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Giovedì 12 NOVEMBRE 2020
Professioni sanitarie. Aumentano i posti messi a bando e cresce percentuale di chi trova lavoro dopo la laurea. Ecco tutti i dati per l’anno accademico 2020-2021

Per le Professioni Sanitarie rispetto allo scorso anno i posti a bando sono aumentati del +4,8%. Si registra un aumento della quota di occupati (sono 10.901), pari a +5,9%. In calo il numero di chi fa le domande ma considerando la notevole riduzione dei maturandi liceali in realtà la proporzione aumenta. “Fondamentale attivare nuovo tavolo sui fabbisogni formativi alla luce della pandemia”. IL RAPPORTO

Questo rapporto coincide con il XX anniversario dell’avvio dei Corsi di Laurea avvenuta nel 2001 e con il XXV anniversario della formazione universitaria attivata nel 1996 con i Diplomi Universitari. Nell’ambito della Conferenza CLPS - presieduta da Luigi Frati dal 1997 e ora da Luisa Saiani dal 2015 - ho potuto elaborare questo annuale Report ininterrottamente, grazie alla collaborazione continua e preziosa di tutte le Università nella rilevazione dei dati.


Nel rinviare ad una eventuale e ulteriore analisi retrospettiva dei dati nel corso dei vari anni, per ora guardiamo la situazione dell’A.A. 2020-21.
 
Diminuisce il numero delle domande di ammissione ai 22 corsi di laurea delle professioni sanitarie con 77.114 rispetto alle 79.497 dello scorso anno, pari al -3,0% (Tabb. 1 e 2), che è uguale a quello dei corsi di laurea magistrale a ciclo unico di Medicina e Chirurgia e di Odontoiatria: dalle 69.694 domande dello scorso anno alle attuali 66.638 registrate sul portale Universitaly del Ministero dell’Università (MUR). I dati riguardano le 39 Università Statali, su cui da quest’anno si sono aggiunte per la prima volta anche le Università di Trento e di Enna.
 
Tuttavia, sarebbe da considerare che a calare sono stati i diplomati della maturità, scesi da circa da 520 mila del 2019 a 463 mila del 2020: con 57 mila in meno in un solo anno, -11%, con valore che è parecchio più alto del calo del -3% rilevato, sia su Medicina e Chirurgia che sulle Professioni sanitarie. Di conseguenza, se rapportato ai valori percentuali, il calo non ci sarebbe.
 
Per quanto riguarda i fabbisogni formativi per le Professioni Sanitarie si rileva un aumento da parte di quasi tutte le Regioni con +465 posti (+1,8%) dai 25.355 dello scorso anno agli attuali 25.820 (Tab.7). 
 
Aumenta, ma in misura maggiore (+8,6%), anche il fabbisogno da parte delle Categorie da 28.334 dello scorso anno rispetto agli attuali 30.774. E’ in aumento anche il potenziale formativo offerto dagli Atenei al Ministero dell’Università, da 27.496 dello scorso anno agli attuali 28.688 (+4,3%). Analogo, aumento (+4,8%) è stato il numero dei posti decretati dal MUR e messo a bando dalla Università da 25.378 dello scorso anno a 26.602.
 
Ripartizione dei posti per Università e profili
Allo scopo di definire la ripartizione dei posti il Ministero dell’Università ha riattivato l’11 giugno 2020 l’apposito "tavolo tecnico”, con 14 componenti in rappresentanza di: Ministero della Salute, Regioni, Conferenza dei Rettori (CRUI), Agenzia Nazionale Valutazione del sistema Universitario e Ricerca (ANVUR), Conferenza Presidi di Medicina e Chirurgia, Presidenti delle Scuole/Facoltà di Medicina, di Odontoiatria e Veterinaria, Conferenza Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie, Osservatorio delle Professioni Sanitarie e le Federazioni Nazionali degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri (FNOMCEO), dei Veterinari (FNOVI), degli Infermieri (FNOPI), delle Ostetriche (FNOPO) e dell’Ordine multi-Albo dei Tecnici di Radiologia e delle professioni sanitarie tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (FNO TSRM PSTRP).
 
Per le Professioni Sanitarie rispetto allo scorso anno i posti a bando sono aumentati del +4,8%, da 25.378 a 26.602 a fronte di un lieve calo del numero di domande con 77.114, determinando una lieve riduzione (Tab.4). del rapporto domande/posto (D/P) da 3,1 del 2019 all’attuale 2,9.
 
Un più alto e significativo aumento dell’offerta formativa riguarda invece Medicina e Chirurgia (+20,6%), da 11.434 dello scorso anno agli attuali 13.785 (Tab. 3B). Aumento dovuto alla carenza di Medici, soprattutto Specialisti..
 
