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Venerdì 08 GENNAIO 2021
Monitoraggio Covid. Calabria, Lombardia, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna in zona arancione. Speranza firma ordinanza. Sale a 1,03 l’indice Rt. “Situazione in peggioramento”
Sono queste 5 le regioni che entrano in zona arancione dal 10 gennaio. Dal nuovo monitoraggio settimanale curato da Iss e Ministero della Salute sale ancora l'indice Rt nazionale che arriva a 1,03 rispetto allo 0,93 della scorsa settimana. Sono 12 le Regioni/PPAA a rischio alto questa settimana (vs nessuna la settimana precedente), 8 a rischio moderato (di cui due ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e solo una Regione (Toscana) a rischio basso. IL REPORT
Calabria, Lombardia, Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna le Regioni dal 10 gennaio entrano in zona arancione. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha firmato l'ordinanza che varrà fino al 15 gennaio e molto probabilmente prorogate in concomitanza con il nuovo Dpcm. La decisione dopo l'uscita del del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia relativo al periodo 28 dicembre - 3 gennaio anche se per quanto riguarda Veneto e Sicilia non ci sarebbero stati i presupposti rispetto al report (entrambe hanno un scenario di tipo 1 compatibile con la zona gialla) ma è stata la Cabina di regia stessa a suggerire a Speranza di adottare restrizioni anche per le due regioni.
Il Monitoraggio. Sale ancora l'indice Rt nazionale che arriva a 1,03 rispetto allo 0,93 della scorsa settimana.
“Questa settimana – si legge nel report - si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo si traduce in un aumento generale del rischio”.
L’indice di trasmissione nazionale è in aumento per la quarta settimana consecutiva e, per la prima volta dopo sei settimane, sopra uno. Tre regioni hanno un Rt puntuale significativamente maggiore di 1 (Calabria, Emilia Romagna e Lombardia), altre 6 lo superano nel valore medio (Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta), altre 4 hanno un valore uguale (Puglia) o che lo sfiora (Lazio, Piemonte, Veneto). Una regione (Veneto) mostra un tasso di incidenza particolarmente elevato, rispetto al contesto nazionale.
“L’epidemia – si precisa - si trova, in una fase delicata che sembra preludere ad un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero definite ed implementate rigorosamente misure di mitigazione più stringenti. Questo avverrebbe in un contesto di elevata incidenza con una pressione assistenziale ancora elevata ed in crescita in molte Regioni/Pa”.
Si osserva, dopo alcune settimane di diminuzione, nuovamente un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (313,28 per 100.000 abitanti (21/12/2020-03/01/2021) vs 305,47 per 100.000 abitanti (14/12/2020 – 27/12/2020), dati flusso ISS). Si evidenzia, in particolare, il persistente valore elevato di questo indicatore nella Regione del Veneto (927,36 per 100.000 abitanti negli ultimi 14 gg). L’incidenza su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate.
Sono 13 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica, contro le 10 della settimana precedente. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale torna a essere sopra la soglia critica (30%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.565 (28/12/2020) a 2.579 (04/01/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è invece lievemente diminuito passando da 23.932 (28/12/2020) a 23.317 (04/01/2021). "Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali", si spiega nel report.
Tutte le Regioni tranne una (Valle d’Aosta) riportano un’allerta di resilienza. "Questo è dovuto principalmente a un aumento nei tassi di positività che potrebbe riflettere il minor numero di test realizzati nel periodo festivo". Nessuna Regione, invece, riporta molteplici allerte.
Si osserva di nuovo un aumento nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (40.487 vs 31.825 la settimana precedente) nonostante la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti aumenti lievemente (26,8% vs 26,0% la settimana precedente). Presente anche un lieve aumento nella percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32,8 % vs 32,4% la settimana precedente). Infine, il 28,8% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nell’11,6% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico.
Luciano Fassari
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