione del Rischio Clinico non può che essere che medica.
 
Si deve anche  considerare che la  gestione del rischio organizzativo non esaurisce il campo degli interventi preventivi  ma si addentra in campi riguardanti:
- Le evidenze scientifiche violate o non rispettate;
- Il tema delle soglie alle quali attenersi;
- Il tema della Qualità e Sicurezza  di esercizio delle strutture sanitarie e le loro connessioni
- Il tema della corretta diagnosi, trattamento ed assistenza e le loro connessioni anche temporali
- Il tema delle cause di morte, del loro studio con riferimento  alle SDO ed ai riscontri diagnostici;
- Il tema dei diritti dei cittadini e della corretta gestione della cartella clinica sia cartacea che digitale, del consenso informato , delle direttive anticipate,  della nomina dell’amministratore di sostegno,  della corretta applicazione della privacy con salvaguardia del principio del passaggio di segreto del processi assistenziali.
 
La prevalenza della figura medica come clinical risk manager è dal punto di vista della legge  un elemento di certezza  che richiama comunque la collaborazione delle altre figure professionali  sanitarie e di  figure professionali non sanitarie come quella degli  esperti in Human Factors ( HFE)  utili quando si parla di metodologia di comunicazione , elaborazione di dati al servizio delle figure professionali sanitarie.
 
L’idea di un risk management a gestione medica con coordinamenti interprofessionali  che condividono, supportano , collaborano nelle scelte  rimane una idea attuale che ha portato a benefici chiari anche nella Regione Toscana.
 
Oltre  a quanto dice la legge ed il buon senso, va aggiunto quanto richiesto a più riprese dallo stesso Riccardo Tartaglia, e ufficialmente alla Regione Toscana  dall’Ordine dei Medici di Firenze e dall’Ordine degli Infermieri di Firenze e Pistoia ovvero di una Direzione Medica del GRC Regione Toscana.
 
Allora perché non si procede? Perché questi mesi di stallo che stanno depotenziando  il Centro?  Perché continuare a generare incertezza?
 
Il Dottor Tartaglia ha speso  la sua vita professionale per far crescere una cultura della Sicurezza e della Qualità delle cure e dell’assistenza , un binomio inscindibile  in Sanità, così come Medico ed Infermiere sono un binomio inscindibile che troppe suocere vogliono  dividere. 
 
Forse che la Regione Toscana abbia deciso di considerare il GRC solo uno strumento di gestione dei sinistri?  Forse che l’eccessiva autonomia del GRC possa essere considerata  dalla Regione Toscana di ostacolo al management aziendale?  Forse che misurare in modo critico, oggettivo e trasparente le organizzazioni sanitarie ed i percorsi sanitari in termini di Qualità e Sicurezza generi apprensioni  alla Regione Toscana ? 
 
La legge, il buon senso e le maggiori  Istituzioni sanitarie, consapevoli dell’importanza di questa scelta,  vogliono una guida medica del GRC.
A tutte  queste domande  dovrebbero dare una risposta ben  motivata  l’Assessore alla Sanità, la sua Direzione ed il Governatore della Regione Toscana .
Giorgio Tulli
Già Direttore del Dipartimento delle Terapie Intensive e Medicina Perioperatoria dell’Azienda Sanitaria Fiorentina

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