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Martedì 22 MAGGIO 2012
Pillola contraccettiva. Uso del “generico” aumentato del 20% nell’ultimo anno

Per 1 donna su 5 l’acquisto della pillola è un problema economico, tanto che il 94% lascerebbe il farmaco di marca per passare a un contraccettivo generico. Più favorevoli le giovani (46%). Le adulte (38%) lo sceglierebbero solo se consigliato dal medico o dal ginecologo. I risultati di un’indagine Onda.

Sarà complice la crisi, l’età ‘matura’ della maternità e la maggior consapevolezza, ma sempre più donne cercano una contraccezione ad hoc fin dalla più giovane età. La pillola, per praticità, facilità di utilizzo, resta ancora la prima scelta, sia per la sua funzione contraccettiva, sia come efficace soluzione per controllare irregolarità e dolori mestruali. Opinione condivisa da un campione di 600 donne fra i 18 e i 40 anni, che in una indagine svolta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da.).

Ma 1 donna su 5 sottolinea anche come l’acquisto della pillola rappresenti un problema economico, tanto che il 94% si dichiara a favore del contraccettivo “generico”. Non a caso solo nell’ultimo anno vi è stato un incremento del 20% dei consumi della pillola generica rispetto a quella di marca.

Una percentuale destinata ad aumentare grazie anche all’introduzione da questo mese di compresse di ultima generazione a base di drospirenone, disponibili sia in versione classica sia in multiconfezione trimestrale, con un ulteriore vantaggio, in questo caso, sia economico che di tempo, perché eviterebbe di dovere fare l’acquisto ogni mese

La pillola generica è accolta con favore soprattutto dalle più giovani (46%), mentre lascia più restie le donne adulte (38%) che la sceglierebbero solo se consigliata dal medico o dal ginecologo. Ma sono queste ultime (82%) che apprezzerebbero di più una confezione da 3 o 6 mesi (rispetto alle giovani, 31%) per il vantaggio di non doverla comprare ogni mese e per il netto risparmio.

Quasi la metà delle donne ha un rapporto di grande fedeltà (42%) alla propria pillola a basso dosaggio (77%) e, spesso a scopo contraccettivo, è lei stessa a richiederla al medico (51%). Ma in genere sono tutte soddisfatte del proprio anticoncezionale.

Solo una su tre ne teme gli effetti collaterali, a lungo termine (tumori, trombosi e problemi circolatori, influenza sul peso, ritenzione idrica, riduzione della fertilità) tanto da pensare alla sospensione, a fronte di 1 donna su 10 preoccupata invece più per l’inefficacia in caso di scorretta assunzione.

“L’indagine che abbiamo svolto – ha commentato Francesca Merzagora, presidente di Onda – ha messo in luce una donna preparata, attenta ed informata su tutti gli aspetti riguardanti la contraccezione, fin dalla più giovane età, grazie all’importante ruolo svolto dal ginecologo che nel 68% dei casi resta il principale referente sia nelle prescrizione iniziale della pillola, sia nel proseguo delle sua assunzione e nella gestione delle problematiche ad essa correlate, mentre più marginale – ma non meno importante - è la figura del medico di medicina generale (38%) e del farmacista (34%) dai quali le donne si aspettano di ricevere indicazioni anche sulla sicurezza e tollerabilità a lungo termine della pillola, di avere precisazioni riguardo l’efficacia o le strategie da attuare in caso di assunzione scorretta o, ancora, di essere consigliate sulle alternative anticoncezionali e le offerte disponibili in termine di costo, maneggevolezza, praticità”.

“Le donne – ha proseguito Merzagora - parlano ormai liberamente di contraccezione anche con le amiche (62%) per opinioni e consigli o con il partner (50%) e chiedono di avere più materiale divulgativo (43%) o notizie sul web (41%) e su riviste femminili per assicurarsi la salvaguardia del proprio benessere sessuale con soluzioni contraccettive adatte a sé, tenendo però in considerazione anche il rapporto costo/beneficio che può influenzare la scelta del farmaco. Coerenti alla problematica economica espressa, le donne al 94% (con una preferenza del 46% fra le giovanissime, rispetto alle mamme che nel 38% lo farebbe solo se consigliate dal medico) passerebbero a una pillola generica, le cui formulazioni oggi garantiscono un grosso risparmio economico, di tempo per l’opzione in multiconfezione, garantendo la medesima efficacia della pillola griffata e una migliore tollerabilità e gestione degli effetti collaterali”.

Con l’estate in arrivo, infine, dalla presidente di Onda arriva l’invito alle ragazze “a prestare attenzione ad evitare gravidanze indesiderate magari proprio durante le vacanze. Informatevi dal vostro medico o dal vostro ginecologo”.

