quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 06 APRILE 2020
Coronavirus. Cucca (Comitato tecnico scientifico): “Non abbassiamo la guardia”

“Siamo in una fase delicata, in cui le attuali misure di contenimento stanno limitando in maniera importante l’entità della crescita esponenziale degli infettati; abbassare la guardia ora potrebbe far aumentare drammaticamente il numero dei contagiati e di conseguenza anche dei decessi”, ha avvertito il genetista componente della commissione che affianca la Regione nell'emergenza coronavirus

“La Commissione scientifica è al lavoro da diversi giorni”. E “attraverso l’acquisizione su base quotidiana dei dati quantitativi specifici, clinici ed epidemiologici, monitorerà l’epidemia, farà previsioni a breve/medio termine e suggerirà la strategia adeguata per affrontare l’emergenza in cui ci si trova oggi e per guidare il ritorno alla normalità nel futuro”. Un futuro che, “per un certo tempo” sarà caratterizzato da una “nuova normalità” verosimilmente “diversa da quella che conoscevamo”.
 
Lo ha spiegato il genetista Francesco Cucca in occasione della videoconferenza con la stampa promossa nel weekend dalla Presidenza regionale. Cucca ha parlato in rappresentanza del Comitato tecnico-scientifico che, senza alcun compenso, affianca la Regione in questo periodo di emergenza, e del quale fanno parte, oltre a Cucca, il farmacologo Luca Pani, il virologo Pietro Cappuccinelli, l’infettivologo Stefano Vella.
 
“La Commissione - ha detto ancora Cucca, illustrando alcune slide - sta svolgendo la ricognizione di tutta una serie di informazioni dettagliate su quello che è stato fatto sino adesso per organizzare una risposta sistematica ed ordinata centralmente, per utilizzare ogni risorsa umana e tecnologica esistente ed implementare le necessarie misure ove necessarie. Abbiamo quindi definito delle raccomandazioni riferite alla situazione attuale”.
 
La prima raccomandazione è quella di proseguire con le misure di distanziamento sociale finché la metrica di valutazione dell’epidemia non ne indicherà un rallentamento significativamente e statisticamente importante. “In questo momento - ha spiegato il genetista - siamo in una fase delicata, in cui le attuali misure di contenimento stanno limitando in maniera importante l’entità della crescita esponenziale degli infettati rispetto ad altre situazioni, come è avvenuto ad esempio in Lombardia; quindi abbassare la guardia ora potrebbe far aumentare drammaticamente il numero dei contagiati e di conseguenza anche dei decessi”.
 
Come seconda raccomandazione “vi è l’esigenza di incrementare la disponibilità e l’impiego delle mascherine facciali nella popolazione. E’ importante che chiunque circoli, e non solo nei posti di lavoro, utilizzi le mascherine”, ha detto Cucca. “Dati scientifici - ha spiegato - evidenziano che se indossate da tutti, sono fondamentali per ridurre la trasmissione dell’infezione, considerando tanto più le persone asintomatiche che non sanno di essere infettate. Un’altra misura ugualmente molto importante è poi quella della protezione del personale sanitario che ha ruolo vitale, e di tutti gli altri operatori che sono esposti al contagio”.
 
Sull’esigenza di incrementare il numero di test diretti, ovvero dei tamponi naso-faringei, il genetista ha precisato che “devono poter essere eseguiti innanzitutto per gli individui sintomatici e tutti i loro contatti positivi al test, poi per il personale sanitario entrato in contatto con i pazienti covid-19, per i degenti e operatori delle case di cura per anziani, per gli individui asintomatici strategicamente selezionati a campione tra nuclei di popolazione".
 
Fondamentale inoltre, secondo Cucca, “affrontare l’epidemia nel territorio”. Se infatti gli ospedali rivestono “un ruolo importante nel trattamento di coloro che hanno bisogno”, il genetista ha evidenziato la necessità di “una rete territoriale che possa fornire l’assistenza adeguata evitando il ricovero quando non è necessario. Questo può dunque avvenire attraverso il potenziamento di Unità speciali di continuità assistenziale, supportate e attrezzate per poter gestire i pazienti con appropriatezza in isolamento domiciliare”.
 
Per Cucca deve poi essere incrementato il numero dei “test indiretti per misurare non il virus ma le risposte del nostro sistema immune al virus, in particolare gli anticorpi. Si tratta di misure importanti ma non sostitutive dei test diretti”, cioè il tampone per comprendere chi è positivo e contagioso. La misura degli anticorpi, però, può servire “moltissimo” per “diagnosticare il virus in casi sospetti” o “sui pazienti guariti, su cui si riscontra tutta una serie di criteri di negatività ripetuta, per documentarne l’effettivo stato di immunizzazione”.
 
Riguardo alla partecipazione ai trattamenti con maggiori possibilità di efficacia sul virus, Cucca ha spiegato che “trattandosi di un virus nuovo, non esistono farmaci approvati per contrastare il covid-19. Quello che si sta facendo a livello mondiale è di riposizionare farmaci con differenti indicazioni d’uso e con un razionale scientifico che suggeriscono efficacia. Questo deve essere chiaramente dimostrato in maniera rigorosa e con studi controllati, che consentiranno poi di inserire questi farmaci per il trattamento di tutti i pazienti. Sostanzialmente in questa fase vogliamo cercare di collocarci proponendo dei trial clinici per i farmaci che in base all’evidenza hanno la massima possibilità di successo. Infine – conclude -, è necessario proseguire in questo percorso di informazione, responsabilizzazione, sensibilizzazione del pubblico, in modo tale che ognuno si senta parte di questa battaglia che si sta svolgendo e che rispetti tutte le disposizioni vigenti”.

Elisabetta Caredda

© RIPRODUZIONE RISERVATA