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Martedì 21 LUGLIO 2020
Sicilia. Vaccinazioni antinfluenzali in aumento, ma l’emergenza pandemica impone uno sforzo corale più intenso. Sul tavolo anche l’obbligo vaccinale per gli operatori sanitari

Nel territorio, secondo la prospettiva offerta dall’Assessore Razza, non ci sono solo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, che pur rappresentano il punto più avanzato di contatto diretto con ogni cittadino. Ci sono anche altre tipologie professionali nell’universo del sistema sanitario che possono garantire oggi una maggiore azione di copertura vaccinale come, per esempio, la rete delle farmacie sul territorio che oggi sta lavorando attivamente soprattutto in quelle comunità che sono più piccole.

Se da un lato il +3% nelle coperture vaccinali contro l’influenza registra una sintesi di successo per la campagna antinfluenzale dello scorso anno, dall’altro l’emergenza Covid19 ha innalzato in maniera eccezionale la soglia di attenzione e di impegno affinché in Sicilia la stessa vaccinazione diventi davvero un’arma in più per il controllo del Coronavirus. Nella logica di questa prospettiva Quotidiano Sanità, ha aperto proprio con la Regione Siciliana il ciclo d’incontri (online) dedicati al tema con gli stakeholder più rappresentativi della filiera di prevenzione primaria, nel cui ambito la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un caposaldo.
 
All’incontro “Vaccinarsi ai tempi della pandemia” sostenuto incondizionatamente da Sanofi Pasteur, hanno partecipato infatti l’Assessore Regionale alla Sanità Ruggero Razza; Maria Letizia Di Liberti, DG per le Attività sanitarie e l’Osservatorio epidemiologico; Mario Palermo della Direzione regionale Prevenzione; Giuseppe Vella, Segretario Regionale FIMP; Rosalba Muratori, Presidente regionale FISMU; Vincenzo Di Pietro in rappresentanza dello SNAMI; Domenico Grimaldi per la FIMMG e Francesco Vitale, Ordinario di Igiene all’Università di Palermo. Molti, inoltre, i Direttori generali, Sanitari e dei Dipartimenti di prevenzione collegati in rete.
 
A fare da sfondo, oltre naturalmente alle dinamiche organizzative imposte dalla Pandemia, alcuni delle novità contenute nell’ultima circolare ministeriale per la vaccinazione antinfluenzale: bambini da 6 mesi a 6 anni e l’offerta gratuita per gli adulti a partire dai 60 anni anziché 65. Con un potenziale bacino di destinatari che passa da circa 26 a circa 33 milioni di persone. Viene dunque richiesto un impegno notevole, alle strutture come ai singoli professionisti, per aumentare lecoperture, anticipare il più possibile la campagna, facilitare l’accesso ai cittadini differenziando, laddove possibile, i setting vaccinali.
 
E in Sicilia, come nel resto del Paese, la Regione esorta ad uno sforzo eccezionale anche MMG e PLS oltre che, naturalmente, i Dipartimenti di Prevenzione e con essi le Aziende sanitarie
 
In una quadro di intervento che, però, è totalmente diverso rispetto agli anni passati. La Regione ha ben specificato che in primo luogo bisogna garantire il distanziamento sociale e quindi agire sul setting dove si vaccina. È probabile, inoltre, che ci sarà una maggiore richiesta di vaccinazioni e quindi bisogna preparare più persone a saper offrire e a saper somministrare le vaccinazioni. e ci deve essere il coinvolgimento totale di tutte le altre figure sanitarie come i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che, sebbene abbiano hanno dato sempre la massima disponibilità, per quest’anno dovranno mettere in conto uno sforzo in più rendendo disponibili i loro ambulatori anche, se necessario, al di fuori dell’orario normale di lavoro.
 
Nella stagione precedente che sono stati somministrati 904.722 vaccini e il fabbisogno stimato delle singole Aziende per quest’anno è di 1.500.650 dosi. È chiaro che questo comporterà un aggravio sul personale e in tal senso le Aziende sono state chiamate a predisporre interventi anche straordinari, tali da garantire personale idoneo presso i centri vaccinali.
 
La Regione è consapevole della situazione in cui versano i Dipartimenti di prevenzione e i centri vaccinali, sanno che il personale è allo stremo, ma se da un lato ci sono ancora ampi margini di miglioramento dal punto di vista organizzativo dall’altro, e ben prima dell’emergenza Covid, la stessa Regione aveva già esortato le Aziende a comunicare le proprie esigenze in tal senso poiché è in corso una rimodulazione delle piante organiche.
 
La necessità di anticipare la stagione è stata quindi condivisa con convinzione da tutti i partecipanti ma è al contempo necessario, è stato sottolineato, avere dalle Aziende la certezza della disponibilità delle dosi ma anche un’organizzazione efficace ed efficiente per la distribuzione sul territorio e per il monitoraggio in tempo reale delle coperture.
 
La digitalizzazione e, più in generale, l’implementazione del sistema informativo regionale è peraltro un tema caro all’Assessorato. Quando l’attuale Governo regionale si è insediato la Sicilia aveva zero fascicoli sanitari elettronici. Oggi sono qualcosa più di un milione ed entro il 2022 ciascuno dei circa 5 milioni di siciliani ne dovrà essere dotato. Questa è la necessaria premessa, secondo l’Assessore Razza, per mettere tutti nelle condizioni di attivarsi con un sistema informativo che consentirà azioni di controllo, monitoraggio e programmazione. Ne gioverà anche il complesso programma delle vaccinazioni che, all’interno di un processo di digitalizzazione che poggia sull’intelligenza artificiale, consentirà(per esempio) ai Distretti, di individuare coorti a rischio, piuttosto che monitorare l’andamento dell’intera proposta vaccinale per ciascuna età.
 
Nel territorio, secondo la prospettiva offerta dall’Assessore Razza, non ci sono solo i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che pur rappresentano il punto più avanzato di contatto diretto con ogni cittadino. Ci sono anche altre tipologie professionali nell’universo del sistema sanitario che possono garantire oggi una maggiore azione di copertura vaccinale come, per esempio, la rete delle farmacie sul territorio che oggi sta lavorando attivamente soprattutto in quelle comunità che sono più piccole.
 
Infine la comunicazione, ritenuta da tutti i partecipanti fondamentale. Sia in termini di unicità di linguaggio e messaggi da parte degli operatori sanitari, sia in termini di campagne comunicazionali vere e proprie sia a livello regionale sia per singola azienda, spesso più consapevole delle necessità del proprio territorio anche in questi termini. Obiettivo per tutti, scardinare ogni qualsiasi narrativa “no-vax” che, soprattutto nella prospettiva di un’ipotetica recrudescenza virale, rischia di essere davvero pericolosa.

E, infine, se da un lato la Regione sta ipotizzando l’obbligatorietà vaccinale per alcune categorie di personale sanitario ponendo sul tavolo anche un’attenta riflessione di o carattere etico, deontologico ma anche legale e di libertà personale, non sono poche le voci tra gli operatori stessi che, invece, plaudirebbero ad un obbligo esteso. A tutela personale ma anche e soprattutto dei pazienti a loro affidati.

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