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Lunedì 14 SETTEMBRE 2020
Vaccini antinfluenzali/2. Il no dei farmacisti all’Intesa Stato-Regioni. Fofi, Federfarma e Assofarm: “Alle farmacie andrà una quota sei volte inferiore al fabbisogno reale”

Il fabbisogno di vaccini utili a soddisfare il fabbisogno dei cittadini non compresi nella campagna vaccinale pubblica è infatti stimato dalle tre rappresentanze della categoria tra 1,2 e 1,5 miolini di dosi. Un quantitativo molto superiore alle 120mila dosi che Governo e Regioni hanno concordato di redistribuire alle farmacie dopo che tutta la produzione di vaccini di quest'anno era stata già prenotata dalle Regioni.

“La decisione di destinare alla distribuzione in farmacia solo l’1,5% dei vaccini antinfluenzali acquisiti dalle Regioni non garantisce una risposta adeguata ai bisogni della popolazione attiva: appare del tutto insufficiente rendere disponibili solo 250.000 dosi a fronte di un fabbisogno stimato tra 1,2 e 1,5 milioni di dosi”, lo scrivono in una nota congiunta Fofi, Federfarma e Assofarm a commento dell'intesa di questa mattina in Stato-Regioni.
 
I farmacisti ricordano in proposito che il Ministero della Salute nel documento proposto alla Conferenza Stato-Regioni sottolinea che “è da tener conto, anche, che l’indisponibilità di vaccini in vendita nelle farmacie per le persone che desiderano evitare la malattia influenzale e che non appartengono a categorie a rischio, potrebbe indurre allarme sociale e vanificare gli sforzi di sensibilizzare la popolazione sull’importanza della vaccinazione quale strumento efficace di prevenzione, lanciando un messaggio contradditorio”.
 
“A fronte di questa affermazione - scrivono Fofi, Federfarma e Assofarm - stupisce che la Conferenza Stato-Regioni abbia deciso di destinare alle farmacie una quota minima pari solo all’1,5% delle dosi totali, ben lontana da quella auspicata nello stesso documento”. 
 
Attesa per prossimo incontro del 16 settembre. “Ci aspettiamo quindi che, in occasione del prossimo incontro presso il Ministero della salute, previsto per il 16 settembre, si trovino fin da subito soluzioni per permettere di rimodulare questa quota minima e di avvicinarsi al fabbisogno reale dei cittadini non inclusi nelle fasce a rischio, che anche il Ministero della salute, nello stesso documento, afferma aggirarsi tra il 3 e il 10% delle dosi acquisite dalle Regioni”, si legge ancora nella nota.
 
“Mai come quest’anno - sottolineano ancora le tre rappresentanze dei farmacisti - la vaccinazione antinfluenzale assume un valore fondamentale per tutta la popolazione, sia per i soggetti identificati come a rischio sia per i soggetti attivi, come sostenuto da tutta la comunità medico-scientifica.
Per questo motivo, fin dal mese di luglio FOFI, Federfarma e Assofarm avevano segnalato la necessità di trovare una soluzione alla possibile carenza di vaccini antinfluenzali nelle farmacie”.
 
Da qui la presa di distanza da “qualsiasi responsabilità in ordine a eventuali difficoltà che potrebbero avere i cittadini nel rifornirsi dei vaccini, qualora non venisse incrementata la quota al momento destinata alle farmacie, ferma restando la copertura vaccinale per i soggetti fragili e a rischio”.

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