Per le Professioni Sanitarie, la ripartizione dei posti e delle domande per ognuno dei 22 Profili e delle 42 Università è riportata in Tab. 2, con i totali in Tab.1  per Università. Ogni Ateneo ha attivato in media 11 corsi di Laurea; l’unica Università ad attivare tutti i 22 corsi è Milano Statale, seguono Roma Sapienza con 21 corsi, Roma Tor Vergata 19, Torino 17, Padova e Bari 18, Torino e Genova 17, Napoli Federico II con 16 e Pavia 15. Quindi altre 5 Università con 13 corsi: Bologna, Pisa, Chieti, Messina e Palermo. Con 12, 2 Firenze, Napoli Campania e Catania, a seguire con 11 Brescia, Verona, Modena, Ferrara, Ancona, Siena, Roma Cattolica e L’Aquila, 9 corsi Parma e con 8 Varese, Catanzaro e Cagliari. Seguono con 7 Milano Bicocca, Trieste e Perugia; con 5 Novara, Udine, Roma UniCamillus e Foggia, con 4 Milano S. Raffaele, Salerno e Sassari, con 3 corsi Roma Campus Biomedico e infine con 2 corsi Milano Humanitas e Campobasso.
 
Cambia rispetto agli ultimi anni il rapporto percentuale nella ripartizione dei posti fra le Lauree triennali e le Magistrali a ciclo unico, con il 64% alle Professioni Sanitarie rispetto alla media del 71,6% degli ultimi 20 anni, con il 33% a Medicina e Chirurgia 25,8% e con  il 3% a Odontoiatria del 2,6% (Tab. 3 B).
 
Riprende l’aumento dei posti per le Professioni Sanitarie, dai circa 24.400 degli anni 2017 e 2018 agli attuali 26.602 (+8,4%).
 
Una risalita con maggiore proporzione riguarda Medicina e Chirurgia dalla precedente punta più elevata del 2011 di 10.345 posti agli 11.434 dello scorso anno e ora incrementati a 13.785 (+20,6%).
 
Sospensioni e riattivazioni di corsi
Il numero di corsi di Laurea per le professioni sanitarie aumenta di 7, da 438 a 445, con la nuova prima attivazione di Ostetricia all’Università di Milano S. Raffaele, Tecnico Ortopedico a Verona, Tecnico Audiometrista a Padova, Educatore Professionale e Tecnico di Neurofisiopatologia a Cagliari e Tecnico di Radiologia a Sassari.
 
Mentre ci sono anche 10 disattivazioni o sospensioni: Università Cattolica di Roma sospende 3 corsi su 14 (Ortottista, Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Tecnico di Laboratorio).
 
Anche l’Università di Catanzaro ne sospende 4: Infermiere Pediatrico, Dietista, Tecnico di Radiologia e Tecnico della Prevenzione che però sostituisce con Ortottista, Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria, Tecnico di Laboratorio e Tecnico di Neurofisiopatologia, per la procedura a cicli alternati fra i vari corsi.
 
L’Università di Cagliari sospende Logopedista e Igienista Dentale, che sostituisce con Educatore e Tecnico di Neurofisiopatologia. Sassari sospende Fisioterapista che sostituisce con Tecnico di Radiologia. Mentre l’Università di Ancona riattiva i 3 corsi sospesi lo scorso anno per Ostetrica, Dietista e Assistente Sanitario. Analoghe riattivazioni per l’Università di Bari con Ortottista, Tecnico Audiometrista e Tecnico di Neurofisiopatologia.
 
Altre riattivazioni a ciclo triennale sono quelle dell’Università Cattolica sulla sede staccata di Bolzano, su cui riapre Igienista dentale e sospende Tecnico di Laboratorio e Tecnico di Radiologia. Analoga situazione, ma con alternanza ciclica annuale, per le Università di Trieste e Udine per i 4 Corsi di Ostetricia, Tecnici di Laboratorio, Tecnici di Radiologia e Tecnici della Prevenzione.
 
Distribuzione posti programmati per Professione
L’aumento di 1.224 posti, con +4,8% rispetto allo scorso anno riguarda quasi tutte le 22 professioni sanitarie (Tab. 4), ad eccezione di 4: Dietista (-4,5%), Igienista Dentale (-4,2%), Tecnico Audioprotesista (-4,8%) e Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria (-1,5%). L’incremento maggiore, in valori assoluti, è per Infermiere con +924, da 15.089 a 16.013 (+6,1%), Educatore con 67, da 673 a 740, Infermiere Pediatrico con +38, da 173 a 211 e Tecnico di Laboratorio con 32, da 780 a 812. A seguire Assistente Sanitario da 327 a 352, Ostetrica da 831 a 855 e infine Tecnico Audiometrista da 51 a 80 (+57%), che in ogni caso resta il Corso con il più basso numero di posti e di corsi, solo 6.
 
