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Venerdì 29 MAGGIO 2020
Covid. “Stiamo attraversando la più grande crisi economica e sanitaria. Grazie a impegno di medici e infermieri scongiurate conseguenze peggiori”. La relazione annuale di Banca d’Italia

"La pandemia ha mostrato le potenzialità di una strategia comune in campo sanitario; considerazioni analoghe a quelle valide per questo settore si applicano ad altri servizi essenziali. In tutti i paesi tanto il debito pubblico quanto quello privato sono destinati a crescere in rapporto al prodotto. Nel più lungo periodo l’aumento della spesa pubblica connessa con l’invecchiamento della popolazione sarà generalizzato. Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso". Così il governatore Ignazio Visco nelle considerazioni finali. LA RELAZIONE

"Dall’inizio dell’anno la rapida diffusione in tutto il mondo del nuovo coronavirus ha causato una gravissima emergenza sanitaria, milioni di persone sono state colpite, centinaia di migliaia hanno perso la vita. Il contenimento della pandemia ha reso necessarie l’introduzione di misure drastiche di limitazione delle libertà personali di movimento e di interazione sociale, la sospensione della didattica in presenza nelle scuole e nelle università, la chiusura temporanea di molte attività produttive. Stiamo attraversando la più grande crisi sanitaria ed economica della storia recente. Da noi, come in molti altri paesi, medici e infermieri hanno dovuto sostenere una pressione senza precedenti. Grazie al loro impegno, prestato in condizioni difficilissime, si sono scongiurate conseguenze ancora peggiori. Ai molti che in questo sforzo sono stati colpiti, alle vittime tutte di questa tragedia, ai loro familiari va il nostro primo pensiero".
 
Così il governatore Ignazio Visco nelle Considerazioni finali nella relazione annuale della Banca d'Italia.

Ma non solo salute e restrizione delle libertà, la propagazione del virus ha avuto anche forti ripercussioni finanziarie, "con un massiccio spostamento di fondi verso le attività ritenute più sicure e un calo repentino della liquidità dei mercati. Sono crollate le quotazioni del petrolio, delle azioni e delle obbligazioni di società con merito di credito meno elevato. Bruschi deflussi di capitali hanno causato un ampio deprezzamento delle valute dei paesi emergenti. I rischi di instabilità sono notevolmente aumentati".

"Gli effetti immediati sull’attività produttiva mondiale sono stati marcati. Quelli che ancora si registreranno sono difficili da valutare, rifletteranno in primo luogo fattori di natura non economica quali l’evoluzione dei contagi, con il possibile riemergere di nuovi focolai, e la durata delle misure di contenimento. Molto dipenderà dalla dimensione e dall’efficacia delle politiche di sostegno messe in campo nei diversi paesi, dall’andamento della fiducia delle famiglie e delle imprese e da quanto questa esperienza modificherà i nostri comportamenti", si legge nella relazione.
 
Quanto agli aiuti arrivati dall'Europa: "Nel corso di questo mese il Consiglio della UE e l’Eurogruppo hanno inoltre approvato l’introduzione di due nuovi strumenti volti a prestare sostegno finanziario ai paesi colpiti dalla crisi per un importo complessivo di 340 miliardi. Un fondo alimentato con il ricorso al mercato da parte della Commissione europea potrà concedere prestiti, a condizioni favorevoli stabilite caso per caso, per un totale di 100 miliardi ai paesi dell’Unione in relazione a spese per interventi temporanei di integrazione salariale in costanza di rapporto di impiego o di sostegno al reddito dei lavoratori autonomi (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, Sure).
 
Una nuova linea di credito precauzionale del Meccanismo europeo di stabilità (Pandemic Crisis Support credit line) potrà erogare finanziamenti di durata media fino a dieci anni per far fronte ai costi diretti e indiretti delle attività di prevenzione, cura e assistenza sanitaria connesse con la pandemia; ciascun paese potrà ottenere una linea di credito, a un costo quasi nullo, di ammontare non superiore al 2 per cento del proprio prodotto interno lordo del 2019, per un importo massimo complessivamente erogabile pari a circa 240 miliardi; i finanziamenti non saranno condizionati all’adozione di misure di politica economica e saranno soggetti a una sorveglianza limitata alla verifica della destinazione delle risorse utilizzate, inserita nell’ambito del semestre europeo".
 
Sul fronte interno, si spiega nel documento che "il Governo italiano si è mosso secondo le medesime priorità che hanno guidato gli interventi a livello internazionale, concentrandosi sulla capacità di risposta del settore sanitario e sugli aiuti ai lavoratori, alle famiglie, alle imprese. Tra marzo e maggio, sono state varate misure che accrescono il disavanzo pubblico di quest’anno di circa 75 miliardi, il 4,5 per cento del prodotto".
 
"La pandemia ha mostrato le potenzialità di una strategia comune in campo sanitario; considerazioni analoghe a quelle valide per questo settore si applicano ad altri servizi essenziali, dall’istruzione alla difesa, dalla sicurezza alla giustizia. In tutti i paesi tanto il debito pubblico quanto quello privato sono destinati a crescere in rapporto al prodotto. Nel più lungo periodo l’aumento della spesa pubblica connessa con l’invecchiamento della popolazione sarà generalizzato".
 
"La risposta delle politiche economiche, in Italia come nel resto del mondo - prosegue il documento - ha anzitutto mirato a governare l’emergenza sanitaria e a contenere la diffusione del virus anche con drastici provvedimenti di chiusura. Interventi di bilancio di dimensioni straordinarie hanno portato sollievo a famiglie e imprese colpite nel lavoro, nella produzione, nel reddito. Se non frenata da tali misure, e da quelle, pure ingenti e tempestive, di politica monetaria, una crisi così profonda avrebbe avuto ripercussioni ancora più dolorose sul tessuto produttivo e sulla società tutta. Ma come il 'distanziamento sociale' appiattisce la curva dei contagi senza eliminare il virus, così le misure di sostegno contribuiscono a diluire nel tempo e ad attutire le conseguenze della crisi senza eliminarne le cause.
 
Nei prossimi mesi il recupero della domanda avverrà con lentezza. Bisognerà evitare comportamenti imprudenti e mantenere alta l’attenzione per evitare che tornino a salire le probabilità di contagio. Il sistema produttivo dovrà garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e far fronte a cambiamenti nelle catene globali del valore; l’offerta sarà riqualificata per soddisfare le mutate esigenze della clientela; saranno rivisti i programmi di investimento. Durante questa transizione potrà ridursi l’occupazione e potranno protrarsi le situazioni di sospensione dal lavoro; ne saranno frenati i consumi, che risentiranno anche del possibile aumento del risparmio precauzionale dovuto ai timori sulle prospettive, non solo economiche. Potrà crescere il disagio sociale; le misure di bilancio mirano a contenerlo. Con il dissiparsi della pandemia potremo ritrovarci in un mondo diverso", conclude.

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