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Lunedì 20 GENNAIO 2020
Parti cesarei. Dati controversi dalle SDO 2018: continua, anche se di poco, il calo ma in alcune Regioni il tasso aumenta. Campania ancora sopra il 50%, Trento sotto il 20%

I dati sui parti cesarei contenuti nelle SDO 2018 appena pubblicate dal ministero della Salute mostrano un andamento in calo negli anni, anche se in alcune Regioni si registra un leggero aumento. I risultati migliori in Sicilia (-3,11%), Molise (-3,40%) e Trento (-3,09%). I peggiori, con percentuali in aumento, sono invece Veneto (+1,89%), Bolzano (+1,64%) e Marche (+0,89). In realtà però, con percentuali inferiori, l’incidenza percentuale sul totale dei parti è maggiore anche in Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte e Lazio.

Cesarei: nel 2018 la Campania ha sempre il record con il 53,14% di parti eseguiti in sala operatoria (anche se in calo rispetto agli anni precedenti quando avevano raggiunto il culmine nel 2014 con il 62,29%). Al contrario la percentuale minore è a Trento che con il 18,94% si avvicina a quel 15% indicato dall’Oms come percentuale di cesarei ottimale.

Nel complesso, i cesarei scendono ancora e nel 2018, secondo gli ultimi dati SDO, hanno rappresentato il 33,16% di tutti i parti rispetto al 33,76% del 2017 e, andando indietro nel tempo di dieci anni, del 47.78% nel 2008.
 
I risultati migliori rispetto al 2017 li hanno ottenuti la Sicilia (-3,11%), il Molise (-3,40%) e Trento (-3,09%). I peggiori, con percentuali in aumento, sono invece del Veneto (+1,89%), Bolzano (+1,64%) e le Marche (+0,89). In realtà però, con percentuali inferiori, l’incidenza percentuale sul totale dei parti è maggiore anche in Toscana, Valle d’Aosta, Piemonte e Lazio.

Rispetto al 2008 invece calo record del – 14,17% in Sicilia, seguita dalla Basilicata (-11,10%) e dall’Abruzzo (-9,89%), ma anche rispetto a dieci anni prima del 2018 ci sono due Regioni in leggero aumento: Bolzano (+0,29%) e Toscana (+0,17%), anche se nelle percentuali registrate durante il periodo 2008-2018 queste Regioni  hanno registrato anni con cali maggiori come ad esempio per Bolzano il 2015 (in tutto i cesarei erano il 23,87% dei parti, un valore inferiore al 2018 del – 2,37% poi aumentato di nuovo) e per la Toscana il 2011 con 25,11% (il -1,56% rispetto al 2018).
 


A livello di aree geografiche la percentuale maggiore è sempre del Sud con il 39,26% di Cesarei contro la media nazionale del 33,16%, mentre ci si ferma al 25,35% al Nord e si raggiunge il 31,01% al Centro.

In questo caso la riduzione dei cesarei è stata sempre costante negli anni nel Sud (del -1,54% rispetto al 2017 e del -8,52% rispetto al 2008) e nel Nord (-021% sul 2017 e -3,56% sul 2008), mentre al Centro si sono ridotti del -2,47% rispetto al 2008, ma sono cresciuti del +0,21% rispetto al 2017.
Anche la media italiana è stata sempre in calo nel decennio e nel 2018 rispetto al 2008 la percentuale è scesa del -5,14 per cento medio.
 


Le SDO 2018 indicano anche dove i cesarei sono più frequenti.

Le percentuali maggiori nel pubblico sono quelle delle aziende ospedaliere che su 94482 parti ne hanno il 35,4% cesarei e, tranne al Sud, tutti in strutture con oltre 500 interventi l’anno. In realtà però il numero maggiore di parti è negli ospedali a gestione diretta: 255.817 di cui il 29,5% cesarei e l’incidenza maggiore di questi è stavolta nelle strutture con meno di 500 parti l’anno, presenti in tutte le Regioni tranne che in Valle d’Aosta, Liguria e Basilicata.

Per quanto riguarda il privato (accreditato e non), i parti in Policlinici privati, IRCCS privati e fondazioni private, Ospedali classificati, Presidi USL, Enti di ricerca sono stati nel 2018 36.565 di cui il 35,8% cesarei, mentre nelle case di cura private accreditate sono stati effettuati 45.472 parti di cui il 46,8% cesarei.

Le strutture private non accreditate censite nelle SDO sono solo in Toscana e nel Lazio. In Toscana hanno assistito 4 parti di cui la metà cesarei, nel Lazio 262 di cui il 50,4% cesarei.
 
 

 

   

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