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Sabato 18 APRILE 2020
Coronavirus. Boccia: “Io nemico della scienza? Mie parole sono state fraintese. Quello che chiedo agli scienziati è semplicemente di essere chiari sull’attendibilità o meno dei test Covid”

Il ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie risponde alla lettera della Federazione italiana scienze della vita che lo accusava di avere una visione distorta della scienza. “Sono stato additato come nemico della scienza - scrive il ministro a QS - quando la mia tesi, ovviamente stravolta, è che ci sono scienziati che su scala territoriale e anche nello stesso Comitato scientifico nazionale non dicono con chiarezza se i test sierologici siano o no affidabili. Ho sempre e solo chiesto certezze inconfutabili sui test perché in alcuni casi, in nome della scienza, si fanno business milionari sulla pelle dei cittadini”

Gentile direttore,
evito per mia educazione personale il contraddittorio basato sull'insulto e, quindi, mi limito soltanto a rassicurare sulla circostanza che, essendo abituato al metodo scientifico almeno nel mio campo che è fatto esclusivamente di numeri ed essi per fortuna non hanno bisogno di interpretazioni, vedermi oggi additato come nemico della scienza o, peggio, confutatore proprio di quel metodo, mi lascia sconcertato.

Estrapolare una frase da un contesto potrà anche servire per colpire qualcuno ma non è giusto e non è eticamente corretto. Senza scomodare Vanna Marchi o altri succedanei.

La mia tesi, ovviamente stravolta, è che ci sono scienziati che su scala territoriale (regionale) e anche nello stesso Comitato scientifico nazionale non dicono con chiarezza che i test non devono essere messi in commercio. Ho sempre e solo chiesto certezze inconfutabili sui test perché in alcuni casi, in nome della scienza, si fanno business milionari sulla pelle dei cittadini.
 
Che i test vadano fatti per ricerca epidemiologica lo abbiamo capito anche noi tant’è che il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha fatto una circolare chiara che lo consente, ma è proprio il silenzio di molti autorevoli scienziati sull'attendibilità dei test che ha portato molte Regioni ad autorizzare test che danno solo % di negatività.

Intanto, sul mercato ci sono test che costano da 40 a 70 euro e che la gente compra convinta di poter sapere se negativa o positiva. Ci vuole molto nel dire che non sono attendibili? Non ho offeso nessuno, ma ho posto solo un problema contingente e limitato alla questione dei test.

Si può essere d'accordo o in disaccordo con quanto affermo ma non mi si può attribuire ragionamenti mai fatti che non stanno né in cielo né in terra.

Mi si dica su che cosa sbaglio nei miei dubbi su quei test e accetterei, come sempre faccio, di essere corretto non avendo l'arroganza di chi considera un'opinione contraria alla sua come atto di lesa maestà alla propria autoreferenza. Da un dubbio legittimo e doveroso per chi deve adottare decisioni erga omnes, invece, è stata ricavata una questione strutturale che spazia da Di Bella ai finanziamenti per la ricerca.

Se questo è un metodo civile di parlare di un problema e se, prima di trovare soluzioni a quel problema, viene solo la voglia di polemizzare tanto per, allora sono lieto di essere in minoranza.

Mi permetto solo di mettere in guardia sul tiro al bersaglio utilizzando concetti estrapolati dal contesto. Può valere per tutti. Io non lo permetterei mai.

Grazie per l'ospitalità.

Francesco Boccia 
Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie

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