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Mercoledì 07 OTTOBRE 2020
L’85% degli italiani d’accordo con obbligo mascherina. Ma il Covid ha fatto crollare la fiducia nei confronti della scienza. La ricerca di Confindustria dispositivi medici

Secondo lo studio, rispetto al contenimento della pandemia l’85,3% degli italiani si dice d’accordo a rendere obbligatorio l’uso della mascherina per tutta la popolazione, il 75,3% vorrebbe fare tamponi a tutti e il 63,3% ritiene necessario chiudere le attività e isolare i territori dove si verifica un focolaio. Il Covid però sembrerebbe aver ridotto la fiducia nella scienza: per il 47,9% conta di più l’esperienza di chi ha vissuto una malattia rispetto a quella di un medico o di uno scienziato (era il 20,1% nel 2019). LE TABELLE.

La pandemia cambia le paure degli italiani rispetto all’economia, alla salute e il grado di fiducia nella scienza. Sebbene sia forte la preoccupazione per l’economia del Paese per l’85,2% degli italiani, resta alto il timore di potersi contagiare (82,3%) e i luoghi ritenuti meno sicuri sono i mezzi pubblici (29,2%), il supermercato (24,6%), gli ambulatori medici e gli ospedali (13%). Considerate più sicure le relazioni con i famigliari e con gli amici al contrario di quanto dicono gli esperti.
 
Questi dati emergono da uno studio di Confindustria Dispositivi Medici e realizzata da Community Research & Analysis sul sentiment degli italiani nei confronti della salute e del servizio sanitario, diffuso oggi (vedi i dati completi nelle tabelle allegate).
 
8,5 italiani su 10 d'accordo su obbligo mascherine. Secondo lo studio, rispetto al contenimento della pandemia l’85,3% degli italiani si dice d’accordo a rendere obbligatorio l’uso della mascherina per tutta la popolazione, il 75,3% vorrebbe fare tamponi a tutti e il 63,3% ritiene necessario chiudere le attività e isolare i territori dove si verifica un focolaio.
 
In evidenza anche un 57,9% delle persone che ritiene necessario controllare gli spostamenti degli altri superando i limiti imposti dalla privacy.
 
Da sottolineare poi quello che lo studio definisce come uno “strabismo percettivo”: l’83% degli intervistati ha dichiarato di aver cambiato le proprie abitudini e di essere più prudente, ma ritiene che il 44,9% non abbia cambiato le proprie abitudini o alla lunga non lo farà più (34,6%).
 
Il Covid però sembrerebbe aver ridotto la fiducia nella scienza: per il 47,9% conta di più l’esperienza di chi ha vissuto una malattia rispetto a quella di un medico o di uno scienziato (era il 20,1% nel 2019). Per il 12,5% delle persone le informazioni mediche che si trovano in internet e sui social network sono più veritiere di quelle degli scienziati, mentre nel 2019 la percentuale si fermava al 3,6%.
 
La ricerca riporta poi con “stupore” che la paura delle malattie infettive resti contenuta (9,5%, +8 rispetto al periodo pre Covid) rispetto a tumori (45,3%, un +4,6 rispetto al 2019) e Alzheimer (16,7%, -14,7) che rimangono saldamente in cima alla classifica delle malattie più temute.
 
“I dati che emergono ci fanno capire quanto gli italiani abbiano fiducia nei dispositivi medici come ausili salvavita – commenta Massimiliano Boggetti, Presidente di Confindustria dispositivi medici –. Le persone hanno capito che le nostre tecnologie svolgono un ruolo fondamentale nel contrasto alla pandemia. Sono però molto preoccupato della mancanza di credibilità della scienza rispetto alle notizie trovate su internet, è un dato che non va sottovalutato e su cui tutti gli attori della salute devono investire per un’informazione di qualità. Condivido inoltre la preoccupazione per il futuro della nostra economia, che ha oggi bisogno di investimenti strategici per utilizzare al meglio i fondi europei per il rilancio del sistema salute. Rilancio che se vuole essere efficacie deve vedere coinvolta tutta la filiera della salute. Per questo sarebbe importante utilizzare i fondi del Mes e richiederli subito”.

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