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Mercoledì 20 MAGGIO 2020
Un passo indietro nella formazione degli infermieri. Quale ruolo per i precari della ricerca?



Gentile direttore,
in qualità di Assegnisti di Ricerca del Settore Scientifico Disciplinare (SSD) MED/45 “Scienze Infermieristiche Generali, Cliniche e Pediatriche” appartenenti alla Società Italiana di Scienze Infermieristiche, abbiamo letto con stupore il DM 82 del 14 Maggio 2020 sulla modifica dei requisiti minimi per i docenti di riferimento dei Corsi di Laurea (CdL) in Infermieristica. Il decreto ravvisa giustamente la necessità di ampliare l’offerta formativa per aumentare il numero di professionisti infermieri, ma questo non può essere fatto a discapito della qualità della formazione degli studenti e quindi dei futuri professionisti.
 
Prima di questo decreto erano necessari cinque docenti universitari ai fini dell’accreditamento iniziale e periodico dei CdL in Infermieristica, ora questo numero viene ridotto a tre unità, compensando la differenza con almeno due medici ospedalieri da indicare come personale di riferimento. Inoltre, questo DM prevede la riduzione da tre a uno dei professori a tempo indeterminato necessari per l’accreditamento.
 
Ad oggi, in Italia, nei CdL in Infermieristica ci sono solo 41 tra professori Ordinari, Associati e Ricercatori di Scienze Infermieristiche rispetto ad una popolazione di studenti di circa 50 mila unità, escludendo la formazione post-base. A questi si aggiungono 23 Assegnisti di Ricerca concentrati nei pochi Atenei presso i quali già lavorano i pochi docenti MED/45.
 
In 19 Università italiane su 36 in cui è attivato il CdL in Infermieristica, non sono presenti ad oggi professori inquadrati nel settore delle scienze infermieristiche e questa assenza è ancora più marcata al sud Italia. L’insegnamento dell’infermieristica viene quindi garantito con professori a contratto del Sistema Sanitario, in possesso di formazione avanzata e Laurea Magistrale. Con questo ultimo decreto si mortifica ulteriormente la professione, non riconoscendo l’esistenza degli infermieri del Sistema Sanitario che già collaborano nel garantire il funzionamento del CdL e potrebbero quindi ricoprire il ruolo di docenti di riferimento. Sarebbe quindi logico che le due figure di riferimento fossero ricoperte da infermieri, e in particolare, da infermieri che lavorano in Università possibilmente in possesso di Dottorato di Ricerca o, in alternativa, da infermieri del Sistema Sanitario con Laurea Magistrale.
 
Per continuare a fornire un’ottimale qualità della formazione il CdL in Infermieristica deve poter contare quindi non solo su un numero adeguato di docenti universitari, ma soprattutto su docenti che afferiscano al SSD di riferimento. Sarebbe opportuno prevedere, nel breve periodo, un incremento dei professori e dei ricercatori universitari afferenti al SSD MED/45, che, dati alla mano, risulta già fortemente penalizzato. Inoltre, ad oggi, è già presente un crescente numero di infermieri in possesso di Dottorato di Ricerca. Questi, spesso universitari precari, sono pronti a raccogliere la sfida di una formazione infermieristica di qualità.
 
Auspichiamo quindi che il DM venga modificato al più presto dando valore alla professione infermieristica e che il MIUR sostenga un SSD che ad oggi risulta ancora oggettivamente sottodimensionato. Inoltre, per il futuro, speriamo che questa lettera rappresenti l’occasione per continuare il dialogo sul riconoscimento accademico della professione infermieristica e apportare ulteriori riflessioni sui precari della ricerca.

Assegnisti di Ricerca (MED/45)
Marco Clari, Alessio Conti, Michela Luciani
Università degli Studi di Torino

 
Sondra Badolamenti, Giampiera Bulfone, Maddalena De Maria, Marco Di Nitto, Angela Durante, Loredana Piervisani, Gianluca Pucciarelli, Gennaro Rocco, Silvio Simeone, Valentina Zeffiro
Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’

 
Beatrice Albanesi, Gabriella Facchinetti, Anna Marchetti
Università Campus Bio-Medico di Roma

 
Giulia Gasperini
Università degli Studi di Roma ‘La Sapienza’

 
Yari Longobucco
Università degli Studi di Parma

 
Noemi Giannetta
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano

 
Angelo Dante
Università degli Studi dell’Aquila

 
Valentina Bressan, Lucia Cadorin
Università degli Studi di Udine

 
Giuseppe Aleo
Università degli Studi di Genova

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