quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 01 FEBBRAIO 2021
Vaccini Covid. Garattini: “Tre cose da fare subito per evitare la debacle della campagna vaccinale”

Anzitutto seguire gli sviluppi dei 230 vaccini in corso di studio ed in particolare dei 60 in fase clinica. In secondo luogo esplorare la attendibilità e l'efficacia del vaccino russo e dei vaccini cinesi per ordinare dosi che dovranno comunque essere utilizzate dopo la validazione da parte dell'EMA. In terzo luogo verificare a livello europeo tutti gli stabilimenti che possono produrre i 3 vaccini già autorizzati, rafforzandone eventualmente le capacità produttive. E se vi fossero difficoltà ricorrere alla sospensione temporanea del brevetto utilizzando licenze obbligatorie

Abbiamo attualmente a disposizione 3 vaccini anti Sars-Cov-2 che sono stati approvati dall'organismo regolatorio europeo,EMA e richiedono due somministrazioni.
Il vaccino Pfizer Biontech è costituito da nanoparticelle di RNA virale ricoperto da lipidi, determina una protezione di circa il 95 percento dei trattati ed è utilizzabile a qualsiasi età a partire dai 16 anni; deve essere conservato a -60-80 gradi.
 
Il vaccino Moderna ha caratteristiche analoghe, può essere utilizzato a partire dai 18 anni; deve essere conservato a -20 gradi.
 
Il vaccino Astra Zeneca, che veicola il materiale genico virale attraverso un adenovirus innocuo e induce una protezione attorno al 60% percento, è indicato per le persone con età dai 18 ai 55 anni; deve essere conservato in frigorifero.
 
Un quarto vaccino ,quello di Johnson and Johnson, che ha terminato la fase 3, richiede una sola dose; è analogo al vaccino Pfizer, viene conservato in frigorifero e determina una protezione del 66 percento. Allo stato attuale non si sa quando verrà approvato dall'EMA.
 
La disponibilità dei primi 3 vaccini per l'Italia, come sappiamo, è tuttora legata alla disponibilità delle aziende produttrici detentrici del brevetto e purtroppo constatiamo che l'invio dei vaccini è in ritardo e per il momento insufficiente per indurre una immunità di popolazione o, brutto termine, di gregge, che richiede di vaccinare almeno 50 milioni di persone.
 
È quindi indispensabile far presto perché lasciare in circolazione il virus può determinare la comparsa di mutazioni e quindi di varianti del virus che possono essere insensibili all'effetto dei vaccini disponibili. Che fare?
 
Anzitutto disporre di persone competenti sul mercato internazionale dei vaccini che seguano gli sviluppi dei 230 vaccini in corso di studio ed in particolare dei 60 in fase clinica.
 
In secondo luogo esplorare la attendibilità e l'efficacia del vaccino russo e dei vaccini cinesi per ordinare dosi che dovranno comunque essere utilizzate dopo la validazione da parte dell'EMA. Fra l'altro l'Ungheria saltando l'approvazione europea li ha già approvati e li sta utilizzando a livello nazionale.
 
In terzo luogo verificare a livello europeo tutti gli stabilimenti che possono produrre i 3 vaccini già autorizzati, rafforzandone eventualmente le capacità produttive.
 
In questo senso una buona notizia è l'accordo stipulato per produrre il vaccino Pfizer da parte di Sanofi - Pasteur. Si dovrebbe fare una identificazione di altri stabilimenti disponibili. Nel caso vi fossero difficoltà si potrebbe ricorrere alla sospensione temporanea del brevetto utilizzando licenze obbligatorie previste negli accordi commerciali internazionali quando vi siano situazioni di interesse pubblico, come per l'attuale presenza di una pandemia.
 
Tutte queste attività devono essere svolte contemporaneamente e con grande urgenza sia a livello europeo che nazionale. Non possiamo sempre aspettare l'ultimo momento sperando che se ne occupino altri. Dobbiamo agire subito!
 
Silvio Garattini
Presidente e Fondatore Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS

© RIPRODUZIONE RISERVATA