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Martedì 16 GIUGNO 2020
Il sistema emergenza-urgenza, tanto importante ma da riformare

Il sistema dell’emergenza/urgenza rappresenta una parte preponderante nell’ambito del SSN con un’incidenza costante nel tempo ed esposto ad improvvise impennate come nella pandemia in corso. E proprio il Covid ci ha fatto capire come non sia più rinviabile una nuova governance pubblico/privato e una revisione delle regole di accreditamento per un’equilibrata distribuzione di compiti, funzioni e partecipazione alla gestione di un settore così fondamentale per la salute dei cittadini

In un periodo in cui la richiesta di prestazioni urgenti è prevalsa su tutte le altre richieste di prestazioni sanitarie ci si rende concretamente conto dell’importanza di un Servizio Sanitario Nazionale e di quanto, nelle sue articolazioni organizzative, sia irrinunciabile una “rete ospedaliera” dedicata proprio al settore dell’emergenza/urgenza.
 
La domanda, tuttavia, è se la richiesta di prestazioni urgenti è episodica, legata all’attuale fase di emergenza e quindi destinata a ridimensionarsi una volta tornati alla normalità o è una costante che, al di là dei picchi attuali, è storicamente presente nel Paese.
 
Per questo è indispensabile valutare quanto incidano in tempi normali i ricoveri urgenti sul totale dei ricoveri per acuti, sia a livello nazionale che regionale; quanto possa essere decisiva una rete ospedaliera di Emergenza/Urgenza territorialmente e preventivamente organizzata per dare una risposta di equità e razionalità ai bisogni di prestazioni urgenti; e in particolare quale indicazione trarne relativamente all’entità delle risorse da dedicare a questo settore.
 
I DATI
Ad iniziare dal livello nazionale abbiamo effettuato una valutazione dei ricoveri ospedalieri suddivisi in ricoveri/acuti totali ed urgenti relativi agli anni 2007- 2012 - 2018 in modo da verificare, in un arco temporale ampio e non episodico, valori numerici e percentuali riferiti ai dati raccolti (1).
Il secondo gruppo di dati confronta il numero degli accessi in pronto soccorso e quello a cui è seguito il ricovero d’urgenza, relativo allo stesso arco di tempo, al fine di valutare l’impatto di tali ricoveri sui reparti clinici.
L’analisi eseguita sui dati nazionali è stata poi ripresa a livello delle singole Regioni.
 
RISULTATI 
Nell’anno 2007 i ricoveri/acuti totali nel Paese sono stati 11 mln. 448.675, divenuti 9 mln. 384.071 nel 2012 e 7 mln. 901.444 nel 2018 con una diminuzione di 3 mln 547.231 (fig.1), di cui oltre 1,7 mln. relativi ai day hospital che passano dai 3 mln. 576.108 del 2007 a 1 mln. 847.929 nel 2018.
 
Fig. 1 – Andamento dei Ricoveri/Acuti Totali 2007/2018
 
 
Se poi si considerano i ricoveri/acuti ordinari senza Day Hospital la diminuzione passa dai 7 mln 872.567 del 2007 ai 6 mln. 841.014 del 2012 e ai 6 mln. 53.515 del 2018, con una diminuzione di 1 mln. 819 mila nel periodo considerato (fig.2).
 
Fig. 2 - Andamento dei Ricoveri/Acuti non considerando i DH

 
Nello stesso periodo i ricoveri urgenti hanno sempre superato i 3 mln. 500.000: rispettivamente 3 mln 718.149 nel 2007, 3 mln 780.922 nel 2012 e 3 mln 446.208 nel 2018, ma con un incidenza sul totale dei ricoveri/acuti in incremento: 47,2% (2007), 55,3% (2012) e 56,9 % (2018) (fig.3).
 
Fig. 3 - Andamento dei ricoveri d’urgenza 2007/2018

 
Per quanto riguarda le Regioni, a fronte della diminuzione del numero di ricoveri/acuti presente in tutte le Regioni, si osserva una percentuale di ricoveri urgenti nel 2007 di oltre il 50% in 11 Regioni (Val d’Aosta, Provincia di Bolzano, Liguria, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia, con picchi dell’82 % in Molise, del 75 % in Calabria e del 63% in Basilicata.
 
Nel 2018 i ricoveri urgenti sono stati in tutte le Regioni al di sopra del 50%: in particolare vicini al 60% in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania e Puglia. Ben oltre il 60% in Val d’Aosta, Provincia di Bolzano e Trento, Liguria, Umbria, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (fig.4).
 
