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Venerdì 05 FEBBRAIO 2021
Monitoraggio Covid. Rt stabile a 0,84. Ma c’è un “lieve peggioramento dell’epidemia”. Nuove varianti virus in molte regioni. Sardegna va in zona gialla. Attenzione sulla Regione Umbria
Solo la Sardegna passa da arancione a gialla mentre rimangono in arancione Pa Bolzano, Sicilia e Puglia. Attenzione sulla Regione Umbria che ha dati compatibili con l’arancione ma è ad alto rischio. “Aumentano nel numero di regioni classificate a rischio alto (3 vs 1) e con la riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 vs 10) in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”. IL REPORT
Indice Rt stabile a 0,84. È questo, il dato contenuto nell’ultimo monitoraggio Covid relativo al 25 gennaio 2021 - 31 gennaio 2021 curato da Iss e Ministero della Salute. Solo la Sardegna passa da arancione a gialla mentre rimangono in arancione Pa Bolzano, Sicilia e Puglia. Attenzione sulla Regione Umbria che ha dati compatibili con l’arancione ma con alto rischio.
“L’incidenza a livello nazionale – si legge nel report si mantiene sopra il valore di 130 casi per 100.000 abitanti nei 7 giorni e, in almeno uno dei flussi MinSalute e ISS, 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento. La trasmissibilità, sebbene in media simile alla scorsa rilevazione, presenta questa settimana un range che arriva a superare 1 nel suo valore superiore. In due regioni la trasmissibilità è in contro-tendenza rispetto al resto del paese con un Rt significativamente sopra la soglia di 1 e 5 regioni riportano il valore puntuale attorno all’1 con valori compresi tra 0.95 e 1,03”.
Per Iss e Ministero “si osserva un lieve generale peggioramento della epidemia con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto (3 vs 1) e con la riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 vs 10) in un contesto preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni italiane che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza. In questa fase delicata dell’epidemia questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”.
“L’attuale quadro a livello nazionale – prosegue il monitoraggio - sottende forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19 in area critica”.
La sintesi
Si osserva una lieve diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg, (273,01 per 100.000 abitanti (18/01/2021-31/01/2021) vs 289,35 per 100.000 abitanti (11/01/2021-24/01/2021, dati flusso ISS) che si riscontra anche nel valore dell’incidenza a 7 giorni (132,64 per 100.000 abitanti periodo 25/01/2021-31/01/2021) vs 136,5 per 100.000 abitanti (18/01/2021 – 24/01/2021).
L’incidenza è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate. Nella settimana di monitoraggio rimane molto alta l’incidenza nella Provincia Autonoma di Bolzano (686,57 per 100.000 dal 25 al 31 gennaio). Si segnala inoltre che 3 regioni e province autonome presentano una incidenza superiore ai 200 per 100.000 abitanti nei 7 giorni.
Nel periodo 13 gennaio – 26 gennaio 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 0,84 (range 0,76– 1,02), una stima simile a quella della settimana precedente, però con un range che supera l’uno nel limite superiore.
Questa settimana si osserva un lieve peggioramento del livello generale del rischio, con un aumento nel numero di Regioni a rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Complessivamente, sono tre le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio alto (vs una la settimana precedente), undici con rischio moderato (di cui una ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e sette con rischio basso. Una Regione (Umbria) e una PA (Bolzano) hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno, ma 5 regioni riportano il valore medio attorno all’1 (Abruzzo 0,99 – CI: 0,99- 1,05; FVG 1,03 CI: 0,99- 1,08;, Liguria 0,95 CI: 0,89-1,00; Marche 0,95 CI: 0,86-1,05; Toscana 0,98 CI: 0,93-1,03).
Si mantiene stabile il numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (8 Regioni/PPAA). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (26%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.372 (26/01/2021) a 2.214 (02/02/2021); il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 21.355 (26/01/2021) a 20.317 (02/02/20201). Tale tendenza a livello nazionale sottende forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’incidenza impongono comunque misure restrittive.
Si mantiene stabile il numero di Regioni/PPAA in cui non sono state riportate allerte di resilienza (16 Regioni/PPAA). Anche questa settimana nessuna Regione ha riportato molteplici allerte di resilienza.
Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di casi non riconducibili a catene di trasmissione note (28.144 vs 29.432 la settimana precedente) e si mantiene stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (31,2% vs 31,7%). Invece, aumenta la percentuale di casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (32,7% vs 31,4% la settimana precedente). Infine, il 21,7% dei casi è stato rilevato attraverso attività di screening e nel 14,5% non è stata riportata la ragione dell’accertamento diagnostico.
Luciano Fassari
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