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Giovedì 13 FEBBRAIO 2020
Corte dei conti bacchetta le Regioni: “Preoccupano le difficoltà a garantire Lea adeguati in tutto il Paese. Criticità su limiti spesa personale e per l’acquisto di beni e servizi”

La magistratura contabile ha richiamato gli Enti locali anche sui tempi di attivazione della gestione sanitaria accentrata regionale. Evidenziata anche una crescita dei ticket, soprattutto farmaceutici. Segnalata anche l’insufficienza della rete di assistenza domiciliare o di strutture specifiche rivolte ad anziani e disabili, l’eccessivo numero di parti cesarei primari e livelli di prevenzione al di sotto della soglia critica. LA RELAZIONEIL DISCORSO DEL PRESIDENTE BUSCEMA

“Difficoltà a garantire in tutto il Paese adeguati livelli di assistenza, soprattutto per l’insufficienza della rete di assistenza domiciliare o di strutture specifiche rivolte ad anziani e disabili, l’eccessivo numero di parti cesarei primari e livelli di prevenzione al di sotto della soglia critica”. È quanto segnala la Corte dei conti nella sua relazione annuale in occasione della Cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.
 
Aumentano le entrate da ticket. Sul fronte delle entrate la Corte rileva poi come sono cresciute dell’1,1 per cento le compartecipazioni sulle prestazioni sanitarie. Prendendo in considerazione anche i ticket sui farmaci, il contributo complessivo richiesto ai cittadini è cresciuto nel 2018 del 2,6 per cento. E’ aumentato, inoltre, in quasi tutte le regioni il contributo alle entrate del payback per lo sfondamento dei tetti degli acquisti diretti di farmaci.
 
In questo senso per la magistratura contabile “la piena attuazione delle misure adottate nel corso del 2018, su proposta dal Tavolo di lavoro sulla governance dei farmaci e dei dispositivi medici, per superare le attuali criticità, potrebbe agevolare la definitiva conclusione del contenzioso con le aziende farmaceutiche”.
 
Un quadro non troppo positivo dunque “che il monitoraggio sperimentale sui dati 2016, ai sensi del Nuovo Sistema di Garanzia, non ha fatto che confermare, evidenziando come tali criticità siano presenti in quasi tutte le aree territoriali. Spesso, quindi, si tratta di elementi critici non riconducibili alla sola questione delle risorse finanziarie, ma che hanno le radici in una carente governance locale, in difficoltà di programmazione della spesa e in una dotazione infrastrutturale ancora insufficiente”.
 
Crescita investimenti non ha mutato la situazione. La Corte rimarca poi come “la lieve crescita degli investimenti nell’ultimo anno non ha mutato, infatti, il forte ridimensionamento registrato nel quinquennio. Difficoltà che preoccupano alla luce delle scelte da assumere nei prossimi anni per affrontare due temi di grande rilievo, entrambi destinati ad accrescere il fabbisogno del settore e a porre sfide importanti al carattere universalistico e solidale del nostro sistema: il progressivo invecchiamento della popolazione e le innovazioni nel campo delle cure”.
 
La Corte ha registrato poi “ancora ritardi nella determinazione annuale del Fondo sanitario nazionale e nella ripartizione delle risorse destinate al Servizio sanitario con riflessi sulla programmazione delle spese da parte delle Regioni e sulla possibilità di una completa e tempestiva rappresentazione, anche da un punto di vista contabile, della gestione nei bilanci regionali”.
 
 
“Stringenti, in considerazione dell’elevato volume di risorse impiegate - pari mediamente all’80 per cento della spesa regionale - sono stati i controlli sugli enti sanitari delle regioni. In questa prospettiva, particolare attenzione è stata dedicata al grado di recepimento e di applicazione delle disposizioni e dei principi recati dal decreto legislativo n. 118 del 2011, evidenziando alcune criticità sui tempi di attivazione della gestione sanitaria accentrata regionale e sui limiti di spesa in tema di personale e di acquisti di beni e servizi. Una particolare attenzione è stata, inoltre, riservata agli standard dei servizi resi alla collettività, gratuitamente o mediante il pagamento di un ticket, avendo anche a riferimento i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA)”, ha detto nel suo discorso il presidente della Corte dei Conti Angelo Buscema durante la cerimonia d’inaugurazione dell’anno giudiziario.

 
L.F.

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