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Giovedì 05 NOVEMBRE 2020
Tamponi dai veterinari in Veneto. Sivemp dice no a Zaia: “Sarebbe un abuso professionale”

Maria Chiara Bovo, segretario regionale del Sivemp Veneto, esclude assolutamente che i veterinari possano essere coinvolti nell’esecuzione dei tamponi ai cittadini, come prospettato dal presidente del Veneto, Luca Zaia. “Forse nella concitazione dell’emergenza è sfuggito che l’esecuzione di attività di questo tipo rappresenterebbe, da parte dei veterinari, un abuso di professione infermieristica o medica. Rinnoviamo la nostra disponibilità, ma esprimiamo la nostra ferma contrarietà a svolgere funzioni in aree in cui non abbiamo competenza né copertura giuridica”.

Veterinari coinvolti nell’esecuzione dei tamponi? “No grazie”. La Sivemp Veneto risponde così all'ipotesi prospettata dal presidente della Regione, Luca Zaia. "Ci troviamo, a sorpresa, tirati in ballo per lo svolgimento di un’attività di medicina umana in cui dovremmo sostituirci ad operatori sanitari e infermieri in prestazioni di loro competenza. Forse nella concitazione dell’emergenza è sfuggito che l’esecuzione di attività di questo tipo rappresenterebbe, da parte dei veterinari, un abuso di professione infermieristica o medica”, dichiara Maria Chiara Bovo, segretario regionale del Sivemp Veneto.

Da Bovo, quindi " ferma contrarietà a svolgere funzioni in aree in cui non abbiamo competenza né copertura giuridica”. Per la segretaria regionale Sivemp "anche le Usl dovrebbero riflettere su rischi e conseguenze che attività svolte al di fuori delle previsioni normative e contrattuali potrebbero avere per loro”.

“Rinnoviamo la nostra totale disponibilità a mettere le nostre conoscenze di sanità pubblica a supporto del Sistema sanitario regionale — chiarisce Bovo — chiedendo però che la nostra professionalità sia impiegata nella tante e importanti attività di prevenzione e sorveglianza per cui siamo stati formati e assunti e che possiamo svolgere ai massimi livelli”. La portavoce dei veterinari pubblici al lavoro nelle Usl ricorda, quindi, che a marzo la categoria aveva offerto la propria disponibilità a partecipare alla definizione delle strategie di contrasto all’epidemia, “sulla base delle proprie approfondite e specifiche competenze epidemiologiche, oltre che di trattamento e isolamento dei focolai infettivi. Ma questa offerta è stata ignorata”.

“Ci sembra stiano sfuggendo basilari questioni di competenze - ribadisce Bovo -. I veterinari impiegati nelle Usl controllano l’intera filiera agroalimentare e la salubrità degli alimenti, dall’allevamento alla tavola, attuando nel contempo la sorveglianza sulle malattie animali, tra cui quelle trasmissibili all’uomo. Tutti compiti a tutela della salute pubblica, che non possono essere sospesi e che infatti sono stati assicurati anche durante il lockdown”.

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