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28 GIUGNO 2020
Noi medici ancora in piazza



Gentile Direttore,
il 26 giugno, a quasi un mese di distanza dalla prima mobilitazione del 29 maggio, si è svolta a Roma, la manifestazione nazionale dei Medici in Mobilitazione Permanente, ultima data di un'intera settimana di attivazione che ha visto centinaia di medici offrire il proprio impegno a favore del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universalistico, scendendo in piazza, partecipando all’organizzazione delle date o anche solo sostenendo le manifestazioni da lontano.
 
Il 19 giugno si sono svolte molteplici manifestazioni regionali (a Milano, Firenze, Ancona, Catania, Bologna, Venezia) ed abbiamo ottenuto diversi incontri con i rappresentanti delle Regioni.
 
Il 23 giugno eravamo in presidio davanti al Ministero della Salute. In tale occasione, i nostri rappresentanti sono stati ricevuti al Ministero Salute ed hanno avuto modo di esporre la nostra proposta di riforma della formazione medica post-laurea trovando accordo da parte dai rappresentanti del Ministero. Abbiamo, inoltre, appreso con piacere che il Ministero sta lavorando alla rimozione dei vincoli di bilancio e dei tetti di finanziamento allo scopo di aumentare le risorse da destinare a quella preziosa istituzione che è il Servizio Sanitario Nazionale. Lo stesso Ministro Speranza ha dichiarato che “il problema dell’imbuto formativo va risolto, a ogni candidato deve corrispondere una borsa”.
 
Il 25 giugno abbiamo preso parte al tavolo di lavoro convocato dal Ministro Manfredi in seguito al primo incontro avvenuto durante la nostra prima manifestazione del 29 maggio.
 
A tale incontro, le cui premesse erano già inquinate da un criterio di selezione delle associazioni convocate quantomeno bizzarro (sono state infatti scelte tra quelle che sono state candidate per il Consiglio Nazionale degli studenti Universitari e l’Osservatorio Nazionale) nè il ministro Gaetano Manfredi nè altri rappresentanti del potere esecutivo erano presenti. Durante l’incontro è stata prospettata la possibilità di riassorbire l'imbuto formativo nei prossimi 3-4 anni. Riteniamo tale proposta irricevibile, in particolare dopo aver affrontato un’emergenza sanitaria che ha dimostrato l’urgenza di colmare la carenza di specialisti, carenza che sarà ulteriormente accentuata dai prossimi pensionamenti.
 
Per di più, i rappresentanti delle istituzioni presenti al tavolo hanno delegittimato le colleghe e i colleghi radunati in presidio sugli scalini antistanti il Ministero dell’Istruzione.
 
Se possiamo giudicare positivamente la riuscita delle mobilitazioni, non possiamo dirci altrettanto soddisfatti, al momento, dei risultati raggiunti per quanto riguarda l’’interlocuzione con le istituzioni. La nostra richiesta è, pertanto, di essere convocati come Medici in Mobilitazione Permanente ad un tavolo interministeriale, con il Ministro Manfredi ed il Ministro Speranza, per ottenere risposte e soluzioni concrete dai membri del governo.
 
Per questo continueremo a mobilitarci, sia nelle piazze che negli ospedali, con forme e metodi sempre più forti e incisivi. Vogliamo tornare a prendere parola nei luoghi di lavoro, portando la mobilitazione nella nostra quotidianità. Vogliamo restituire ai colleghi e alle colleghe entusiasmo e fiducia nelle mobilitazioni come strumento di miglioramento delle nostre condizioni di lavoro e di vita per tutte e tutti.
 
Per una riforma della formazione medica che superi, una volta per tutte, l'imbuto formativo e garantisca il rispetto del lavoro e dei diritti dei medic* in formazione.
Per restituire alla medicina del territorio la centralità che merita.
Per il diritto alla salute per tutte e tutti.
 
I Medici in Mobilitazione Permanente: Uniti per il SSN
  

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