Distribuzione posti programmati per Regioni
Analogo incremento riguarda le Regioni: la Sicilia, da 1.425 a 1.662, con +237 (17%), quasi tutti per Infermiere; a seguire  con +139 sia le Università del Veneto da 1.915 a 2.054 (+7%), che del Lazio da 4.730 a 4.869 (+3%), quindi con +109 la Toscana, da 1.686 a 1.795 (+6%) e la Sardegna con +105, da 483 a 588 (+22%). Sotto 100, con +97 sia il Piemonte, da 1.624 a 1.721 (+6%), che l’Emilia Romagna da 2.193 a 2.290 (+4%), poi le Università della Lombardia con +75, da 3.723 a 3.808 (+2%), e tutte le altre con valori inferiori. Umbria con +67, da 452 a 519 (+15%), con + 64 sia Marche, da 324 a 598 (+12%) che Puglia da 1.201 a 1.265 (+5%). Infine, con +40 Molise, da 158 a 198; +27 Abruzzo, da 787 a 814, Friuli Venezia Giulia +26 da 468 a 494, +21 Campania da 1.986 a 2.007 e infine Liguria con +10, da 648 a 658.
 
Al contrario solo in 2 Regioni i posti sono diminuiti con -48 per la Provincia di Bolzano, da 295 a 247 (-16%) per la sospensione dei 2 corsi per Tecnici di Laboratorio e di Radiologia, e per la Calabria con -40, da 585 a 545 (-7%).
 
Distribuzione posti per Università
Per quanto riguarda il numero dei posti (Tab. 1), solo in 5 Università è superiore a 1.000: Roma Sapienza con 3.071, Milano e Roma Tor Vergata 1.372, Padova 1.343 e Torino con 1.190. Tutte le altre Università invece hanno un’assegnazione di posti inferiore a 1.000: Verona 997, Bari 959, Napoli Campania 891, Napoli Federico II 871, Bologna 843, Firenze 809. Al di sotto di 800 posti Ferrara 731, Brescia 699, Messina 683, Roma Cattolica 676, Genova 658, Pisa 599, Ancona 598, Palermo 558, Catanzaro 546 e Perugia 519. Quindi sotto 500 Chieti con 491, Novara 486, Modena 470, Pavia 468, Milano Bicocca 460, Catania 419, Parma 393. A seguire Siena 388, Foggia 375, Varese 329, L’Aquila 323, Cagliari 312, Sassari, Udine 249, Trieste e Salerno 245, Milano S. Raffaele 218, Milano Humanitas 177, Campobasso 115, infine Roma Campus Biomedico 103 e Roma UniCamillus con 75 posti.
 
Distribuzione posti per Profili
La ripartizione dei posti per Profili (Tab. 3 e 4) vede il maggiore numero di corsi e di sedi per il corso di Infermiere con 42 corsi su 217 sedi per 16.013 posti, poi Fisioterapista con 40 su 81 sedi per 2.108 posti, Ostetrica con 35 su 47 e 855 posti, Tecnico di Laboratorio con 34 su 46 e 812 posti, Tecnico di Radiologia con 37 corsi su 55 sedi su 805 posti e Logopedista con 28 corsi su 37 sedi e 774 posti, Queste rappresentano le 6 professioni presenti in quasi tutte le Università.
 
Seguono Educatore professionale con 14 corsi su 17 sedi e 740 posti, Tecnico Prevenzione con 27 corsi su 33 sedi e 690 posti, Igienista Dentale con 27 corsi su 32 sedi e 643 posti. Sotto i 400 posti Tecnico Riabilitazione psichiatrica con 383 posti su 19 corsi e 20 sedi, Dietista con 22 corsi e sedi per 360 posti, Assistente sanitario con 352 posti su 11 corsi e 12 sedi, Terapista neuropsicomotricità con 340 su 12 corsi e 14 sedi, Audioprotesista 300 posti, su 13 corsi e 14 sedi, Terapista Occupazionale 247 posti su 8 corsi e 10 sedi, Ortottista 229 su 18 corsi e sedi, Infermiere Pediatrico 211 posti su 8 corsi e 9 sedi, Tecnico Fisiopatologia Cardiocircolatoria 191 posti su 14 corsi e sedi, Tecnico Ortopedico 182 posti su 11 corsi e 12 sedi, Tecnico Neurofisiopatologia con 148 posti su 13 corsi e 14 sedi, Podologo con 120 posti su 6 corsi e sedi, e infine Tecnico Audiometrista con 80 posti su 6 corsi.
 
Situazione occupazionale secondo Alma Laurea
Torna a crescere l’occupazione per le Professioni sanitarie. Lo evidenzia il XXII rapporto annuale del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea di Bologna, presentato quest’anno presso il Ministero dell’Università a Roma l’ 11 giugno scorso.
 
Trattasi di un rapporto completo su tutte le 16 aree disciplinari e su tutti i 41 Atenei sedi di Facoltà e Scuole di Medicina e Chirurgia, rispetto a cui stupisce parecchio che continuino ancora a mancare solo ed esclusivamente i dati dell’Università Cattolica.
 
