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Martedì 10 MARZO 2020
Coronavirus. In Veneto rientrano in servizio gli operatori sanitari asintomatici posti in isolamento

Zaia: “Scelta su basi scientifiche. Boccata d’ossigeno per gli ospedali”. A oggi, gli operatori in isolamento domiciliare perché contatto stretto di caso sono 656. Il Veneto detta le procedure da seguire per il rientro,  la gestione dei casi sintomatici o asintomatici e la dotazione di sicurezza da assicurare a tutto il personale, sanitario e non. Aumentati i Pl di terapia intensiva e subintensiva.

È iniziata in Veneto l’operazione di rientro in servizio di tutti gli operatori sanitari asintomatici, posti finora in isolamento per contatto a rischio di coronavirus e sottoposti a sorveglianza attiva.
La Direzione regionale Prevenzione ha infatti inviato oggi un’apposita comunicazione a tutte le Ullss e Aziende Ospedaliere, nella quale - sulla base dell’articolo 7 del decreto legge nazionale 9 marzo 2020 nr. 14 “Disposizioni urgenti per il potenziamento del Ssn  in relazione all’emergenza Covid-19” - si comunica il richiamo in servizio del personale in questione e si ricorda che, in base alla normativa emessa, la sospensione dell’attività per tutti i dipendenti avverrà solo se sintomatici o con tampone positivo.
 
A oggi, gli operatori in isolamento domiciliare perché a contatto stretto di caso sono in Veneto 656, dei quali 100 dell’Azienda Ospedaliera di Padova, 95 dell’Azienda Ospedaliera Integrata Universitaria di Verona, 12 dell’Ulss 1 Dolomiti, 28 dell’Ulss 2 Marca Trevigiana, 202 dell’Ulss 3 Serenissima, 11 dell’Ulss 4 Veneto Orientale, 52 dell’Ulss 5 Polesana, 54 dell’Ulss 6 Euganea, 64 dell’Ulss 7 Pedemontana, 9 dell’Ulss 8 Berica, 23 dell’Ulss 9 Scaligera, 6 dell’Ospedale di Negrar.

Il Veneto ha anche prodotto un dettagliato documento “Nuovo Coronavirus, Istruzioni Operative per la Sorveglianza del Personale del Sistema Sanitario Regionale”, nel quale si indicano alle direzioni sanitarie le procedure da seguire per il rientro, per la gestione dei casi sintomatici o asintomatici (con tampone negativo o positivo), per la dotazione di sicurezza da assicurare a tutto il personale, sanitario e non, che operi in stanze con pazienti Covid-19, in altre aree di transito dei pazienti, al triage, nei laboratori, nelle aree amministrative, negli ambulatori intra-ospedalieri e del territorio, in tutti gli ambulatori, nelle sale d’attesa, nelle ambulanze e nei mezzi di trasporto, nell’assistenza domiciliare.
 
“Ringrazio uno per uno tutti i 57 mila lavoratori della nostra sanità che si stanno prodigando senza porre limiti alla fatica – dice il Presidente della Regione Luca Zaia – e assicuro tutti che questa decisione è stata presa su basi rigorosamente ed esclusivamente scientifiche. Ce lo hanno indicato i nostri esperti di fama internazionale ed è sulla base di questi loro pareri che abbiamo chiesto al Ministero della Sanità di modificare la normativa in questione. Il Ministero ha accolto la nostra segnalazione e l’ha inserita nel decreto 9 marzo 2020 nr.14. In totale sicurezza siamo così riusciti a dare una boccata d’ossigeno al nostro sistema sanitario, che sta dimostrando efficienza e abnegazione anche superiori a quelle che già conoscevamo”.

“Il rientro in servizio di questi operatori – aggiunge l’Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin – si aggiunge alla massiccia operazione di ingaggio di nuovi medici e operatori con procedura d’urgenza che stiamo attuando con 525 nuove assunzioni scorrendo le graduatorie già formalizzate di Azienda Zero. I nuovi provvedimenti assunti a livello nazionale, peraltro, ci consentono anche di guardare all’esito dei due bandi di agosto che abbiamo lanciato per i medici laureati e abilitati, ma non ancora specializzati. Allora erano rivolti a dare una risposta immediata alla carenza di medici che già si palesava pesantemente. Oggi potrebbero essere utilissimi anche per fronteggiare la grande e imprevista emergenza coronavirus”.
 
Nella lettera inviata oggi dalla Direzione Prevenzione, si specifica, tra l’altro, che nell’esecuzione dei tamponi priorità assoluta viene data alle richieste per finalità cliniche di pazienti gravi, e successivamente alle richieste degli operatori sanitari, che verranno comunque evase con tempestività.
“Tali indicazioni – è precisato nella comunicazione alle Ullss – derivano dal confronto tecnico in ambito nazionale e regionale e dalla valutazione dei documenti internazionali in materia”. Ulteriori indicazioni saranno trasmesse a stretto giro qualora pervenissero aggiornamenti nazionali.
 
Aumentati i Pl di terapia intensiva e subintensiva. Tasso medio di occupazione all’80%. I 450 posti letto di terapia intensiva strutturali e operativi negli ospedali della Regione del Veneto presentano al momento un tasso di occupazione medio dell’80%. 67 di questi sono occupati da pazienti affetti da coronavirus.
E da ieri ai 450 posti se ne sono aggiunti altri 48, attivati senza bloccare l’attività, che costituiscono il primo “contingente” di rafforzamento della dotazione deciso per fronteggiare l’emergenza e portano il totale a 498.  Sono anche in allestimento altri 120 letti di terapia subintensiva aggiuntivi a quelli esistenti.


 

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