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Venerdì 28 FEBBRAIO 2020
Ciao “Luchino”, compagno di tante appassionanti “litigate”

A dividerci ed ad unirci nello stesso tempo c’erano le grandi tematiche delle professioni, quindi del lavoro, del rapporto tra medici e infermieri, le grandi questioni bioetiche, sul consenso informato, sulla medicina che lui chiamava “paternalistica” e che io in un articolo rimasto famoso avevo definivo i bio-sfondoni di Benci. Credo che questa espressione non me l’abbia mai perdonata anche se ci rideva sopra con un grande senso dell’ironia

Questa notte è morto Luca Benci, per me un amico avversario, cioè un simpatico toscanaccio con il quale ho fatto tante cose interessanti belle divertenti insieme ad Andrea Bottega il nostro comune amico, soprattutto nel 2014 l’anno del comma 566 e proprio su questo giornale tante litigate cioè tanti scontri e confronti di idee.
 
A dividerci ed ad unirci nello stesso tempo c’erano le grandi tematiche delle professioni, quindi del lavoro, del rapporto tra medici e infermieri, le grandi questioni bioetiche, sul consenso informato, sulla medicina che lui chiamava “paternalistica” e che io in un articolo rimasto famoso avevo definivo i bio-sfondoni di Benci. Credo che questa espressione non me l’abbia mai perdonata anche se  ci rideva sopra con un grande senso dell’ironia.
 
Anche la deontologia grande passione di Luca era una questione che ci divideva di brutto ma solo perché per lui lo schema non si doveva cambiare mentre per me era esattamente il contrario. Resta memorabile il nostro scontro sulla proposta di riforma della deontologia avanzata dall’allora collegio Ipasvi di Pisa.
 
Ma soprattutto a divederci e a unirci pur dentro una comune ispirazione progressista, c’erano alla fine due visioni della sanità quella più giuridica e quella più filosofica quella più formale e quella più sostanziale, ma che insieme pur dicendocene di tutti i colori davano a chi ci leggeva una visione completa, complessa, articolata delle cose. O quanto meno offrivano due punti di vista confrontabili.
 
Sono molto addolorato della scomparsa di Luca perché pur nella discussione gli volevo bene e in questi giorni sono stato in pena per lui, addolorato prima di tutto perché la morte di un uomo giovane, intelligente, la morte di uno di noi, fa male e poi perché lascia un grande vuoto, ci priva  di un punto di vista, ci priva dei suoi articoli meticolosi, ci priva anche della sua impareggiabile verve.
 
Non credo che il vuoto che lascia Luca sia facilmente colmabile. Luca secondo me, per una serie di ragioni biografiche, era abbastanza unico nel suo genere e comunque il suo expertise giuridico sulle professioni per me resta ineguagliabile.  
 
Vorrei nel ricordare Luca con un grande dispiacere nel cuore sia per quello che perde la sua famiglia e che perde la nostra famiglia, raccontare degli aneddoti per dire chi era Luca Benci.
 
Una volta qualche anno fa eravamo a Senigallia per partecipare ad un convegno organizzato da Andrea e dopo cena Luca affittò per me e per lui delle biciclette, scorazzammo per le piazze e sotto i portici deserti per quasi tutta la notte, ma non potete capire, le risate, le battute, lo sfottò.
 
Luca nei convegni aveva la mania di parlare per primo e io e Andrea anche se trovavamo la sua pretesa abbastanza bizzarra lo assecondavo volentieri, anzi mi divertiva, che dal particolare si passasse al generale, tra di noi c’era una sorta di mai confessata competizione retorica, una volta non ricordo il luogo, forse Vicenza, iniziò a parlare nel primo pomeriggio e finì tra lo sgomento generale dopo tre ore, incurante di chi dovesse parlare dopo di lui.
 
Perché Luca era anche un grande appassionato della sua materia e parlare di professioni gli piaceva da morire. Non avrebbe mai smesso.
 
Infine un giorno Luca si mise in testa di dimagrire e dimagrì non so quanti chili, dimagrì così tanto, che sembrava un figurino, con il suo jeans di marca, le sue scarpe nere lucide, con la sua giacca blu classica, fu allora, che lo chiamai giocando sul nome di Visconti, per ischerzo “Luchino” e da allora Luca diventò per la nostra brigata Luchino.
 
Ciao Luchino ti assicuro che mancherai a tutti anche a questo giornale, a me soprattutto perché non avrò più con chi litigare ma anche perché non avrò più il giurista che mi spiega le norme.
 
Alla tua famiglia a nome di tutti mando un grande abbraccio.
 
Ivan Cavicchi

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