Fig. 4 – % Ricoveri
 
 
 
 
Per quanto riguarda gli accessi in pronto soccorso: nel 2007 sono stati 21 mln 318.547 cui è seguito il ricovero nel 17,3% dei casi, nel 2012 sono stati 20 mln 916.353 con il 18,1% di ricoveri, nel 2017 20 mln 125.923 con il 17,5% (2)(3).
 
Fig. 5 - % Ricoveri d’Urgenza sul totale degli Accessi in Pronto Soccorso

 
DISCUSSIONE
Dai dati riportati, riferiti a tutte le strutture del SSN, pubbliche e private accreditate, appare evidente quanto l’insieme “ricoveri-urgenti” risulti prevalente rispetto alle richieste di prestazioni ospedaliere per acuti.
 
Nel decennio 2007-2017, infatti, il dato relativo ai ricoveri d’urgenza si consolida ben al di sopra dei 3 mln e 500.000/anno ma con un’incidenza in incremento: 47,2 % nel 2007, al 55,3% nel 2012, al 56,9% pure a fronte di una diminuzione dei ricoveri per acuti.
 
I dati relativi alle singole Regioni mostrano un incremento diffuso delle urgenze in termini percentuali: 12 Regioni tra il 50 e il 60%, 9 tra Regioni e province autonome ben oltre il 60%.
 
Per quanto riguarda il numero degli accessi in pronto soccorso, si è passati dai 21.518.347 del 2007 ai 20.125.923 ma con una percentuale di ricoveri con valori medi costanti oltre il 17% (min. 13,3% in Piemonte, max. 28,7 in Sardegna).
 
Quali le considerazioni:
• L’insieme dei “ricoveri-urgenti” rappresenta una realtà preponderante nell’ambito delle prestazioni che il SSN deve erogare
 
• Costituiscono un insieme che supera costantemente il 50% dei ricoveri/acuti totali, in molti territori addirittura il 60%
 
• Tali valori sono ormai consolidati nel tempo e addirittura presentano valori percentuali in sensibile incremento
 
• Gli accessi in pronto soccorso, costantemente al di sopra dei 20 mln/anno, esitano in ricoveri con il conseguente impegno e carico dei reparti clinici nel 18-20% dei casi
 
Quali le conclusioni:
• L’insieme dei “ricoveri-urgenti” non è riferibile all’emergenza attuale ma è una costante che al di là dei picchi odierni è presente nel Paese
 
• L’incremento in termini percentuali è prevedibile anche per il futuro in relazione alle variazioni demografico-sociali e ai frequenti eventi straordinari
 
• Il disegno e l’organizzazione di una “rete di Emergenza/Urgenza” diventa dunque obbligatorio per far fronte alle esigenze di equità e razionalità destinate ad accentuarsi
 
• L’omogeneità dei dati relativi alle singole Regioni impone che la “rete” presenti analoghi criteri organizzativi 
 
• L’impatto numerico e percentuale di tali prestazioni comporta carichi di lavoro professionale che va oltre i ricoveri ordinari di elezione e richiede una valutazione approfondita ed omogenea di fabbisogno di personale
 
• Particolare attenzione deve essere inoltre posta alle risorse da impegnare in questo settore in termini strutturali e tecnologici
 
In sintesi il sistema dell’emergenza/urgenza rappresenta una parte preponderante nell’ambito del SSN con un’incidenza costante nel tempo ed esposto ad improvvise impennate come nella pandemia in corso.
 
Da quest’ultima ricaviamo l’esperienza che rende obbligatorio il coinvolgimento di tutti gli attori che lavorano per il SSN, pubblici e privati, con una non più rinviabile realizzazione di una governance pubblico/privato che abbia il compito di una revisione delle regole di accreditamento, spesso non rispettate quanto obsolete, e di favorire un’equilibrata distribuzione di compiti, funzioni e partecipazione alla gestione di un settore così fondamentale per la salute dei cittadini. 
 
Fabio Florianello - Esecutivo Nazionale ANAAO ASSOMED
 
Rossana Caron - Consigliere Regionale ANAAO ASSOMED
 
Carlo Palermo – Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED
 
Note:
1. Fonti: Rapporti SDO, PNE e Annuario Statistico Sanitario. 
2. Gli ultimi dati pubblicati sugli accessi in Pronto Soccorso da PNE- Agenas si riferiscono al 2017
3. I dati relativi agli Accessi in pronto soccorso non tengono conto degli Accessi diretti in alcune UU.OO. quali Pediatria, Ostetricia, UTI e UTIC
 

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