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Venerdì 24 GENNAIO 2020
Raccolta plasma 2019. Superati gli obiettivi: +1,4% rispetto al 2018. Autosufficienza più vicina. I dati del Centro nazionale sangue

Tutte le Regioni, grazie all’attività dei donatori, hanno raccolto più dell’80% programmato dal piano nazionale plasma con 856mila i Kg di plasma ottenuti. L’obiettivo è raggiungere gli 860mila Kg necessari per avvicinarsi maggiormente all’indipendenza strategica dal mercato nordamericano, su cui vengono reperiti i farmaci che non riusciamo a produrre da soli. Liunbruno: “Uno sforzo alla portata del sistema sangue italiano”

Manca veramente poco per conquistare l’autosufficienza plasma. La raccolta 2019 si conclude con un segno positivo: +1.4% rispetto all’anno precedente con 856mila chilogrammi di plasma raccolti contro i 844mila del 2018. Una attività di donazione sempre più virtuosa che, se seguirà il trend intrapreso, consentirà di percorrere agevolmente l’ultimo miglio per tagliare il traguardo, entro il 2021, degli 860mila chilogrammi di plasma necessari per avvicinarci all’indipendenza dai mercati internazionali.
 
A tirare le somme della raccolta di plasma è il Centro Nazionale Sangue. I dati 2019 consegnano una raccolta superiore a quanto previsto dal Programma nazionale plasma, che detta il percorso per avvicinarsi maggiormente all’indipendenza da un mercato internazionale dove gli Usa fanno la parte del leone con ben il 71% del plasma prodotto al mondo, a fronte di una copertura europea che assicura appena il 10% del fabbisogno mondiale, con circa 80mln di litri prodotti.
 
Un’indipendenza strategica: grazie al plasma messo a disposizione delle industrie, si possono produrre farmaci salvavita fondamentali per una serie di patologie, dall’emofilia ad alcune immunodeficienze. Per questo il Programma Nazionale, che scadrà nel 2021, prevede che ogni Regione aumenti la propria raccolta in una misura compatibile con le proprie possibilità, per alzare sempre di più l’asticella dell’autosufficienza, che ora viene garantita al 70-90% a seconda della disponibilità dei singoli plasmaderivati.
 
E in questo 2019, come emerge dai dati del Centro nazionale sangue, tutte le Regioni grazie all’attività dei donatori hanno raccolto più dell’80% programmato, e molte sono andando ben oltre. Solo Basilicata, Valle D’Aosta e Calabria si sono fermate sotto il 90%.
Le Regioni più “generose” sono le Marche, il Friuli Venezia Giulia e l’Emilia Romagna, che superano i 20 chilogrammi ogni mille abitanti. Più distanti invece il Lazio, la Campania (maglia nera con poco più di 5 kg ogni mille abitanti) e la Calabria. Regioni le prime due regioni che nel 2019 hanno però aumentato la raccolta superando quanto previsto dal Programma: la Campania rispetto al 2018 ha incrementato l’attività di ben il 7,5% e il Lazio dell’1,4%. Anche la Calabria è cresciuta del 3,3%. Sempre a livello regionale nel confronto 2019-2018 la Valle d’Aosta ha invece subito una battura di arresto con un -6,9%, in lieve flessione le virtuose Marche (-1,6%) e la Sicilia (-1,3%).
 
“I risultati ottenuti dal sistema italiano, che a differenza di quelli di paesi come Usa e Germania anche per il plasma si basa sulla donazione totalmente volontaria e non remunerata, sono notevoli, e ci permettono di garantire più del 70% del fabbisogno per tutti i plasmaderivati necessari ai pazienti italiani – ha spiegato Giancarlo Maria Liumbruno, Direttore del Centro nazionale sangue – per arrivare agli obiettivi del Piano dovremmo raggiungere gli 860mila kg entro il 2021, uno sforzo che è alla portata del sistema sangue italiano. Se in ogni centro di raccolta si facessero tre donazioni di plasma in più a settimana, in un anno si aumenterebbe la raccolta del plasma di oltre 20 mila chilogrammi; inoltre i nostri risultati sono ottenuti con 2,1 donazioni di plasma in media l’anno per ogni donatore che effettua questo tipo di donazioni, una cifra largamente inferiore a quella di altri paesi”.
 
La strategia adottata in Italia si basa sulla promozione della donazione di plasma e non sullo sfruttamento intensivo dei donatori, come purtroppo avviene in Nord America dove si arriva ad effettuare ben 104 donazioni annue di plasma (in Italia il limite è di 20 l’anno) ossia due donazioni alla settimana, pratica poco sicura sia per i donatori, sia per la qualità della materia prima.
 
A questo proposito il Civis (che rappresenta il milione e settecentomila donatori italiani) e il Cns hanno condiviso le loro preoccupazioni recentemente anche con l’Edqm (European Directorate for the Quality of Medicines), manifestando la loro contrarietà ad aumentare il numero minimo di donazioni di plasma raccomandate in Europa da 33 attuali a 60. “L’eventuale aumento di quantità di plasma raccolto deve provenire dall’acquisizione di nuovi donatori o di modulazione dell’indice di donazione – afferma Aldo Ozino Caligaris, portavoce del Civis - senza dover aumentare il numero totale di donazioni per singolo donatore secondo criteri eccessivamente intensivi che andrebbero a incidere eccessivamente sulla sottrazione di nutrienti fondamentali ad ogni singolo donatore”.

Donare plasma. È un prelievo effettuato tramite un’apparecchiatura (separatore cellulare) che immediatamente separa la parte corpuscolata dalla componente liquida che viene raccolta in una sacca di circa 600-700 ml. La parte corpuscolata viene reinfusa nel donatore. Il volume di liquido che si sottrae con la donazione viene ricostituito grazie a meccanismi naturali di recupero, l’infusione di soluzione fisiologica e l’assunzione di liquidi. Il plasma serve poi a produrre medicinali salvavita, i cosiddetti plasmaderivati come l’albumina o le immunoglobuline o i fattori della coagulazione, utilizzati per terapie salvavita.

 
Variazioni percentuali 2019 vs 2018


 
Plasma totale (Kg per 1.000 unità di popolazione) conferito dalle Regioni e PPAA nel periodo gennaio-dicembre 2019 e obiettivi di raccolta 2019

 
Totale plasma conferito per Regione e Provincia Autonoma 2019*

 

 
Totale plasma conferito in Italia, serie storica

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