Consultando i dati sul sito www.almalaurea.it si rileva che (Tab. 5) per i 18.249 laureati di primo livello delle Professioni Sanitarie dell’anno 2018, rispetto ai 14.312 laureati che hanno risposto all’indagine si registra un aumento della quota di occupati (sono 10.901), pari a +5,9 punti percentuali, essendo salito al 76,2% rispetto al 70,3% dello scorso anno quando si era invece registrato un lieve calo di 0,7 punti percentuali sul 71,0% dell’anno precedente. Mentre è in lieve crescita la quota di occupati complessiva con +0,4 punti percentuali sul totale di 154.971 laureati delle varie aree disciplinari, di cui hanno risposto in 119.587, con 45.179 occupati, passando dal 37,4% dello scorso anno all’attuale 37,8% di occupazione a un anno dalla laurea. Per effetto di questi risultati, si conferma ancora una volta per le Professioni Sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari. Resta però la diminuzione rispetto a 12 anni fa, di -10,8 punti percentuali, dall’87,0% del 2007 al 76,2% del 2018, mentre era 70,3% nel 2017.
 
Ma la situazione è diversificata fra le 4 aree, con aumento di +2,4 punti percentuali per l’area della Riabilitazione, che sale dal 81,0% del 2017 al 83,4%, ed è quasi stabile per l’area della Prevenzione al 54,7%, con +0,3 punti percentuali rispetto al 54,4% del 2017. Altro significativo incremento di +6,4 punti percentuali è per l’area Infermieristica e Ostetrica, che passa dal 71,1% del 2017 al 77,5% come era nel 2010 e interrompendo così il calo fra il 72,3% del 2016 sul 71,1% del 2017. Ma la novità è l’alto aumento per l’area Tecnica, con ben 8,8 punti percentuali, dal 56,5% del 2017 all’attuale 65,3%, che sarebbe simile alla situazione del 2010. Ci sono quindi evidenti segnali di ripresa.
 
Differenza fra le 22 Professioni sanitarie
Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati dei laureati del 2017 (Tab. 6), si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi 5 posti Tecnico Ortopedico con 90,4%; Logopedista con 88,4%; Igienista Dentale 88,1%; Fisioterapista 85,8%; e Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva con l’83,8%, che lo scorso anno era al primo posto.
 
Di fatto sono quasi tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti di enti pubblici o privati; si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.
 
Al contrario, agli ultimi 5 posti, fra il 55% e il 40%, si trovano alcune professioni con rapporto di lavoro prevalentemente dipendente, come le Ostetriche con 53,9%; Tecnici Audiometria con il 53,3%; Tecnici Prevenzione 53,2%; Tecnici Laboratorio 46,3% e a chiudere Tecnici Fisiopatologia cardiocircolatoria con il 40%, che si confermano agli ultimi posti come negli ultimi 5 anni.
 
Resta ancora precaria la situazione per i Tecnici di Laboratorio per l’alta numerosità di circa 27 mila abilitati, che dal 2007 hanno perso, in termini di quota di occupati, ben 22 punti percentuali, anche se ora lascerebbe ben sperare l’aumento di 11 punti, essendo salita al 46% dal 35% dell’anno precedente.
 
Si mantiene invece la buona posizione occupazionale per Infermiere, che passa dal 74,0% al 79,3%, con 6 punti percentuali in più, anche se resta comunque ancora distante rispetto alla situazione ottimale di 12 anni fa, quando si attestava al 94% di occupazione e a soli a 6 mesi dalla laurea.
 
Dal punto di vista statistico, per l’alta numerosità degli oltre 435 mila abilitati, è proprio l’Infermiere a incidere sul valore totale delle 22 professioni. Nella stessa area c’è la professione di Ostetrica, con 20 mila abilitati, che ha quasi analogo incremento occupazionale di 5,3 punti percentuali, dal 48,6% al 53,9%. Si riduce la perdita sul 60% di 11 anni fa che ora è di quasi 6 punti percentuali.
 
Sta migliorando la situazione occupazionale per Tecnico di Radiologia, che sale dal 55,6% del 2017 all’attuale 67%, con ben 11 punti percentuali in più, che fanno scalare la classifica dal 15° al 12° posto.
 
Domande di ammissione per Università
E’ in calo il numero delle domande con 77.144 rispetto alle 79.499 domande dello scorso anno, con appena 2.385 domande in meno, pari al -3,0%. Si rilevano comunque variazioni significative fra un terzo delle Università in crescita e tutte le altre in calo.
 
In aumento Roma Campus Biomedico con +17,9%, Ferrara +10,4%, Pisa +8,7%, Bari +7,5%, Firenze +6,0%, Padova +5,8%, Foggia +4,6%, Ancona +4,1%, Milano Humanitas +3,3%, Napoli Campania, 3,1%, Bologna +3,0%, Napoli Federico II 2,8%, Palermo +2,4% e Messina +0,6%.
 
