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Lunedì 30 NOVEMBRE 2020
“Per paura del Covid troppe visite, controlli e vaccini per i bambini sono stati saltati, ma è un errore molto grave”. Intervista a Piermichele Paolillo (Sin)

In questa intervista il vicepresidente della Società italiana di Neonatologia e primario al Policlinico Casilino di Roma segnala anche due criticità da risolvere al più presto: la carenza di medici e la necessità che anche i punti nascita più piccoli siano dotati di tutte le attrezzature e il personale per far fronte alle emergenze che possono verificarsi durante il parto

"Purtroppo in questo periodo abbiamo visto che sono state molte le visite e i vaccini rimandati per paura del virus. Questo è un grave errore in generale ma soprattutto se ci sono bimbi prematuri i cui problemi non si risolvono al momento della dimissione dall’ospedale". A parlare è il vicepresidente della Società italiana di Neonatologia e Primario del reparto di Neonatologia del Policlinico Casilino di Roma, Piermichele Paolillo che in questa intervista analizza anche come hanno reagito i reparti di Neonatologia alla pandemia fornendo pure indicazioni prezione per le donne in gravidanza e le neo mamme.
 
Ma non solo Paolillo guarda oltre e segnala due criticità da risolvere al più presto come la carenza di medici e la necessità che anche i punti nascita più piccoli siano dotati di tutte le attrezzature e il personale per far fronte alle emergenze che possono verificarsi durante il parto.
 
 Professor Paolillo com’è cambiato il lavoro nei vostri reparti?
Certamente la situazione è diversa tra la prima e la seconda ondata che ha colpito tutti ma vede i nostri presidi più attrezzati e preparati. In ogni caso tra le misure che abbiamo messo in atto vi è stata una riorganizzazione dei reparti con percorsi separati per le mamme che sono affette da Covid 19.
 
Cosa accade se una mamma ha il Covid?
Nella prima ondata nella nostra Regione sono stati definiti il Policlinico Umberto I e il Gemelli come punti nascita Covid dove venivano inviate le mamme di cui si scopriva la positività al virus. Ora come le dicevo siamo più attrezzati e abbiamo tutti i dispositivi di protezione individuale. Detto ciò, oggi quando una partoriente arriva in Pronto soccorso facciamo a lei e al papà il tampone rapido e poi a seconda dell’esito entra in un percorso. Non è da dimenticare in ogni caso come la nascita sia una questione di urgenza e a volte è capitato che nell’attesa dell’esito del tampone si sia dovuto far partorire la donna. Ma le ripeto oggi siamo molto preparati.
 
C’è qualche misura che anche a fine pandemia continuerete a utilizzare?
Il massiccio uso dei Dispositivi di protezione individuale, l’igiene delle mani, l’uso di guanti, il distanziamento sociale, l’evitare assembramenti e rendere gli spogliatoi per vestizione e svestizione poco affollati sono per esempio tutte pratiche che chi come noi è abituato a lavorare in terapia intensiva già aveva nel suo bagaglio ma è chiaro che la pandemia ha rafforzato questa cultura negli operatori ed è bene che ciò sia avvenuto anche perché contribuisce a limitare le infezioni ospedaliere, al di là del Covid.
 
Senta una volta tornati a casa con un neonato quali accorgimenti vanno presi in questo periodo di pandemia? Penso per esempio alle visite a casa dei parenti ai controlli da effettuare, agli ambienti più adatti
Bisogna creare intorno al nascituro un ‘bozzolo’ ed evitare feste a casa o masse di parenti che vanno a visitare il bimbo così come è decisivo farli stare in ambienti sani. Niente fumo per esempio. Per quanto riguarda i parenti più stretti come i nonni occorre che indossino le mascherine e curino l’igiene delle mani. In generale tutti coloro che orbitano intorno al bambino dovrebbero essere vaccinati contro l’influenza così come la mamma, che già durante la gravidanza deve vaccinarsi oltre che contro l’influenza anche contro difterite, tetano e pertosse anche perché occorre ricordare che dal momento in cui i bambini nascono fino a primi vaccini trascorrono quei 60-90 giorni in cui c’è una finestra dove il bimbo si può infettare.
 
Per quanto riguarda l’allattamento al seno?
É fondamentale così come l’assunzione da parte del bimbo della vitamina D che è considerata come un vero e proprio ormone che aiuta il sistema immunitario.
 
Per quanto riguarda visite, screening e vaccini?
Anche in questo caso è importantissimo non saltare i controlli. Purtroppo in questo periodo abbiamo visto che sono state molte le visite e i vaccini rimandati per paura del virus. Questo è un grave errore in generale ma soprattutto se ci sono bimbi prematuri i cui problemi non si risolvono al momento della dimissione dall’ospedale. Quando un bimbo prematuro viene affidato ai genitori la partita non è finita servono tutta una serie di controlli che è fondamentale effettuare.
 
E la telemedicina?
Molti la fanno ma questa nel caso dei neonati non può sostituire visita in presenza. Ma ripeto i nostri reparti sono organizzati, quindi invito i genitori a non aver paura. E questo non vale solo per il post nascita ma anche per il periodo della gravidanza. Ci sono degli studi che hanno evidenziato come le future mamme durante la pandemia hanno limitato i controlli e parallelamente si è visto come sono aumentate le mortalità intrauterine.
 
Gli asili nido? Sono sicuri?
Anche gli asili si sono organizzati e sono sicuri. Poi sarebbe opportuno a mio avviso che gli operatori scolastici, così come accade per noi sanitari, facessero periodicamente i tamponi rapidi perché ciò dà più sicurezza. Magari una volta al mese sarebbe opportuno che anche i genitori lo facessero.
 
Senta, invece come sta la Neonatologia italiana?
Viviamo anche noi il problema della carenza di personale. Non abbiamo medici a sufficienza. Mancano anestesisti, pediatri, neonatologi infettivologi. Per questo occorre aumentare le borse di specializzazione in modo che in 4-5 anni si possa colmare questa carenza anche perché molti pediatri andranno in pensione nei prossimi anni e ci troveremo sguarniti. Come società scientifica ci battiamo da sempre per l’aumento delle borse in pediatria e ora che finalmente la politica ha abbandonato la logica dei tagli è il momento di investire. Ma bisogna farlo non solo sulle attrezzature ma pure sui professionisti che le fanno funzionare.
 
A livello organizzativo invece cosa andrebbe fatto?
Come sa, un’altra nostra battaglia come Sin è quella contro i piccoli punti nascita sotto i 500 parti l’anno. Fatichiamo a far capire che nei presidi che fanno pochi parti c’è meno sicurezza, ma purtroppo siamo nell’Italia dei Comuni dove ognuno desidera un ospedale sotto casa. Ecco, se proprio questi piccoli punti nascita non si vogliono chiudere è fondamentale però innalzare gli standard prevedendo in ogni struttura la presenza di attrezzature e personale che siano in grado di affrontare eventuali emergenze che purtroppo nell’evento nascita possono verificarsi.
 
Luciano Fassari

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