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Lunedì 02 DICEMBRE 2019
Decadimento cognitivo. In Veneto rifinanziati con 1,5 milioni i 158 centri sollievo

Il numero dei centri (attivati da terzo settore, volontariato, Comuni e Ulss come esperienze di auto-aiuto per i familiari e di sostegno alle persone affette da decadimento cognitivo) sono cresciuto da 106 nel 2016 a 158 nel 2019. Di pari passo è andato aumentando anche il sostegno finanziario della Regione, passato dal 1,1 milioni a 1,5 mln, confermate anche per il 2020. I centri attualmente assistono oltre 2000 persone con decadimento cognitivo.

Proseguirà anche nel 2020 il progetto della rete di ‘sollievo’ per malati di Alzheimer, Parkinson e demenze della Regine Veneto. La Giunta regionale fa infatti sapere  stato confermato anche il 2020 il milione e mezzo di finanziamenti per i Centri Sollievo attivati in Veneto da terzo settore, volontariato, Comuni e Ulss come esperienze di auto-aiuto per i familiari e di sostegno alle persone affette da decadimento cognitivo.   

“Il progetto iniziale, avviato a Vedelago nei primi anni del Duemila su iniziativa degli amministratori e del volontariato locale, si è rapidamente diffuso ed esteso al territorio regionale – afferma in una nota l’assessore regionale alla sanità al sociale Manuela Lanzarin -  I Centri Sollievo, espressamente previsti dal piano sociosanitario del Veneto, sono uno dei perni di supporto delle politiche di domiciliarità: nell’ultimo triennio il loro numero è cresciuto passando dai  106 del 2016 ai 158 nel 2019. Attualmente assistono oltre 2000 persone e impegnano circa 1800 volontari, con l’apporto di medici di medicina generale, specialisti e sanitari dei centri per il decadimento cognitivo, dei servizi distrettuali e comunali e del volontariato organizzato. Di pari passo è andato aumentando anche il sostegno finanziario della Regione, passato dal milione e 115 mila euro del 2016 al milione e 500 mila euro messo a bilancio nelle ultime annualità”.

La risorse, confermate con la nuova delibera, sono assegnate alle Ulss in proporzione al numero di abitanti ultrasessantacinquenni e al numero delle persone in carico ai Centri, ma anche in base al numero dei giovani volontari, delle associazioni e dei Comuni coinvolti. I territori più finanziati risultano essere la Marca trevigiana (294.000 per l’Ulss 2), il Veronese (277.000 euro per l’Ulss 9), che nel riparto della quota premiale guadagnano i maggiori incentivi. Seguono il Padovano (234.000 euro per l’Ulss 6 Euganea), l’Ulss 3 Serenissima (216.000 euro), l’Ulss 8 Berica (120.000 euro), l’Ulss 7 Pedemontana (113.000 euro), l’Ulss 5 Polesana (92.000 euro), l’Ulss 1 Dolomiti (89.000 euro) e l’Ulss 4 del Veneto Orientale (65.000 euro).

“L’evidenza scientifica di questi anni di sperimentazione – commenta l’assessore – conferma che i Centri Sollievo aiutano la permanenza della persona anziana il più a lungo possibile a casa propria, ritardano il processo involutivo sostenendo e rinforzano le abilità residue. Sono un punto di incontro e di socializzazione per le persone anziane, ma costituiscono anche un servizio significativo per i famigliari che, nelle figure specializzate e nei volontari dei centri, trovano appoggio, consulenza e supporto. Si tratta appunto di un servizio di ‘sollievo’, che alleggerisce i carichi di assistenza e cura, valorizza il mutuo-aiuto e rompe il cerchio di isolamento che circonda i nuclei familiari alle prese con il decadimento cognitivo di un componente. I Centri Sollievo sono ormai entrati a pieno titolo nella rete regionale dei servizi di diagnosi, cura e assistenza delle demenze”.

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