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Martedì 12 MAGGIO 2020
Coronavirus. M5S: “Speranza valuti funzionamento della sanità in Regione Lombardia”

È quanto chiedono in un'interrogazione i senatori del MoVimento 5 Stelle Gianmarco Corbetta e la senatrice Maria Domenica Castellone, componente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama. Corbetta: "La suddivisione della sanità in Ats e in Asst ha mostrato tutti i suoi limiti nell’ambito dell’emergenza Covid".

Il ministro della Salute Roberto Speranza valuti il funzionamento della sanità lombarda, anche alla luce dell’emergenza Covid19. E’ quanto chiedono, in un’interrogazione parlamentare, i senatori del MoVimento 5 Stelle Gianmarco Corbetta e la senatrice Maria Domenica Castellone, componente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama.
 
“La sanità in Lombardia era stata radicalmente modificata all’epoca di Formigoni, con l’equiparazione del servizio pubblico a quello privato. In tempi più recenti, precisamente nel 2015 - spiega Corbetta - è stata ulteriormente riformata dal Governatore Maroni, con la creazione delle Ats (Agenzie di Tutela della Salute) e delle Asst (Aziende Socio Sanitarie Territoriali)”.
 
“Una riforma - prosegue Corbetta - a carattere sperimentale, tanto che la stessa legge regionale che l’ha istituita prevede che a 5 anni dall’entrata in vigore il Ministero della Salute ne valuti l’efficacia.”

Gli fa eco il consigliere regionale lombardo del MoVimento 5 Stelle Marco Fumagalli:  “La sorte ha voluto che proprio quest’anno, l’anno dell’epidemia Covid, il Governo debba giudicare la riforma voluta da Maroni quale “evoluzione” del Testo Unico di Formigoni . Ed in effetti è proprio una “evoluzione”, visto che Formigoni è finito in carcere per come ha gestito il sistema sanitario mentre chi tenne a battesimo la legge di riforma del 2015, il presidente della Commissione regionale Sanità dell’epoca, il leghista Fabio Rizzi - è stato posto agli arresti in egual modo”.
 
La suddivisione della sanità in Ats e in Asst, spiega ancora Corbetta, “ha davvero mostrato tutti i suoi limiti nell’ambito dell’emergenza Covid: le ATS rappresentano un inutile allungamento della catena di comando ed un costo indiretto eccessivo che i lombardi devono pagare per mantenere il sistema di accreditamento della sanità privata. E’ inoltre sotto gli occhi di tutti una eccessiva tendenza all’ospedalizzazione, a discapito dei servizi di presidio territoriale, tutt’oggi molto carenti”.
 
Ma il peccato originale, conclude Fumagalli, “sta nel disegno formigoniano che - unico caso in Italia - ha equiparato il sistema pubblico a quello privato. Un vero e proprio abuso dell’autonomia regionale che ha distratto enormi risorse dal sistema pubblico in favore di quello privato. Ci auguriamo di archiviare presto questa sperimentazione e tornare ad un sistema in cui i fabbisogni sanitari dei cittadini lombardi vengano soddisfatti da una sanità pubblica rapida ed efficiente e dove il privato svolga solo un ruolo subordinato, perché la sanità non è un business e non deve generare profitti”.  

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