Al contrario si nota un rilevante calo di domande per Pavia con -29,5% dalle 1.332 dello scorso anno agli attuali 939. Analogo calo con -18,3% per Catanzaro da 2.042 dello scorso anno alle attuali 1.688, Chieti con -17,2% da 2.001 a 1.657 e L’Aquila con -15,7% da 990 a 855. Con valori percentuali inferiori Cagliari -11,4%,    Salerno -11,1%, Verona -10,8% e Campobasso -10,1%. Quindi, Milano S. Raffaele –9,1%, Parma -8,8%, Milano Bicocca e Catania   -8,7%, Genova e Brescia -8,5%, Trieste -8,3%, Udine -7,6%, Torino -6,3%, Roma Cattolica -5,8%, Varese con -4,9%, Roma Sapienza -3,8%, Modena -3,5%, Sassari 3,1% e Novara 3,0%. Sotto il  -3%: Siena -2,8%, Milano Statale e Roma Tor Vergata -2,0%.
 
Le professioni più attrattive
Il rapporto D/P medio fra i 22 corsi è di 2,9 e quindi poco inferiore al 3,1 dello scorso anno (Tab. 4). Sono solo 4 i corsi in cui si rileva un aumento del rapporto D/P: Dietista da 8,0 a 8,4, Ostetrica da 7,0 a 7,2, Tecnico Neurofisiopatologia da 2,4 a 2,9 e Tecnico Audiometrista da 0,7 a 1,0; mentre sono in calo tutti gli altri 18.
 
In ogni caso, al primo posto si conferma Fisioterapista con rapporto D/P che passa da 12,2 a 11,1; Dietista 8,4, Ostetrica 7,2 e Logopedista che cala da 8,5 a 6. Seguono con valori inferiori Tecnico Radiologia che cala da 5,0 a 4,8; a seguire Igienista Dentale da 3,6 a 3,4; Terapista Neuropsicomotricità da 4,1 a 3,4; quindi Tecnico Neurofisiopatologia da 2,4 a 2,9, Infermiere pediatrico da 3,4 a 2,9. A 2,4 Tecnico Laboratorio e Tecnico Riabilitazione Psichiatrica da 2,8 a 2,4; Tecnico Fisiopatologia Cardiocircolatoria cala da 2,7 a 2,4; Podologo da 2,2 a 1,9; Ortottista che cala da 1,7 a 1,6 e Infermiere stabile a 1,5. Quindi Educatore Professionale da 1,6 a 1,4 seguito da Tecnico Ortopedico da 1,4 a 1,2; Tecnico Prevenzione da 1,3 a 1,2 e Audiometrista da 0,7 a 1,0.  Infine i 3 corsi in cui la domanda è inferiore all’offerta: Terapista Occupazionale da 0,9 a 0,7; Audioprotesista da 1 a 0,9 e per ultimo Assistente Sanitario stabile, che scende da 0,7 a 0,6.
 
Domande inferiori ai posti programmati e a bando
In alcuni casi si rilevano significative riduzioni delle domande rispetto al numero dei posti a bando (Tab. 1): per il corso di Infermiere a Pavia con 165 domande su 200 posti, su Roma Sapienza 1.945 domande su 2.273 posti e Roma Tor Vergata 742 su 930.
 
Per Educatore a Brescia 77 domande su 90 posti, a Varese 59 su 60, a Padova 49 su 50, a Genova 17 su 25 e a Roma Tor Vergata con 28 su 50. Per Ortottista a L’Aquila 8 domande su 10 posti e Napoli Campania con 7 su 10. Per Podologo a Genova con 18 su 20. Per Terapista Occupazionale a Pavia 10 su 15, a Padova 16 su 20, a Modena 13 su 28, a Roma Sapienza 18 su 69, a Chieti 19 su 27 e a Catania 37 domande su 39 posti. Per Tecnico Audiometrista 6 domande su 10 posti a Torino, 10 su 15 a Milano e 13 su 15 a Roma Sapienza. Tecnico Audioprotesista con 18 domande su 19 posti a Torino, 20 su 25 a Milano, 63 su 70 a Padova, 9 su 20 a Parma, 16 su 25 a Pisa, 12 su 15 a Roma Sapienza e 31 su 40 a Roma Tor Vergata e 5 domande su 12 posti a Messina. Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria con 12 domande su 10 posti a Varese. Per Tecnico Neurofisiopatologia con 7 su 10 a Pavia e 12 domande su 13 posti a Roma Tor Vergata. Tecnico Ortopedico con 9 domande su 15 posti a Pavia, 11 su 12 a Genova, 15 su 18 a Firenze e 16 domande su 39 a Roma Sapienza. Tecnico Laboratorio 27 domande su 50 posti Napoli Campania.
 