“I dati dell’indagine – ha affermato Tiziano Motta, responsabile dei Servizi di Ginecologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza e di Endocrinologia Ginecologica e Contraccezione della Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – rivelano una immagine inedita delle più giovani, maggiormente consapevoli rispetto a dieci anni fa all’uso di contraccettivi, a cui ricorrono già a partire dai 19-21 anni, ma più dedite al fumo. Una abitudine, questa, da non sottovalutare poiché, combinata alla contraccezione ormonale, espone ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari. Dall’altro lato sono però ragazze attente a tutte le forme di contraccezione oggi disponibili e favorevoli all’uso della pillola generica”.

“Apparsa di recente sul mercato – ha spiegato l’esperta -, la prima a base di drospirenone con basse quantità di estrogeni, il contraccettivo equivalente offre una doppia formulazione a 30 mcg e 20 mcg di etinilestradiolo. Un quantitativo che non solo mette al riparo da eventi trombotici (molto rari, all’incirca 1 su 3 mila), ma la cui combinazione con un progestinico a prevalente attività antiandrogenica garantisce un miglior controllo sia sull’acne sia sulla regolarizzazione del ciclo mestruale. Nella formulazione a 20 mcg, più adatta per le donne che soffrono di sindrome premestruale o che non desiderano aumentare di peso, sono meglio controllati gli effetti collaterali a fronte però di una maggiore probabilità di spotting (perdite) nell’arco del mese. Il drospirenone, una molecola derivata dallo spironolattone (diuretico), mantenendo un elevato profilo progestinico che svolge a tutti gli effetti con una azione inibitoria sull’ovulazione, offre anche il vantaggio di ridurre la ritenzione idrica. Inoltre, grazie all’azione antagonista sui recettori degli androgeni potenzia l’efficacia del contraccettivo nel combattere i disturbi di acne e peluria (irsutismo)”.
 
“Dalla ricerca svolta da Onda – ha aggiunto Paolo Vintani, vice presidente Federfarma Milano – comincia ad emergere, anche in relazione ad una sanità sempre più territoriale piuttosto che ospedalo-centrica, l’importante ruolo del farmacista e della farmacia quale luogo per ricevere adeguate informazioni sulle problematiche basiche della salute. Per quanto concerne la pillola, ad esempio, le precisazioni sulle modalità di assunzione all’inizio dell’attività sessuale, su come rimediare a dimenticanze o errori e sul suo significato. Fondamentale infatti è fornire alla paziente una corretta informazione chiarendo, specie alle giovanissime, la diversità di una pillola anticoncezionale dalla ‘pillola del giorno dopo’, affinché la donna sia consapevole di tutte le implicazioni della sessualità e la viva con libertà ma senza sfrontatezza. L’informazione è anche occasione per rendere responsabili e autonome le ragazze più giovani nella gestione della propria sessualità a partire dal momento dell’acquisto della pillola, che dovrebbe essere venduta direttamente a loro piuttosto che alle mamme, fino agli effetti collaterali e alle implicazioni. Da qui l’importanza di vendere la pillola con ricetta medica, intesa non come puro atto burocratico ma come fatto istituzionale per salvaguardare il benessere generale della paziente da effetti indesiderati correlati al blocco dell’ovulazione del ciclo mestruale o ad altre conseguenze, quali l’aumento del colesterolo di cui la pillola può essere responsabile. Dall’altro la necessità di un continuo aggiornamento da parte dei farmacisti per essere sempre aggiornati sul prodotto”.

“L’indagine conoscitiva Donne e pillola anticoncezionale, effettuata dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna – ha dichiarato Grazia Simone, segretario nazionale di Adiconsum – ha fornito dei risultati molto interessanti, per questo sarebbe utile prevedere una successiva indagine per analizzare ulteriormente le ragioni dell’assunzione del farmaco che, per circa il 50%, viene utilizzato per gestire altre problematiche legate al peso, al ciclo mestruale e alle cisti ovariche. Un secondo aspetto da non trascurare è la richiesta, da parte di 4 donne su 5, di maggiore informazione riguardo agli effetti collaterali che l’assunzione della pillola può determinare. Un bisogno di informazione che non è solo legato a maggiori approfondimenti con il personale medico – sanitario, ma soprattutto attraverso i mezzi di informazione tradizionali. A questo si aggiunge la disponibilità emersa a cambiare il farmaco in relazione all’abbattimento del costo: 1 donna su 5, infatti, posiziona il prezzo come primo svantaggio e circa il 94% delle donne intervistate ha dichiarato che, a fronte di una corretta e approfondita informazione, sarebbe favorevole ad uno switch terapeutico verso una formulazione generica della loro pillola. Diventa quindi importante – ha concluso Simone – e come Adiconsum riteniamo sia fondamentale legare i due elementi che emergono chiaramente dalla ricerca. Il cittadino-consumatore deve avere la possibilità di utilizzare sempre di più il farmaco generico attraverso una corretta e costante informazione che dovrebbe incidere maggiormente sui mezzi di comunicazione a larga diffusione quali opuscoli informativi, la televisione e le testate cartacee”.
 

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