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Venerdì 17 APRILE 2020
Coronavirus. In Umbria presentate le linee guida per la Fase 2

“Riaprire – ha chiarito la presidente Tesei – non significa che l’emergenza è finita. La nostra proposta vuol guardare avanti, con una visione prospettica”. Per l’aspetto sanitario misure sull’uso di adeguati dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine ai guanti, che dovranno  accompagnare i cittadini  nella vita di tutti i giorni. “Pensiamo anche ai test sierologici per prescreening, alla misurazione della temperatura corporea, a nuove metodiche di lavoro che prevedano distanziamenti”.

“La prossima settimana concretizzeremo in un protocollo le linee guida per la riapertura graduale delle attività produttive e del ritorno alla vita normale nella nostra regione, nella massima sicurezza e nella massima tutela della salute per tutti, frutto di uno studio molto approfondito e di un lavoro sinergico di confronto con le parti sociali, le associazioni datoriali, con l’Università e il Comitato tecnico-scientifico, e condiviso con la Prefettura di Perugia. Lo proporremo in sede di Conferenza delle Regioni, convinti che l’Umbria, per le sue caratteristiche e il lavoro svolto, abbia un valore aggiunto per la fase 2 che possa essere d’ausilio per l’intero Paese e che auspichiamo di condividere con il Governo”.
 
Lo ha annunciato, in una nota, la presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che oggi ha presto parte a una videoconferenza stampa alla quale hanno preso parte il Prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, il Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, l’assessore regionale alla Salute Luca Coletto e il direttore regionale alla Salute Claudio Dario, e che è stata preceduta da una riunione con i componenti del Comitato tecnico scientifico Regione-Università.

“Abbiamo unito le forze e continuiamo a farlo per giungere a una proposta seria e costruttiva per una riapertura graduale e condizionata delle attività produttive – ha aggiunto Tesei – in una fase 2 che sarà ancora più complicata di quella dell’emergenza della diffusione del Covid-19, con la consapevolezza che potrà esporre a un potenziale aumento di contagi. Una delle misure principali riguarderà pertanto l’aspetto sanitario, a cominciare dall’uso di adeguati dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine ai guanti, che dovranno continuare ad accompagnarci anche nella vita di tutti i giorni. Pensiamo anche ai test sierologici per prescreening, alla misurazione della temperatura corporea, a nuove metodiche di lavoro che prevedano distanziamenti”.

“Riaprire – ha chiarito la presidente – non significa che l’emergenza è finita e non sarà un ritorno alla situazione che abbiamo lasciato. La nostra proposta vuol guardare avanti, con una visione prospettica, guardando anche alle opportunità che si aprono per il nostro sistema economico e produttivo, in termini di innovazione e sviluppo di start up, e anche in questo è di grande importanza la collaborazione con l’Università di Perugia. L’Umbria, con le sue peculiarità e con i buoni risultati della gestione dell’emergenza, si propone pertanto come laboratorio, a livello nazionale, nell’interlocuzione con il Governo”.

“Nella fase 2 – ha sottolineato inoltre - i comportamenti individuali saranno ancora più importanti: dall’uso dei dispositivi di protezione individuale, dei disinfettanti, al rispetto delle direttive nazionali e regionali”.

Il Prefetto di Perugia, Claudio Sgaraglia, nell'evidenziare l’importanza della collaborazione istituzionale nella gestione dell’emergenza e “il grande senso di responsabilità” dimostrato dalla collettività umbra, ha ricordato le attività svolte dalla  Prefettura per la ripartenza delle attività nel rispetto della legalità e della sicurezza.

Il Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero, nel rimarcare a sua volta la valenza di “una strategia condivisa che produce benefici da parte di una grande macchina che lavora non solo per questa regione ma per questo Paese” e che “il nostro faro di riferimento è la tutela della salute”, si è soffermato sul Gos, il Gruppo operativo di supporto istituito dall’Università. “Ha iniziato a lavorare per la produzione dei reagenti di alta qualità, indispensabili per l’esecuzione dei tamponi e carenti a livello nazionale, facendo sì – ha detto - che in Umbria sia stata garantita la continuità della rilevazione dei casi di contagio. Nei laboratori universitari siamo in grado di produrre anche disinfettanti e antivirali. È stata avviata, inoltre, una valutazione sulle tipologie di mascherine per la protezione individuale”. Un impegno che si aggiunge allo studio “su come l’Umbria, un piccolo microcosmo, possa rimettersi in moto da maggio, dal punto di vista sociale ed economico, in condizioni di sicurezza, analizzando i fabbisogni del territorio. Potrà essere una grande occasione – ha rilevato – e dare vita a piccoli cluster di economia. Un modello di riferimento nazionale”. 

“Ci prepariamo a ripartire nella maniera che garantisce la massima sicurezza e la tutela della salute”, è il messaggio che ha tenuto a lanciare l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto. “Abbiamo gestito con buoni risultati la fase acuta della pandemia, ora dobbiamo vincere la pandemia economica e ridare forza al territorio umbro. La fase 2 non sarà semplice – ha rilevato – ed è certo che nella ripartenza ognuno di noi si dovrà abituare a indossare dispositivi di protezione individuale: questo ci permetterà di ripartire in sicurezza”.

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