L’area in cui si conferma anche per quest’anno la bassa numerosità delle domande è quella della Prevenzione: sui corsi per Assistente Sanitario con quasi tutte le sedi in negativo (9 su 11), Brescia 19 domande su 50 posti, 17 su 25 Milano, 41 su 50 Padova, 11 su 25 Ancona, 15 su 25 Firenze, 6 su 30 Roma Sapienza,  9 su 37 Chieti, 25 su 40 Catanzaro e 10 su 20 Palermo.
 
Situazione simile per Tecnico della Prevenzione a Milano con 16 domande su 25 posti, Pavia 11 su 25, Bologna 19 su 22, Parma 16 su 24, Ancona 17 su 20, Siena 8 su 22, Perugia 18 su 25, Roma Sapienza 79 su 99, L’Aquila 18 su 21, Campobasso 24 su 25 e Napoli Campania con 6 domande su 20 posti. Porta a riflettere il basso numero di Napoli Campania rispetto alle 41 domande di Napoli Federico II su 35 posti; la causa porrebbe dipendere sia dal minor appeal per le sedi distaccate che per il costo raddoppiato della tassa di iscrizione all’esame di ammissione, con 100 Euro per Campania e 50 per la Federico II; analoga situazione per gli altri corsi; in totale le domande sulla Federico II sono 3.132 su 871 posti, con rapporto D/P di 3,6 mentre su Napoli Campania per 891 posti le domande sono 1.933 con D/P pari a 2,2.
 
In 25 Università sono ben 56 i corsi senza copertura con la prima opzione, più dello scorso anno quando erano 21 su 38:   Roma Sapienza con 7 corsi su 21, Padova 5 su 18, Milano 4 su 22, Pavia 4 su 22, Roma Tor Vergata 4 su 19, Genova 3 corsi su 17 e Napoli Campania con 3 su 12.
 
Con 2 corsi su 17 Torino, su 11 Brescia, su 8 Varese, su 9 Parma, su 11 Ancona, su 12 Firenze e su 11 L’Aquila. Infine con 1 corso su 13 Bologna, su 11 Modena, su 13 Pisa, su 11 Siena, su 7 Perugia, su 2 Campobasso, su 8 Catanzaro, su 12 Catania, e su 13 Palermo e Messina. Anche se la copertura può avvenire per effetto dei ripescaggi dalle domande di seconda e terza opzione, la bassa richiesta in prima opzione fa riflettere circa l’opportunità di continuare a mantenere per il secondo anno consecutivo l’attivazione di alcuni corsi, a bassa richiesta, per orientarsi invece verso l’accorpamento e la collaborazione con altre sedi.
 
Questo sarebbe peraltro in linea con le indicazioni dettate dal Decreto MUR del 26 settembre 2013, che al momento sembra trovare la maggiore ed esclusiva applicazione da parte delle Università di Trieste e di Udine, in applicazione di un apposito protocollo d’intesa con la Regione Friuli Venezia Giulia.
 
Docenti degli insegnamenti professionalizzanti MED/45-50
Si conferma la insufficiente e precaria presenza di docenti appartenenti allo specifico profilo professionale, chiamati in ruolo da parte delle Università, che si avvalgono invece e in prevalenza dell’affidamento degli insegnamenti a docenti a contratto, in gran parte dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale.
 
Sul totale di 457 docenti dei SSD MED/45-50, che lo scorso anno erano 433 e che fanno parte dei 9.053 dell’intera area 6 di Medicina (Tab. 3 B), solo 56 appartengono ai Settori specifici dei profili delle professioni sanitarie, pari ad appena il 12%.
 
Il Settore Scientifico Disciplinare MED/45 comprende 41 docenti strutturati di cui 37 appartengono alla professione infermieristica; tuttavia sono ancora di gran lunga insufficienti se si considera l’esistenza di 42 corsi distribuiti su ben 217 sedi. Nessun ruolo fra i 171 di MED/46 Tecniche di Laboratorio e sul SSD MED/49 Dietistica, mentre sono 3 su 5 in Ostetricia, 12 su 31 per MED/48 Riabilitazione e appena 4 su 122 per MED/50 Tecniche mediche applicate, di cui 2 Igienisti Dentali, 1 Logopedista e 1 Ortottista.
 
Diventa urgente attivare opportuni provvedimenti per finanziare in tempi brevi l’incremento di Dottorati di Ricerca allo scopo di garantire in futuro la disponibilità di un congruo numero di ruoli, a partire dai Tecnici di Laboratorio, di Radiologia, della Prevenzione a altre professioni, che ne sono completamente privi. Si rende necessario almeno raddoppiare da 50 a 100 i ruoli MED/46-50.
 
