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Sabato 28 APRILE 2012
Sclerodermia. Il futuro della cura arriva dalle staminali

Non solo questa ma altre patologie autoimmuni – come lupus o artrite reumatoide – potrebbero presto essere curate con le cellule mesenchimali. La notizia arriva dall’Università della California del Sud, che ha dimostrato i benefici che l’iniezione di staminali può portare ai pazienti.

Oggetto di grandi dibattiti etici e promessa della cura di molte patologie, delle cellule staminali si è parlato a lungo: rigeneratrici di tessuti, possibile trattamento per la Sclerosi laterale amiotrofica, forse in futuro origine degli organi da trapianto. Ma da oggi si aggiunge una nuova scoperta, che si aggiunge alla già lunga lista di proprietà delle cellule staminali, in questo caso adulte: una ricerca dell’Università della California del Sud e pubblicata su Cell Stem Cell ha infatti dimostrato come le staminali mesenchimali (MSC) possano essere usate per tenere sotto controllo alcune malattie autoimmuni, come sclerosi  sistemica, lupus e artrite reumatoide.
 
Questo tipo di cellule ha origine nel mesoderma durante lo sviluppo embrionale.Nell’organismo adulto si trovano nel midollo osseo, ma è possibile recuperarle anche dal cordone ombelicale alla nascita. Sebbene non spieghi ancora in che modo, lo studio condotto dai ricercatori statunitensi dimostra che l’infusione di questo tipo di staminali sembrava placare la produzione e la funzione delle cellule un sistema immunitario troppo attivo, compresi linfociti T e B. L’immunoregolazione indotta dalle MSC probabilmente è collegata all’apopotosi cellulare, spiegano però i ricercatori nello studio, ed è collegata a un meccanismo cellulare specifico chiamato Fas/Fas-ligand pathway.
In particolare, i primi risultati sono stati ottenuti nei topi che presentavano sclerodermia o disordini simili: l’infusione di staminali mesenchimali causava la morte dei linfociti T con il signaling Fasl/Fas, producendo una diminuzione dei sintomi del sistema immunitario; questi miglioramenti tuttavia non venivano osservati nelle cavie prive di ligandi di Fas, che dunque non traevano beneficio dall’infusione.
Forti dei risultati su modello murino, i ricercatori hanno dunque iniziato uno studio pilota sugli esseri umani affetti proprio da sclerosi sistemica. In queste persone, l’iniezione delle staminali provocava una riduzione simile dei sintomi, dimostrando che il Fas/Fas-ligand pathway funziona anche nell’uomo. Proprio per questo, secondo il team, la scoperta potrebbe dunque essere utile per sviluppare un trattamento a base di mesenchimali efficace contro alcuni tipi di patologie autoimmuni.
 
Laura Berardi

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