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Martedì 03 NOVEMBRE 2020
Se la mia regione mette il bavaglio agli operatori sanitari



Gentile Direttore,
l’Assessore alla Salute del Friuli Venezia Giulia ha, di fatto, imposto il divieto ai professionisti che operano nella sanità di esprimersi su questioni inerenti il virus e ha avocato solo a sé questa facoltà. In primis, diamo un nome a questa operazione: censura. La censura si applica per tre motivi: controllare il pensiero delle persone; nascondere la verità, celare le proprie debolezze. Quest’ultimo mi sembra quello che meglio si attaglia alla situazione in questione, ma non escludo il secondo.

Se una persona è sicura del proprio operato non teme che su questo ci si esprima liberamente anche dissentendo, perché ritiene di avere argomenti per sostenere quelle scelte; forse l’Assessore, può darsi anche inconsciamente, non ha tale certezza.

I professionisti della sanità stanno vivendo molto male questa imposizione. Gli operatori spesso subiscono le scelte politiche come le ultime fantasiose riforme sanitarie. Mentre i politici sembrano  giocare a risiko con il Sistema Sanitario, gli operatori quel Sistema devono farlo funzionare. Tacitarli d’autorità,  bistrattare proprio la categoria su cui grava il peso della lotta al virus non pare proprio una mossa abile.

Il problema della cosiddetta infodemia esiste: la sovrabbondanza di informazioni non sempre fondate genera insicurezza e confusione.  Ma qui non si tratta di limitazione dell’infodemia, qui pare compromessa la libertà di espressione che è uno dei fondamenti di una democrazia avanzata.
Se l’Assessore voleva porre un argine alla mala-informazione credo abbia  sbagliato obiettivo.

Ed ora i professionisti dovrebbero farsi  sentire; esistono gli ordini professionali e le rappresentanze sindacali anche per questo.

Walter Zalukar
Consigliere Regionale FVG – Gruppo Misto
Già Direttore Dipartimento di Emergenza e Accettazione Azienda Ospedaliero Universitaria di Trieste

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