Procedure sugli esami di ammissione
Con la pubblicazione dei Decreti MUR del 26 e 30 giugno 2020 sui posti assegnati, le Università hanno aperto i rispettivi bandi in modo da rientrare nella scadenza dei 60 giorni che devono precedere la data dell’esame di ammissione del 8 settembre. Le modalità di elaborazione delle graduatorie da parte delle Università sono di 2 diverse tipologie, in analogia agli anni precedenti:
- per punteggio, con priorità alla classifica generale sulla prova d’esame e secondariamente alla scelta.
Questo favorisce così la possibilità di sfruttare le seconda e terza opzione per gli studenti più capaci e meritevoli. Riguarda la maggioranza delle Università, 32 su 41.
- Per preferenza, in cui prevale invece prima la scelta del corso e poi il punteggio conseguito nella prova di esame di ammissione, sfavorendo quindi le successive opzioni, che riguarda le 9 Università di Milano Statale, Brescia, Trieste, Udine, Genova, Chieti, Napoli Federico II, Catania e Cagliari.
 
Circa i questionari ogni Ateneo prepara il suo in modo autonomo. Mentre, come è noto per quello di Medicina e Chirurgia il MUR stabilisce di utilizzare un questionario unico per tutti a livello nazionale, predisposto dal Consorzio CINECA.
 
Tuttavia anche per le Professioni sanitarie metà delle 37 Università statali si avvale del CINECA per un questionario unico, come ad esempio per le 17 Università di Varese, Udine, Trieste,  Bologna, Ferrara, Modena, L'Aquila, Siena, Sassari, Ancona, Roma Tor Vergata, Perugia, Chieti, Bari, Foggia, Salerno e Messina.
 
Il costo della tassa di iscrizione all’esame di ammissione è in media di 61 €, con un aumento di 6 € che si limita ad appena 5 Università su 42. Si confermano per il costo maggiore, con 120 € Roma Cattolica, con 110 € Milano Humanitas, Milano S. Raffaele e Roma Campus, con 100 € Novara e Napoli Campania, a cui si aggiungono altre 4 Università che salgono a 100 €, con oltre il doppio: Brescia da 50 €, Pavia da 60 €, Varese da 20 €, Salerno da 50 €  e Foggia, con aumento del 35% da 52 €  a 70 €.
 
Mentre si confermano come le 2 più economiche le Università di Cagliari con 23 € e Milano Bicocca 10 €. Sono invece sulla media di circa 50 € la maggioranza delle altre Università come Torino, Milano Statale, Verona, Genova, Bologna, Parma, Firenze, Chieti, Napoli Federico II, Bari, Catanzaro e Messina.
 
Infermiere, Ostetrica, Tecnico di Radiologia e Fisioterapista
Si riportano come negli scorsi anni solo i dati di alcune Professioni (Tab. 3 A), le più numerose e le 3 afferenti a un Ordine, con l’aggiunta di Fisioterapista perché la Legge 3 del 2018 prevede la possibilità di staccarsi come Ordine autonomo essendo state superate le previste 50 mila unità ed arrivati a quasi 63 mila.
 
Gli iscritti sono 441.468 Infermieri, 20.558 Ostetriche e 28.066 Tecnici di Radiologia, da soli, che diventano 218 mila insieme alle altre 18 professioni Tecniche, della Riabilitazione e Prevenzione. Fra queste, le più numerose sono Fisioterapista con circa 65.000, Tecnico Laboratorio 27.000, Logopedista 12.000, Tecnico Prevenzione 11.300, Igienista Dentale 7.500 e altre 11 Professioni.
 
Analogamente allo scorso anno si riportano anche i dati relativi ai Potenziali formativi presentati dagli Atenei al MUR, i fabbisogni espressi da Regioni e Categorie e le ripartizioni dei posti per ogni Regione e Università (Tabb. 11, 12, 13 e 14).
 
Al fine di poter meglio apprezzare le differenze e alcune incoerenti sproporzioni, sia in esubero che in carenza, rispetto agli indicatori demografici, si riportano sia i valori percentuali suddivisi per ogni Regione e per ogni Professione che il rapporto dei Posti per  1 Milione di Popolazione (PMP).
 
Riflessioni sulla programmazione posti A.A. 2020-21
Per il quarto anno consecutivo il MUR ha confermato nella ripartizione dei posti come priorità il Potenziale formativo dichiarato da ogni Università e solo in subordine il fabbisogno formativo espresso dalle Regioni e dalle Categorie. Non sembra invece che siano stati considerati i dati del tasso occupazione rilevati ogni anno da Alma Laurea, per ogni corso e per ogni Università.
 
Viene confermata la scelta di attivare corsi con meno di 10 posti e per i corsi di Tecnico Radiologia sono state mantenute sedi distaccate con 6-8 posti, come nelle Università di Roma Sapienza e Napoli Campania. Applicando ancora una volta il taglio lineare percentuale uguale per tutti gli Atenei il MUR ha ridotto da 10 posti a 6 anche i corsi di Roma Campus e Roma Cattolica e a 8 per Roma Tor Vergata. Inoltre 8 per Cuneo su Torino.
 
La Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie con proprie mozioni e interventi ha più volte segnalato il rischio di una scarsa qualità formativa di corsi di laurea con pochi studenti.
 
La richiesta delle Regioni tramite l’apposito Accordo Stato-Regioni del 18 giugno 2020 è stata per un fabbisogno complessivo di 25.820 posti con 462 in più dei 25.358 dello scorso anno, pari al +1,8%, contro un Potenziale formativo delle Università di 28.688 posti e con una differenza di +2.868 posti, pari al +11,1%.
 
Alla fine i posti assegnati con Decreti MUR del 26 e 30 giugno sono stati 26.602 con 782 in più dei 25.820 chiesti dalle Regioni, pari al +3% e 4.172 in meno sui 30.774 richiesti dalle Professioni, con -14%, di cui la maggiore carenza riguarda gli Infermieri con     -3.253 sulla richiesta di 19.266 fatta dalla Federazione FNOPI.
 
Dalle decisioni del “Tavolo tecnico” sono derivate 2 diverse assegnazioni dei posti da mettere a bando (Tab. 8):
conferma di tutti i posti del Potenziale offerto dalle Università quando inferiori o pari alla media delle proposte delle Regioni e delle Categorie come nei 6 casi di: Assistente Sanitario, Educatore Professionale, Podologo, Tecnico Audiometrista, Tecnico Audioprotesista e Terapista Occupazionale.
 
Aumento di posti bilanciando l’offerta delle Università sul valore medio delle richieste fra Regioni e Categorie per tutti gli altri casi. Con questa operazione si sono verificati alcuni esuberi, in particolare per Igienista Dentale con +9% sulle Regioni e +3% sulla Categoria, Fisioterapista +6% sulle Regioni e +5% sulla Categoria, Tecnico Radiologia +2% sulle Regioni e +10% sulla Categoria, e per Tecnico Neurofisiopatologia con +31% rispetto alla Categoria.
Emerge da questa analisi una suddivisione di posti  fra alcune Regioni e fra le Università della stessa Regione, non sempre comprensibile e talvolta con forti disomogeneità, sembra tuttavia che abbia prevalso il Potenziale formativo espresso dalle Università. Per esempio in Regione Emilia Romagna l’Università di Ferrara ha aumentato il Potenziale formativo, raddoppiandolo in 8 corsi su 11 corsi, dal minimo di 25 a 48-50 posti, in gran parte confermati dal Ministero, mentre sono state apportate riduzioni al potenziale espresso dalle 3 Università di Parma, Modena e Bologna.
 
Corsi di Laurea Magistrale
Siamo al 17° anno di attivazione per le 5 classi di Infermieristica-Ostetrica, Riabilitazione, Tecnico Diagnostica, Tecnico Assistenziale e Prevenzione (Tabb. 15 e 17). In totale sono stati 35.681 i posti messi a bando, quasi come i 35.170 chiesti dalle Regioni, con una media di 2.099 posti all’anno.
 
La novità di quest’anno riguarda l’incremento del fabbisogno deciso dalle Regioni con il raddoppio a 4.525 rispetto ai 2.226 dello scorso anno, che però dipende esclusivamente da parte della Regione Emilia Romagna (Tab. 16) che rispetto ai 109 posti chiesti negli ultimi 2 anni 2018 e 2019, ha proposto ben 2.420 posti come fabbisogno, con un incremento del 2.120%. Ma questo non ha inciso sull’offerta formativa perché è stato assegnato tutto il Potenziale delle Università di 2.918 posti.
 
Per quanto riguarda il numero delle domande presentate su ognuna delle 5 classi per questo A.A. 2020-21 (Tab. 15) rispetto ai 2.918 posti a bando ci sono 13.793 domande, che sono il 27% in più delle 10.887 presentate lo scorso anno.
 
Il Corso più richiesto è quello della I classe Infermieristica e Ostetrica con 10.519 domande su 1.499 posti, con D/P di 7,0,   segue la Riabilitazione 1.888 domande su 612 posti e D/P 3,0; Tecnico Assistenziale 220 domande su 115 posti e D/P di 2,0; Tecnico Diagnostica 659 domande su 420 posti per un D/P di 1,6 e infine la Prevenzione 498 domande su 245 posti con D/P di 2,0
 
Prospettive per l’ A.A. 2021-22
La Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie auspica che il tavolo per la definizione dei fabbisogni del prossimo anno si attivi per tempo anche perché la pandemia in atto nel paese ha modificato sostanzialmente le dinamiche e i fabbisogni di professionisti sanitari e pertanto i criteri finora utilizzati dovranno essere rivisti e integrati con molte altre variabili.
 
L’obiettivo è di ricercare un equilibrio tra bisogni sanitari e sociali emergenti, occupazione, mercato del lavoro e preparazione culturale di qualità di tutte le 22 Professioni Sanitarie.
 





 
Angelo Mastrillo
Segretario della Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie e
Docente nel Corso di Laurea in Tecniche di Neurofisiopatologia dell’Università di Bologna

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